Secondo gli statistici con l'aumento della popolazione sarebbero dovuti essere 20,2 milioni, invece sono solo 12,7 milioni. Tra le cause l'emigrazione per via di discriminazioni e l’alto tasso di mortalità per le condizioni di vita precarie. Il Bangladesh Hindu Buddhist Christian Unity Council: "Nel 1971 non abbiamo combattuto per dare vita a uno stato islamico".
Dhaka (AsiaNews) - Il Bangladesh oggi ha 7,5 milioni di indù in meno rispetto a quanti sarebbero dovuti essere secondo le proporzioni tra le comunità religiose al momento della nascita del Paese, cinquant’anni fa. Ed è un dato che fa discutere a poche settimane dall'anniversario della fine delle guerra di indipendenza, avvenuta il 16 dicembre 1971. Il primo censimento - tenuto nel 1974 - registrava una quota del 13% di indù; oggi invece sono solo l’8,5%. A partire da questi dati - e tenendo presente che nel frattempo la popolazione del Bangladesh è cresciuta da 76 milioni a circa 150 milioni di abitanti - gli statistici hanno concluso che nel Paese avrebbero dovuto esserci 20,2 milioni di indù. Invece i dati dell’ultimo censimento ne registrano appena 12,7 milioni.
Quella indù è l’unica comunità religiosa del Paese a far registrare questa pesante diminuzione della popolazione. Tra le cause indicate dal Bangladesh Bureau of Statistics (Bbs) figurano i bassi tassi di fertilità, ma anche l’emigrazione (spesso a causa di discriminazioni) e l’alto tasso di mortalità (per le condizioni di vita precarie).
La diminuzione degli indù in quello che oggi è il Bangladesh è un fenomeno iniziato ancora prima dell’indipendenza. Basti pensare che nel 1901 la comunità costituiva il 33% della popolazione. Nonostante, però, nel 1971 il Paese sia nato proclamando l’uguaglianza dei diritti tra musulmani, indù, buddhisti e cristiani, nei fatti gli indù non si sentono sicuri, come i recenti scontri in occasione della festività della Durga Puja hanno dimostrato.
“La terra di mio zio - racconta per esempio Proshan Jet, un giovane indù di Gazipur – è stata portata via con la forza dai musulmani. Siamo spesso perseguitati a causa della nostra fede. Per questo molti nostri parenti sono partiti per l’India o per l’Europa”. Lo conferma anche Rana Dasgupta, segretario generale del Bangladesh Hindu Buddhist Christian Unity Council: “Gli indù sono costretti a lasciare il Paese perché non hanno uguali diritti. Noi persone di tutte le fedi nel 1971 non abbiamo combattuto per dare vita a uno Stato islamico”.