Card. Sako: elezioni anticipate unica via per risolvere la crisi irachena
di Dario Salvi

Il porporato, a Roma per l’incontro dei cardinali col papa, ha seguito con “profonda preoccupazione” le violenze degli ultimi giorni. Anche il pontefice all’udienza ha invocato “dialogo e fraternità” per il Paese e il suo popolo. Anche il presidente Saleh lancia un appello per il ritorno ale urne.


Roma (AsiaNews) - La sola via per uscire da una situazione di stallo politico e di paralisi istituzionale e di restituire la parola al popolo e “indire nuove elezioni”, come ha sottolineato in queste ore lo stesso presidente iracheno. Raggiunto da AsiaNews al termine della due giorni di incontri e lavori con papa Francesco, con la partecipazione alla prima messa dei nuovo confratelli cardinali celebrata ieri, il patriarca di Baghdad card. Louis Raphael Sako, non nasconde la “profonda preoccupazione” per le violenze che hanno insanguinato l’Iraq. 

Del Paese arabo ha parlato stamane all’udienza del mercoledì anche il pontefice, il quale ha detto di seguire “con preoccupazione i violenti avvenimenti verificatisi a Baghdad negli ultimi giorni: preghiamo Dio di donare pace alla popolazione irachena”. “L’anno scorso - ha proseguito il papa, ricordando il viaggio apostolico del marzo 2021 - ho avuto la gioia di visitarla e ho sentito da vicino il grande desiderio di normalità e di convivenza pacifica tra le diverse comunità religiose che la compongono”. “Dialogo e fraternità - conclude - sono la via maestra per affrontare le attuali difficoltà e arrivare a questa meta”.

Il bilancio degli scontri fra sostenitori del leader sciita Moqtada al-Sadr e le Forze di sicurezza (sostenute dai movimenti filo-iraniani) è di almeno 30 morti e quasi 800 feriti. Per ore si è temuto che la situazione potesse degenerare in una vera e propria guerra civile, sventata grazie all’appello dello stesso al-Sadr che ha invitato i dimostranti alla ritirata per scongiurare un ulteriore spargimento “di sangue iracheno”. 

Manifestanti e sostenitori del leader sciita, figura che ha assunto sempre più potere e seguito negli ultimi anni, hanno invocato a gran voce lo scioglimento del Parlamento e nuove elezioni. Un messaggio rilanciato qualche ora più tardi dal presidente iracheno, il curdo Barham Saleh, che vede nelle urne la sola via per risolvere la crisi che da quasi un anno paralizza la nazione. “Indire nuove elezioni anticipate in conformità al consenso nazionale - ha sottolineato il capo dello Stato - rappresenta una via di uscita dalla crisi” ed è fattore di “stabilità politica e sociale” rispondendo alle “aspirazioni del popolo iracheno”. Il premier iracheno ad interim, il sunnita Mustafa al-Kadhimi, ha voluto ringraziare al-Sadr per l’appello alla calma e alla moderazione. 

Commentando le violenze, il patriarca Sako conferma che “la gente ha avuto molta paura” soprattutto per una ulteriore deriva incontrollata. “Il leader sciita - aggiunge il porporato - ha fatto bene a condannare la violenza e a chiedere ai suoi di abbandonare la Zona verde [di Baghdad]. Tutti dobbiamo fare dei sacrifici e delle rinunce per l’Iraq e per il suo popolo, tutti assieme dobbiamo trovare una soluzione pacifica per il Paese”. 

Per il primate caldeo la portata degli scontri è stata elemento di “sorpresa” per lo stesso al-Sadr e non si può escludere che “siano stati degli infiltrati alle manifestazioni” a provocare lo scontro e sfociare nella deriva violenta. Del resto, prosegue, il leader sciita “ha sempre parlato di manifestazioni pacifiche” e trovandosi di fronte all’escalation ha invocato un passo indietro. “E di questo - sottolinea - lo ringrazio, perché ha fatto una dichiarazione e una mossa coraggiosa. Anche noi come Chiesa siamo per il dialogo, per la pace e per il progresso, che sono l’unica via per uscire dalla crisi perché l’alternativa, terribile, è la guerra civile”. “Ho sentito la dichiarazione del presidente Saleh - conclude il card. Sako - e concordo con lui: l’unica via è il voto”.