Kishida, il figlio e le dinastie nella politica giapponese
di Guido Alberto Casanova

Il premier ha nominato il 31enne Shotaro come nuovo segretario esecutivo, carica chiave nel suo staff. La mossa segue una pratica diffusa nei palazzi di Tokyo ma ha rinfocolato le accuse di nepotismo. Proprio mentre la popolarità di Kishida è ai minimi storici.


Tokyo (AsiaNews) - Shotaro è un giovane di 31 anni. È il maggiore di tre fratelli e ha studiato legge all’Università Keio, una delle più antiche e rinomate università di Tokyo. Dopo gli studi è presto stato assunto in una delle società più importanti del Paese, una di quelle che hanno fatto la storia economica del Giappone post-bellico, la Mutsui &Co. Shotaro è stato certamente fortunato rispetto a molti suoi coetanei ma, oltre a ciò, ha anche una marcia in più. Shotaro, infatti, è il primogenito del premier.

Qualche giorno fa il premier Fumio Kishida ha presentato il figlio come proprio nuovo segretario esecutivo, scatenando non poche polemiche. A partire dal 2020 Shotaro è stato assunto direttamente dall’ufficio parlamentare di suo padre, dove ha lavorato come assistente nell’ufficio personale. La settimana scorsa, infine, il salto all’ufficio del premier. La posizione di segretario esecutivo è particolarmente importante perché gli permetterà di seguire il padre praticamente ovunque, coinvolgendolo negli incontri coi leader stranieri e nelle trattative politiche a porte chiuse.

Per questo motivo, in questi giorni i media giapponesi stanno speculando sul tentativo di Fumio Kishida di fare del primogenito il proprio erede. La politica di Tokyo non è affatto nuova a dinamiche di tipo nepotistico, che anzi sono estremamente diffuse nell’LDP. Gran parte dei più importanti politici giapponesi appartengono a una loro dinastia.

Come riportato da Kyodo News, la nomina non coglie i maggiorenti del partito completamente impreparati. L’ex ministro Onodera, che appartiene alla stessa fazione di Kishida, ha dichiarato di aver ritenuto nell’aria la promozione di Shotaro a successore già dopo l’ascesa di Fumio Kishida a nuovo premier un anno fa.

Al momento della nomina il capo segretario di gabinetto ha detto in conferenza stampa che la decisione è stata presa sulla base della personalità e delle qualifiche di Shotaro, e con l’idea di “mettere la persona giusta al posto giusto”. Ma chiaramente questo non è bastato per placare le critiche.

Durante una sessione parlamentare, i rappresentanti dell’opposizione hanno attaccato il premier per la nomina. Il capo del Partito democratico per il popolo ha criticato il premier per il suo favoritismo verso i propri familiari, mentre il Partito costituzional-democratico ha descritto la nomina come troppo rapida e inquietante.

Ma anche nella coalizione di governo la promozione non è stata accettata di buon grado, recriminando a Kishida di non aver ascoltato le voci dell’opinione pubblica. In effetti, la nomina arriva in un momento già abbastanza scomodo per il governo, che deve fare i conti con un forte calo nei sondaggi degli ultimi mesi passati da tassi di approvazione del 60% in luglio al 30% circa di oggi. A pesare sono soprattutto la questione dei rapporti dell’LDP con la Chiesa dell’Unificazione e il contestatissimo funerale di stato concesso all’ex premier Abe. Il rischio con la nomina di Shotaro è comprensibilmente quello di offrire il fianco a nuove critiche, rendendo così il governo ancora più impopolare tra gli elettori.