Le mani del Partito su Hong Kong. Il figlio di Jimmy Lai chiede all’Onu la sua liberazione

L’ufficio per gli affari dell’ex colonia britannica (e Macao) passerà sotto il diretto controllo del Pcc, e non più del governo. Un nuovo colpo all’autonomia della città, già intaccata dalla legge sulla sicurezza. Sebastian Lai: mio padre imprigionato sulla base di accuse “inventate”. Caso Elizabeth Tang: arrestata anche la sorella.


Hong Kong (AsiaNews) – Il Partito comunista cinese vuole rafforzare il suo controllo su Hong Kong. Secondo una proposta fatta circolare ieri, l’ufficio responsabile per gli affari dell’ex colonia britannica (e Macao) risponderà direttamente al Comitato centrale del Pcc e non più al Consiglio di Stato (il governo cinese).

Parte di un piano più generale per accentrare il potere nelle mani di Xi Jinping, secondo diversi osservatori la mossa rischia di ridurre ancor di più l’autonomia della città, che si basa sul principio “un Paese, due sistemi”. Un primo duro colpo alle sue “tradizionali libertà” Hong Kong l’aveva ricevuto nel 2020, con l’imposizione da parte di Pechino della draconiana legge sulla sicurezza nazionale, che di fatto ha silenziato il fronte cittadino pro-democrazia.

Simbolo della stretta governativa è il caso giudiziario del magnate cattolico dei media Jimmy Lai, uno dei tanti esponenti democratici che si trova ora in carcere. Il 14 marzo, insieme agli avvocati stranieri del padre, Sebastian Lai ha chiesto al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite di intervenire a favore della sua liberazione.

Lai jr ha detto all’organismo Onu che le autorità di Hong Kong hanno inflitto al padre “lunghi e sproporzionati termini di detenzione” sulla base di accuse “inventate”. Egli ha sottolineato che il genitore si trova in prigione solo per aver difeso la libertà di espressione e di associazione a Hong Kong. L’esecutivo della città ha definito “infondate” le uscite del rampollo.

Il 75enne tycoon filo-democratico è in prigione dal dicembre 2020. Sconta una condanna per aver partecipato a manifestazioni non autorizzate ed è in attesa di processo (fissato a settembre) per quattro imputazioni: due di aver cospirato per colludere con altri Paesi o “elementi esterni”; una di collusione con forze straniere; l’ultima di aver complottato per stampare, pubblicare, vendere, distribuire e riprodurre pubblicazioni “sediziose”.

Per la violazione della legge sulla sicurezza è previsto anche il carcere a vita. Per il reato di sedizione la pena massima è di due anni. A dicembre Lai ha ricevuto una condanna per frode legata alle attività di Apple Daily, il giornale indipendente da lui fondato, chiuso nel 2021 dopo essere finito sotto indagine della magistratura per minacce alla sicurezza nazionale.

Nei giorni scorsi ha fatto clamore l’arresto per minacce alla sicurezza nazionale della sindacalista Elizabeth Tang, fermata il 9 marzo subito dopo la sua visita in carcere al marito Lee Cheuk-yan, altra personalità democratica in attesa di giudizio per presunta violazione della legge sulla sicurezza.

Tang ha ottenuto per il momento la libertà su cauzione. Due giorni dopo il suo fermo la polizia ha arrestato anche la sorella e il fratello di Albert Ho (anch’egli figura democratica di spicco sotto processo), accusati di aver tentato di inquinare le prove a carico dell’attivista umanitaria. Anche per loro riconosciuta la libertà su cauzione.

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