La campagna anti-corruzione di Hanoi genera crisi nell'immatricolazione dei veicoli

A gennaio l'arresto del direttore dell'agenzia nazionale che si occupa della registrazione dei mezzi ha creato un effetto a cascata. A Ho Chi Min City ora sono operativi la metà dei centri di immatricolazione, con i lavoratori costretti a lavorare di più e gli autisti a stare in coda per giorni prima di poter circolare legalmente.


Hanoi (AsiaNews) - La campagna anti-corruzione messa in atto dal governo vietnamita ha colpito anche il settore dell’immatricolazione dei veicoli, al punto che i media locali parlano di una vera e propria crisi. Dopo l’arresto di Dang Viet Ha, direttore dell'agenzia responsabile dell’immatricolazione di automobili, treni, navi e altri mezzi di trasporto, con l'accusa di aver accettato tangenti, più di 500 persone sono state incarcerate e 59 centri di immatricolazione su un totale di 281 sono stati chiusi in tutto il Paese, causando diversi disagi alla popolazione. Vicino ai centri di registrazione rimasti aperti si sono create file chilometriche, con autisti e guidatori costretti a dormire e mangiare in auto per giorni e a volte anche per settimane.

La situazione attuale è diretta conseguenza di vicende avvenute nei mesi scorsi: a ottobre la polizia di Ho Chi Minh aveva fermato un camion e facendo i controlli di routine aveva scoperto delle irregolarità nei dati di immatricolazione. Le indagini che sono seguite hanno portato a una serie di arresti a metà dicembre, fino ad arrivare ai vertici del centro di immatricolazione nazionale. Solo a Ho Chi Minh City sono stati chiusi quasi la metà dei centri di immatricolazione e se prima la capacità giornaliera di ispezione era di 100 veicoli con 15 operatori, ora è salita a 140 con 13 lavoratori. 

I dipendenti lamentano di aver allungato il turno di lavoro di 4 ore (per un totale di 12 ore al giorno di lavoro e senza aver visto aumentare il proprio stipendio), con i superiori che ogni giorno ricordano loro di non accettare denaro o regali. Inoltre hanno dichiarato di non sapere se hanno violato una regola o meno. Di conseguenza le ispezioni si sono fatte molto più scrupolose e ora circa il 35% dei veicoli non supera i controlli (contro il 15% di prima) al punto che alcuni conducenti sono costretti a tornare anche 7 volte prima di poter circolare legalmente.

Non sembra che la situazione troverà presto una risoluzione: a Ho Chi Minh City 50mila veicoli aspettano di essere immatricolati entro la fine di marzo, un numero che il mese prossimo salirà a 80mila, secondo le previsioni. La città al momento ha una capacità di circa 36mila registrazioni al mese. E il governo non ha ancora fatto sapere se e quando i centri di immatricolazione che sono stati chiusi riapriranno.

Secondo il giornalista esperto Michael Tatarski “questo è solo l'ultimo esempio di quanto sia difficile affrontare il problema del sistema di corruzione: ripulendo il processo di immatricolazione si spera di creare più trasparenza (e strade più sicure?) in futuro, ma quando l'intera rete è costruita sulla corruzione, è destinata a crollare quando viene rimosso il lubrificante che la fa funzionare. E, purtroppo, la gente comune finisce per essere pesantemente danneggiata da tutto ciò”.

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