05/01/2023, 13.13
VIETNAM
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Hanoi: membro Politburo rimosso per corruzione, riunione straordinaria Assemblea nazionale

A fine dicembre il vice ministro Pham Binh Minh (già ministro degli Esteri) è stato espulso dall'organo di vertice del Partito comunista del Vietnam perché - si pensa - legato a una serie di scandali di corruzione legati alla pandemia da Covid-19. Nell'ultimo anno 900 funzionari governativi sono stati indagati. Difficile al momento distinguere scandali da regolamenti di conti politici.

Hanoi (AsiaNews) - L’Assemblea nazionale del Vietnam sta tenendo da oggi una riunione straordinaria di quattro giorni per discutere di “questioni urgenti”, tra cui la rimozione di funzionari governativi di alto rango dai loro incarichi a causa di uno scandalo di corruzione avvenuto durante la fase più dura della pandemia da Covid-19

Il 30 dicembre il Partito comunista del Vietnam (Pcv) ha rimosso dal Politburo l’attuale vice primo ministro Pham Binh Minh, già ministro degli Esteri tra il 2011 e il 2021. Il Comitato centrale del Pcv - unico partito del Paese - ha inoltre votato per la rimozione dalla propria assemblea di un altro vice primo ministro, Vu Duc Dam, ma il comunicato stampa rilasciato alla fine dell’incontro non menziona il motivo dell’allontanamento dei due, se non per “azioni errate”, suscitando speculazioni su lotte intestine. 

In realtà, mentre ai due è stato concesso di mantenere la carica di viceministri, la vicenda legata agli scandali di corruzione sembra allargarsi sempre più, fino a coinvolgere le più alte sfere del potere.

In base a quanto rivelato dalle indagini diversi funzionari governativi hanno addebitato ai cittadini vietnamiti bloccati all’estero durante la pandemia delle sovrattasse su 400 voli di rimpatrio, raccogliendo più di 200 milioni di dollari di mazzette. Inoltre, la Viet A Technology Corporation, una delle più importanti aziende di biotecnologie del Paese, ha venduto tamponi rapidi importati dall’estero ma falsamente etichettati come prodotti in loco a un prezzo maggiorato del 45% grazie alla collusione con i ministeri della Salute e della Scienza e Tecnologia. Il caso, noto anche con il nome Viet A, ha coinvolto sempre più funzionari nell’ultimo anno: almeno 102 persone sono state arrestate, tra cui l’ex ministro della Salute Nguyen Thanh Long e altre personalità locali, poi espulse dal Partito. 

Non si tratta di vicende nuove: il Vietnam fino a un decennio fa era considerato uno dei Paesi più corrotti al mondo e dal 2016 il Partito comunista ha lanciato una serie di campagne anti-corruzione: la più recente è stata paragonata dal leader del Paese, Nguyen Phu Trong, a una “fornace ardente”. Secondo il ministero della Pubblica sicurezza, solo nel 2022 almeno 900 funzionari e dipendenti statali sono stati indagati per casi di corruzione e abuso di potere.

Tuttavia la rimozione di Pham Binh Minh e Vu Duc Dam da due importanti centri di potere lascia ora due posti vacanti, aprendo la questione su chi potrebbe sostituirli. Secondo alcuni, l’allontanamento di Minh e Dam era stato deciso da tempo poiché la riunione straordinaria che si apre oggi era già stata programmata nella seconda metà di dicembre. Non è invece chiaro se ci sarà una nuova ripartizione tra i vice primi ministri del Vietnam, che al momento sono quattro, anche se è probabile che la loro posizione continuerà a essere incerta anche nel nuovo anno. 

Nel frattempo altri analisti sostengono che il Vietnam abbia molto da guadagnare se riuscirà a rafforzare l’immagine di Paese in cui è sicuro fare affari, soprattutto dopo che a causa della politica “zero covid” diversi produttori hanno abbandonato la Cina. Allo stesso è estremamente difficile capire se le recenti epurazioni siano motivate politicamente, perché la stampa e il dissenso sono sotto lo stretto controllo del governo centrale. L’associazione Freedom House cataloga il Vietnam come Paese “non libero” assegnandogli solo 19 punti su 100.

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