A Kiev è iniziato lo sgombero della Lavra delle Grotte
di Vladimir Rozanskij

Nel giorno in cui scade l'ultimatum del governo ucraino i monaci ortodossi fedeli al patriarcato di Mosca hanno cominciato a portare fuori materiali dal complesso in mezzo a un grande dispiegamento di forze di polizia e a una folla di fedeli in preghiera. Anche altre strutture potrebbero subire presto la stessa sorte. Si teme la messa fuori legge dell’intera compagine ecclesiale, che conta circa 12 mila parrocchie in tutta l’Ucraina.


Kiev (AsiaNews) - Secondo le disposizioni del governo di Kiev, i monaci della Lavra delle Grotte legati alla giurisdizione del patriarcato di Mosca (Chiesa Upz), devono sgomberare i locali del monastero entro il 29 marzo. E questa mattina sono cominciate le operazioni di trasloco, con grande spiegamento delle forze di polizia, soprattutto per controllare che non vengano asportati oggetti e mobili di proprietà della Lavra, quindi dello Stato.

Fin dal mattino si è radunata una folla di fedeli, senza particolari intenzioni di manifestare o elevare proteste, ma elevando canti e preghiere negli angoli del cortile antistante l’ingresso, sotto la sorveglianza degli agenti. Diversi monaci hanno cominciato a evacuare i locali, portando con sé diversi macchinari, e alle domande dei giornalisti non hanno neppure saputo spiegare in dettaglio la loro destinazione: “Sono macchine, non saprei dire a che cosa servono”, ha risposto un giovane monaco mentre caricava un grande strumento di tipo industriale. Nella Lavra in questi anni, oltre ai locali per le funzioni religiose, diversi spazi sono stati utilizzati per la produzione di mobili e attrezzature varie, per lo più a scopo commerciale, oltre a macchine tipografiche per la stampa di libri e riviste. 

Circa le possibili nuove destinazioni per la comunità monastica, non sarà facile comunque ai monaci fedeli a Mosca riuscire a ricollocarsi. La Chiesa Upz perderà infatti anche altri siti finora occupati, tutti quelli di proprietà dello Stato, nei quali sono state effettuate varie perquisizioni nei mesi scorsi. La mancata osservanza delle regole di usufrutto, soprattutto gli usi commerciali degli spazi monastici, ha portato alla disdetta dei contratti, che ora vengono richiesti dalla Chiesa autocefala Pzu, che potrebbe sostituire i “confratelli” filo-russi nelle celle monastiche.

In questo senso si è espresso il direttore del Centro per la sicurezza religiosa, un istituto privato di analisi socio-religiosa, Dmitrij Gorevoj, secondo il quale a breve si attende lo sgombero anche di altri due monasteri risalenti al periodo tra XII e XVII secolo a Černigov, e della Lavra di Počaev nella regione di Ternopol, una costruzione del XVII secolo, “che sono anch’essi proprietà dello Stato ucraino”. Il ministro della cultura Aleksandr Tkačenko ha già fatto sapere che anche per questi monasteri “il contratto è in via di risoluzione”, indicando diversi altri edifici con caratteristiche simili, come il monastero della Santissima Trinità nella regione di Rovensk.

In questo modo la Chiesa Upz potrebbe venire privata di ogni proprietà in Ucraina, non solo degli spazi statali di cui ha finora usufruito, con un decreto generale di divieto a qualunque forma di legame giuridico ed ecclesiastico con il patriarcato di Mosca. Dopo i grandi monasteri antichi, la conclusione potrebbe riguardare la violazione delle norme di utilizzo insieme all’accusa di favoreggiamento del nemico, ciò che porterebbe alla messa fuori legge dell’intera compagine ecclesiale, che conta circa 12 mila parrocchie in tutta l’Ucraina.

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