Intellettuali marciano per le strade di Delhi contro il clima di intolleranza dell’Hindutva
Circa 40 intellettuali hanno restituito prestigiosi premi letterari in seguito all’uccisione di un loro collega per le sue idee sull’adorazione delle divinità indù e di un musulmano “colpevole” di aver mangiato carne di vacca. I manifestanti hanno organizzato una protesta pacifica. L’obiettivo è attirare l’attenzione sui crescenti attacchi contro chi critica le politiche radicali dei fondamentalisti indù.

Delhi (AsiaNews/Agenzie) – Questa mattina circa 100 intellettuali, tra cui alcuni dei 40 scrittori che nelle ultime settimane hanno restituito il prestigioso premio Sahitya Akademi, hanno marciato per le strade della capitale indiana per protestare contro il clima di crescente intolleranza nei confronti di chi dissente dalle politiche fondamentaliste dell’Hindutva. Molti di loro avevano il bavaglio sulla bocca e indossavano bracciali neri (v. foto). Sharmila Tagore, una famosa attrice, concorda con il gesto degli scrittori e afferma: “È un momento difficile per l’India. Assistiamo ad un conflitto tra la modernità e la seria minaccia di una regressione che mette a repentaglio la libertà di espressione”.

Dopo l’iniziativa della scrittrice Nayantara Sahgal, nipote del primo premier indiano Jawaharlal Nehru, e del suo collega Ashok Vajpeyi, un famoso poeta in India, è ormai salito a circa 40 il numero degli intellettuali che hanno restituito i propri riconoscimenti alla carriera. Questa mattina i dissidenti sono anche scesi in piazza e hanno marciato fino all’edificio dell’istituto Sahitya, chiedendo che venga approvata una risoluzione con cui vengano prese misure adeguate per salvaguardare la libertà di espressione degli intellettuali e il loro diritto al dissenso.

Gli intellettuali che hanno riconsegnato il prestigioso riconoscimento con cui ogni anno vengono premiati i migliori lavori letterari nelle diverse lingue del Paese, contestano in particolare il clima di intolleranza scaturito dall’uccisione della scrittore laico MM Kalburgi, assassinato a fine agosto per le sue idee sull’adorazione delle divinità e i rituali sacri indù. Inoltre denunciano i numerosi episodi di violenza contro le minoranze religiose del Paese, di cui il caso dell’uomo musulmano linciato a Dadri (nell’Uttar Pradesh) per aver mangiato carne di vacca, è solo il più eclatante.

I manifestanti hanno condannato anche l’atteggiamento del presidente dell’istituto letterario, Vishwanath Prasad Tiwari, che aveva definito come “illogica” la decisione di restituire il premio. Al contrario, essi hanno affermato che la protesta pacifica di oggi ha come obiettivo “esprimere la [loro] rabbia nei confronti del governo, che consente questi atti di violenza anti-sociale” e anche “attirare l’attenzione sugli assalti agli intellettuali”. Nelle ultime settimane infatti, alcuni di questi sono stati aggrediti con il lancio di inchiostro perché hanno criticato il crescente odio razziale da parte di radicali indù che si sta diffondendo nel Paese, contro cui il governo del premier Modi non prende posizione.