Aleppo, l’Onu apre un’inchiesta sull’uso di gas contro i quartieri controllati dai ribelli

Per Staffan del Mistura, se confermato l’attacco costituisce un “crimine di guerra”. Morte quattro persone, diversi ricoverati - fra cui bambini - con problemi respiratori. Al momento non vi sono notizie certe sui responsabili. I raid dell’aviazione russa lasciano senz’acqua Raqqa, capitale del Califfato islamico in Siria. 


Aleppo (AsiaNews/Agenzie) - Le Nazioni Unite hanno aperto un’inchiesta in merito ad un attacco con gas tossico contro un quartiere controllato dal fronte anti-Assad, nella zona orientale di Aleppo, città divenuta negli ultimi tempi simbolo del conflitto siriano. I ribelli puntano il dito contro l’esercito governativo, ritenendolo responsabile dell’attacco al gas cloro nel quale sono morte quattro persone e decine sono rimase ferite. 

L’inviato speciale Onu per la Siria Staffan del Mistura sottolinea che, se confermato, l’uso del cloro come arma costituisce un “crimine di guerra”. Tuttavia, al momento restano forti dubbi su chi siano i reali autori dell’attacco. 

Immagini diffuse dalla Bbc mostrano diverse persone, fra cui bambini (nella foto), ricoverati in ospedale con problemi respiratori. Il personale medico in queste ore ha distribuito a più riprese maschere di ossigeno a uomini, donne e bambini. 

Secondo quanto riferisce il Syrian Civil Defence, gruppo di volontari impegnati nelle emergenze nelle aree controllate dai ribelli, il gas utilizzato è il cloro. Esso era contenuto all’interno di barili bomba caduti nella zona. 

De Mistura sottolinea che sulla vicenda è stata aperta un’inchiesta, aggiungendo che “molte prove mostrano che il fatto è realmente avvenuto”. Egli ha inoltre aggiunto che, se confermato, esso costituisce “un crimine di guerra” che va affrontato “immediatamente”. Tuttavia, non vi sono finora elementi certi atti a identificare i responsabili. 

Un uomo originario del quartiere di Zebdieh, ricoverato in ospedale per cure mediche, riferisce che due missili sono atterrati vicino a lui mentre si trovava in compagnia di un gruppo di amici. “Qualche minuto più tardi - aggiunge - ha iniziato a diffondersi un odore di gas… Gli occhi hanno iniziato a bruciare e ho avuto difficoltà respiratorie. La puzza era tremenda”. 

Il cloro è un composto chimico assai utilizzato nella produzione industriale; il suo uso è però bandito dalla Convenzione sulle armi chimiche (Cac, Parigi 1993). 

Non è la prima volta che, nel contesto del conflitto siriano, si registra l’uso di armi chimiche. Nel 2013 governo e ribelli si sono scambiati accuse e rimpallati la responsabilità di attacchi con agenti chimici. In passato anche il nunzio apostolico in Siria, mons. Mario Zenari, si era scagliato contro l’uso di armi chimiche; il prelato aveva anche mostrato grande apprezzamento per l’accordo Usa-Russia per la consegna e la distruzione delle armi chimiche possedute da Damasco.

Intanto continuano i raid dell’aviazione russa contro obiettivi dello Stato islamico in tutto il Paese. Nelle ultime ore i caccia di Mosca hanno colpito Raqqa, la cosiddetta capitale del Califfato islamico in Siria, tagliando i rifornimenti di acqua alla città.