Massacro di Tiananmen: cittadini pronti a sfidare i divieti per la veglia del 4 giugno

Rischiano fino a cinque anni di carcere. Altri accenderanno candele e smartphone a casa o in un posto diverso dal Victoria Park. Misure contro il Covid valgono per la commemorazione, ma non per altri eventi pubblici. Alla vigilia dell’anniversario, il regime obbliga i dissidenti a lasciare Pechino.


Hong Kong (AsiaNews) – Rischiano fino a cinque anni di carcere, ma alcuni cittadini sono pronti a sfidare i divieti della polizia e a commemorare il 4 giugno al Victoria Park le vittime del massacro di Tiananmen. Il 27 maggio le Forze dell’ordine hanno vietato lo svolgimento della tradizionale veglia in ricordo dell’accaduto. Come nel 2020, le autorità hanno motivato il divieto con la necessità di rispettare le regole sanitarie contro il Covid-19.

Il 4 giugno del 1989 migliaia di studenti e cittadini cinesi furono massacrati a Pechino in piazza Tiananmen per aver chiesto libertà e democrazia nel Paese. Fino al 2019 la Hong Kong Alliance in Support of Patriotic Democratic Movements of China ha organizzato una veglia annuale di commemorazione. Ora il gruppo è nel mirino del fronte filo-Pechino a Hong Kong, che ne chiede la soppressione perché ritenuto “sovversivo”; tre fra suoi esponenti di primo piano, Lee Cheuk-yan, Albert Ho e Richard Tsoi sono in carcere o condannati con pena sospesa per aver preso parte a manifestazioni anti-governative.

La Hong Kong Alliance non chiede ai residenti dell’ex colonia britannica di rinunciare a manifestare, ma li invita a prestare attenzione, considerate le possibili conseguenze penali. Come suggerito da Albert Ho, molti attivisti accenderanno candele o le torce dei propri smartphone in casa o in un posto diverso dal Victoria Park.

Carrie Lam, capo dell’esecutivo cittadino, si è rifiutata stamane di rispondere alle domande della stampa sul bando alla veglia per Tiananmen. Cronisti locali le hanno fatto notare che nei giorni scorsi le misure contro il coronavirus non hanno impedito lo svolgimento di eventi pubblici come fiere floreali e artistiche.

Secondo i critici, la prevenzione contro il Covid è una scusa usata dalle autorità per reprimere il movimento democratico. Lo slogan più intonato durante la veglia è “basta con il governo del Partito unico”: un riferimento al Partito comunista cinese. Lam non ha escluso che la frase rappresenti una violazione della draconiana legge sulla sicurezza voluta dal governo centrale: “Dipende dal contesto”, ha puntualizzato la leader pro-Pechino.

Nel frattempo il regime cinese ha obbligato un certo numero di attivisti e dissidenti democratici ad abbandonare Pechino e a non parlare con la stampa. L’ordine parte ogni anno a ridosso dell’anniversario di Tiananmen. Come riportato da Radio Free Asia e Apple Daily, le autorità hanno adottato finora le misure restrittive nei confronti di Zha Jianguo, Tan Zuoren, Ji Feng e Yang Shaozheng.