Sirajganj (AsiaNews) – Questa “è la prova che i musulmani non si dispiacciono a vedere il presepe. Anzi, migliaia di musulmani e indù visitano ogni giorno la mia casa per ammirarlo. Sono stato costretto a chiedere l’aiuto della polizia per mantenere l’ordine, ma 10 poliziotti non bastano per contenere l’entusiasmo e la calca”. Lo dice ad AsiaNews p. Carlo Buzzi, sacerdote missionario del Pime (Pontificio Istituto Missioni Estere). Egli ha aperto la sua parrocchia di Sirajganj, nella diocesi di Rajshahi, a tutti i fedeli – cristiani, musulmani e indù. E la risposta della comunità è stata entusiasta, nonostante il clima di intolleranza religiosa e politica che di recente ha colpito il Paese.
P. Buzzi è un missionario del Pime presente in Bangladesh dal 1975. Fin dall’inizio della sua missione, ha deciso di vivere insieme ai musulmani, riuscendo a farsi accettare e apprezzare. Tanto che ora, dice, “neanche i poliziotti riescono a contenere l’entusiasmo delle persone che ho invitato”.
P. Carlo racconta ad AsiaNews che “alle feste di ciascuna comunità ci si invita a vicenda” e che i vicini si “offendono se per Natale non li invito a vedere il presepe e a offrire loro qualche dolcetto”. Tutto questo “nonostante il Bangladesh sia un Paese a maggioranza musulmana, con minoranze indù, buddiste e cristiane” che di recente hanno subito numerosi attacchi e minacce da parte dei radicali islamici.
Negli ultimi mesi infatti i fondamentalisti islamici hanno preso di mira le minoranze religiose e gli intellettuali colpevoli di essere “laici”. A novembre un sacerdote del Pime è scampato ad un attentato; in seguito diversi sacerdoti e pastori cristiani sono stati minacciati di morte via sms. In precedenza alcuni blogger e pensatori laici sono stati uccisi a colpi di machete e altri hanno ricevuto lettere minatorie in cui si augura loro la “giusta morte”.
Invece nella parrocchia di p. Buzzi ogni giorno si presentano più di 3500 tra musulmani e indù per vedere il presepe. Vengono formati gruppi di 20 persone che a turno si recano davanti alla mangiatoia (v. foto). L’amministrazione locale ha anche deciso di schierare la polizia per mantenere l’ordine.
P. Carlo conclude: “Il fatto che i musulmani siano turbati a vedere il presepio è solo frutto di una infondata immaginazione. Ognuno sa che gli altri hanno idee e credenze diverse e ci si gode della varietà”.