Colombo (AsiaNews) – Nei primi 100 giorni di governo di Maithripala Sirisena, l’intensità e il numero di attacchi, minacce e intimidazioni contro le voci di dissenso sono diminuiti rispetto al 2014 e al regime dell’ex presidente Mahinda Rajapaksa. È quanto emerge dall’ultimo rapporto di Inform, Centro per la documentazione sui diritti umani in Sri Lanka. Intitolato “In the first 100 days of new presidency 9th January – 19th April 2015”, il documento descrive tutti gli episodi avvenuti nel Paese in questo lasso di tempo.
Pur registrando un miglioramento rispetto al precedente esecutivo, il Centro sottolinea che molto poco è stato fatto per gestire l’impunità legata alle violenze passate. Inoltre, continuano a verificarsi episodi discriminatori per tentare di reprimere le voci di dissenso.
È il caso per esempio di una vicenda avvenuta a Colombo, la capitale, il 19 febbraio scorso. Membri del National Freedom Front (Nff), partito politico affiliato a Rajapaksa, hanno aggredito alcuni attivisti sociali perché distribuivano opuscoli su alcuni membri del partito.
Il rapporta cita poi la vicenda accaduta a giornalisti stranieri di due televisioni private, a cui è stato sequestrato l’equipaggiamento con l’accusa di collaborare con il canale britannico Channel 4. La rete tv inglese negli ultimi anni ha prodotto alcuni documentari, in cui ha accusato l’esercito srilankese di crimini di guerra durante il conflitto tra tamil e singalesi.
Ancora, il documento cita la vicenda dell’attivista per i diritti umani Balendran Jeyakumari (v. foto). Pur essendo stata liberata lo scorso 10 marzo dopo quasi un anno di detenzione, sulla donna sono ancora in vigore restrizioni ai viaggi all’estero. Inoltre, ogni mese deve presentarsi in questura. (MMP)