Elezioni in Kyrgyzstan: “l’amicizia” dei politici verso i cristiani rischia di svanire dopo il voto
di Sergei Colubr
L’appuntamento elettorale è per il 4 ottobre. I candidati visitano parrocchie e chiese in cerca di sostegno. Il vice primo ministro domenica 27 settembre era nella chiesa di Bishkek. Le comunità religiose devono essere registrate nel Paese. Le uniche tre parrocchie cattoliche rischiano il non-rinnovo della registrazione. Il clima elettorale segnato da episodi di violenza.

Bishkek (AsiaNews) - Il prossimo 4 ottobre si svolgeranno in Kyrgyzstan le elezioni parlamentari [che porteranno alle urne 2,7 milioni di persone – ndr]. Nonostante molti cittadini siano demoralizzati dal panorama politico del Paese centro-asiatico, l’appuntamento elettorale è un tema affrontato in vari incontri. Molti candidati stanno cercando il supporto delle comunità cristiane, cattolica e protestante, visitando le parrocchie e chiese presenti sul territorio nazionale.

Valerij Dil, vice primo ministro, ha visitato domenica 27 settembre la chiesa cattolica di Bishkek. Il suo gesto è stato accolto con favore dai fedeli presenti. I leader della comunità cristiana però temono che questa rinnovata “amicizia” delle forze politiche sia finalizzata solo all’ottenimento di voti, senza apportare miglioramenti alla vita dei fedeli nel periodo post-elettorale. Primo tra tutti la registrazione delle chiese all’interno del Paese, obbligatoria per le comunità religiose.

In Kyrgyzstan sono registrate solo tre parrocchie cattoliche: quelle della capitale, di Talas e Jalal-Abad. La procedura per registrare una comunità religiosa richiede il deposito di 200 firme di cittadini lavoratori residenti in una specifica provincia. In questo momento tutte e tre le parrocchie cattoliche rischiano di non vedersi rinnovato il permesso, dal momento che in Parlamento è in discussione una modifica che eleverebbe a 500 le firme necessarie.

Un’altra difficoltà riguarda la costruzione di luoghi di culto. Se da una parte l’autorizzazione dell’edificazione delle moschee non incontra impedimenti [nel Paese l’88% della popolazione è musulmana - ndr], la parrocchia di Talas da tre anni richiede il permesso per la costruzione di nuovi locali.

Il Kyrgyzstan sta provando ad attuare delle elezioni democratiche, ma è molto lontano da una cultura del dialogo. Il 26 settembre scorso Kamchybek Tashiev, ex generale di polizia e ministro delle Emergenze, candidato del partito Ata-Zhurt & Respublica, ha malmenato un oppositore politico, riducendolo in gravi condizioni. Il ministro è arrivato terzo nelle elezioni presidenziali del 2011 [e ha deciso di ritirarsi dall’attuale corsa parlamentare - ndr].

Nonostante questi incidenti, la popolazione del Kyrgyzstan spera che si instauri una vita politica pacifica, estranea a scontri e violenze [come quelli del 2010 a Osh e Jalal-Abad tra esercito regolare e la minoranza uzbeka, che causarono 400 morti, 2mila feriti e 400mila profughi tra la popolazione uzbeka - ndr].