Fra incidenti diplomatici e polemiche, si apre il summit di Vientiane

All’incontro annuale partecipano i 10 membri dell’Asean, Cina, Corea del Sud, Giappone e Stati Uniti. Sul tavolo accordi commerciali, la questione del mar Cinese meridionale e i diritti umani. Alla vigilia gaffe del presidente filippino Rodrigo Duterte, che ha insultato Barack Obama. Il presidente statunitense ha cancellato il faccia a faccia.

 


Vientiane (AsiaNews/Agezie) – Si è aperto con un incidente diplomatico il vertice che vede impegnati in questi giorni in Laos i 10 Paesi membri dell’Asean (Associazione delle nazioni del sud-est asiatico) e i rappresentanti di Cina, Corea del Sud, Giappone e Stati Uniti. Alla vigilia del summit, il presidente filippino Rodrigo Duterte ha insultato il presidente americano Barack Obama, definendolo un “figlio di…” per aver annunciato di voler discutere degli omicidi extragiudiziali consumatisi nelle Filippine negli ultimi mesi.

A seguito di queste dichiarazioni, Obama ha deciso di cancellare l’incontro bilaterale con Duterte in programma per oggi. Al suo posto, l’inquilino della Casa bianca incontrerà il presidente sudcoreano Park Geun-hye, ed è probabile che fra i temi in questione ci sia la risposta alle continue provocazioni della Corea del Nord, che ieri ha lanciato tre razzi nel mar del Giappone.

Nel giro di poche ore sono arrivate le scuse del presidente filippino, che ha affermato: “La nostra intenzione primaria è quella di tracciare una politica estera indipendente, promuovendo legami più stretti con tutte le nazioni e in modo speciale con gli Usa, con i quali abbiamo una lunga storia di cooperazione”.

Nonostante queste dichiarazioni, sembra ormai chiara la volontà di Duterte di distanziarsi da Washington nella speranza di migliorare i rapporti con Pechino. Da qui anche la scelta del presidente di non sollevare la questione del mar Cinese meridionale durante il summit di Vientiane, ma di discuterne solo nel faccia a faccia con il premier cinese Li Keqiang.

Barack Obama è atterrato in Laos nella giornata di ieri, diventando il primo presidente in carica a visitare il Paese. Dopo un incontro con l’omologo Bounnhang Vorachit, oggi il presidente statunitense ha annunciato un accordo triennale da 90 milioni di dollari come contributo alla sicurezza del Laos e alla bonifica dagli ordigni inesplosi.

Fra gli anni ’60 e ’70, infatti, le forze armate americane sganciarono in territorio laotiano circa 2,2 milioni di bombe, un terzo delle quali rimaste inesplose. Secondo Obama, gli Stati Uniti hanno “il dovere morale” di contribuire a risolvere questa minaccia.

In questi giorni Obama perorerà anche la causa della ratificazione del Trattato di libero scambio nel Pacifico (Tpp, Trans-Pacific Partnership), una delle chiavi della sua politica asiatica. L’accordo commerciale, che coinvolge un totale di 12 nazioni dell’area e il 40% dell’economia mondiale, è criticato negli Stati Uniti, dove è visto come una minaccia all’occupazione.