Criticano il soffocamento delle libertà politiche e le crescenti disuguaglianze dovute ai legami esistenti nel territorio fra il grande business e Pechino. Nella dimostrazione, organizzata dal Civil Human Rights Front, si sono infiltrati anche alcune decine di “indipendentisti”.
Hong Kong (AsiaNews) – Diverse migliaia di persone – soprattutto giovani – hanno partecipato ieri alla marcia per la democrazia nel centro di Hong Kong, protestando contro il soffocamento delle libertà politiche e le crescenti disuguaglianze dovute ai legami esistenti nel territorio fra il grande business e Pechino, ad esempio nell’edilizia.
Nella dimostrazione, organizzata dal Civil Human Rights Front, si sono infiltrati anche alcune decine di “indipendentisti”, che reclamano non solo una “speciale autonomia” per Hong Kong, ma una piena indipendenza dalla Cina. Lo scorso settembre, il governo ha messo fuorilegge il partito “indipendentista” perché minaccia la sicurezza del territorio. Il partito indipendentista è nato come reazione al fallimento delle richieste della popolazione di poter eleggere in modo diretto il capo dell’esecutivo di Hong Kong, dopo le gigantesche manifestazioni di Occupy Central nel 2014.
La manifestazione però richiedeva maggior rispetto per l’autonomia di Hong Kong che in questi anni è andata sempre più deteriorandosi, con una maggiore influenza di Pechino sui media, sull’editoria, sul commercio e, naturalmente, sulle elezioni.
Grazie a un accordo fra Cina e Gran Bretagna, dal ritorno di Hong Kong alla Cina, il territorio dovrebbe avere almeno fino al 2049 una discreta autonomia, sigillata con lo slogan “un Paese, due sistemi”. Ma ormai l’influenza di Pechino è visibile in tutti i settori della società.
Secondo gli organizzatori, alla manifestazione hanno partecipato 5500 persone. Per la polizia essi erano solo 3mila.