Il ministro degli Esteri Zarif apre alla diplomazia con la nuova amministrazione Usa. Egli definisce il presidente eletto un "esperto di lungo corso” in politica estera, che può cancellare tutte le sanzioni all’Iran “con tre ordini esecutivi”. Ma per il presidente del Parlamento iraniano non vi sono differenze fra Biden e Trump.
Teheran (AsiaNews/Agenzie) - Teheran è pronta a tornare agli accordi sul nucleare, nel caso in cui il presidente eletto degli Stati Uniti Joe Biden - archiviata la linea dura di Donald Trump - allenterà le sanzioni. Un passo che “può essere compiuto con tre ordini esecutivi” e con estrema facilità. È quanto ha affermato il ministro iraniano degli Esteri Mohammad Javad Zarif, il quale ha aggiunto che la Repubblica islamica è altrettanto pronta a “ritornare a tutti gli impegni presi in materia di nucleare” se la nuova amministrazione Usa allenterà la morsa cancellando tutti i provvedimenti punitivi adottati negli ultimi due anni.
In una intervista pubblicata sul quotidiano statale Iran Daily, Zarif lancia la palla nel campo opposto affermando che “se gli Stati Uniti manterranno gli impegni previsti nella Risoluzione 2231 [del Consiglio di sicurezza Onu], noi manterremo fede ai nostri in base all'accordo sul nucleare". E se Washington “vorrà unirsi ancora al Joint Comprehensive Plan of Action [Jcpoa], noi siamo pronti a negoziare”.
Nel maggio 2018 il presidente uscente Usa Donald Trump ha ordinato il ritiro dal Jcpoa voluto da Barack Obama, introducendo le più dure sanzioni della storia . Una decisione che ha provocato un significativo calo dell’economia iraniana e un crollo delle entrate petrolifere, cui si somma l’emergenza sanitaria innescata dal Covid-19. In risposta Teheran ha minacciato di riprendere l’arricchimento dell’uranio per scopi civili e ha già superato le riserve di uranio a basso arricchimento, oggi di 12 volte superiori ai limiti ammessi in base all’accordo.
Sebbene la sua vittoria sia contestata da Trump, Biden ha più volte sottolineato l’intenzione di tornare agli accordi del 2015 fra Iran e potenze del 5+1. A settembre, interpellato dalla Cnn, l’allora candidato democratico aveva detto di voler offrire all’Iran “un cammino credibile per il ritorno alla diplomazia”.
Nell’intervista il capo della diplomazia di Teheran ha ricordato che “l’America è obbligata ad applicare la risoluzione 2231 come membro delle Nazioni Unite e del Consiglio di sicurezza”. “Se applica questa risoluzione e allenta le sanzioni” eliminando “gli ostacoli alle attività economiche iraniane, allora anche l’Iran manterrà fede” agli obblighi previsti. Zarif descrive infine Biden come “un esperto di lungo corso” in tema di politica estera, che conosce da 30 anni e che “con soli tre ordini esecutivi può cancellare tutte le sanzioni”.
Se sul fronte esterno Zarif si mostra pronto al dialogo, su quello interno egli deve guardarsi dagli attacchi dell’ala conservatrice vicina agli ayatollah. Il presidente del Parlamento Baqer Qalibaf afferma infatti che non vi sono differenze fra Trump e Biden e, in un attacco nemmeno troppo velato al governo e al presidente Hassan Rouhani, sottolinea che la vita della popolazione “non può dipendere” dalle sanzioni Usa. Nel frattempo un settimanale vicino a Pasdaran chiede che la competenza “sul dossier nucleare” sia trasferita dagli Esteri al Consiglio di sicurezza nazionale, guidato da un ex comandante dei Guardiani della rivoluzione (Irgc).