Golfo, prove di distensione: Riyadh riapre spazio aereo e confini col Qatar

Oggi si apre il summit del Consiglio di cooperazione del Golfo (Gcc) in Arabia Saudita. Dopo tre anni sarà presente anche l’emiro del Qatar Sheikh Tamim ben Hamad al-Thani. Segnali che confermerebbero la fine dell’isolamento di Doha nella regione. La mediazione Usa per rafforzare il blocco anti-iraniano.


Riyadh (AsiaNews/Agenzie) - Dal prossimo 11 gennaio l’Arabia Saudita riaprirà il proprio spazio aereo e le frontiere terrestri e marittime al Qatar, dopo tre anni di chiusura e di blocco delle relazioni diplomatiche fra le due monarchie sunnite del Golfo. Riyadh e Doha avrebbero accettato una proposta avanzata dall’emiro del Kuwait, nazione fra le più attive nel tentativo di ricucire i rapporti fra le due potenze regionali. 

L’annuncio è arrivato alla vigilia del summit del Consiglio di cooperazione del Golfo (Gcc), che si apre oggi in Arabia Saudita. Un evento atteso e che, secondo alcune fonti, potrebbe segnare una riconciliazione definitiva fra il padrone di casa, Riyadh, e Doha. Sulla scia del regno wahhabita, anche Emirati Arabi Uniti, Bahrain ed Egitto avevano interrotto nel giugno 2017 i rapporti con il Qatar.

Esperti e analisti sottolineano che all’origine dello scontro vi sarebbero stati i legami fra Doha e Teheran, che in passato hanno confermato il reciproco sostegno economico e diplomatico. Ma in realtà, dietro la controversia - che ha isolato piccolo emirato nell’area del Golfo, avvicinandolo ancor più alla Turchia e al Marocco - vi sarebbe  la contrapposizione all’interno dell’islam sunnita fra Doha e Abu Dhabi e l'appoggio che Doha offre all'islam dei Fratelli musulmani.

Il ministro degli Esteri del Kuwait ha riferito di una serie di telefonate nei giorni scorsi fra l’emiro e i leader di Arabia Saudita e Qatar, nel tentativo di mediare nella crisi. Dietro ai tentativi di riconciliazione vi sarebbe anche l’opera di mediazione degli Stati Uniti, impegnati a ricucire lo strappo per rafforzare l’asse comune fra i Paesi del Golfo, di fronte a quella che viene chiamata dall’amministrazione Trump uscente la “minaccia iraniana”. In passato Riyadh aveva posto 13 condizioni per la ripresa delle relazioni con Doha, fra i quali la fine delle trasmissioni del canale satellitare di informazione al-Jazeera, osteggiata da molti regimi arabi, la promessa di interrompere i finanziamenti ai gruppi estremisti (leggi Fratelli musulmani) e la chiusura di una base militare turca sul proprio territorio.