Yemen: Msf, per guerra e bombardamenti crisi sanitaria sempre più grave

La situazione di maggiore criticità nel nord-ovest. In tre anni quasi 17mila raid aerei sul Paese. A dicembre nel solo governatorato di Saada 541 attacchi. Gli operatori di Msf hanno curato 7mila persone, di cui il 44% bambini con meno di cinque anni e il 41% donne. Per i malati difficile ricevere cure mediche o trattamenti.

 


Sana’a (AsiaNews) - In Yemen bombardamenti e costi dei trasporti aggravano sempre più l’emergenza sanitaria e impediscono alle persone di accedere alle cure mediche. A lanciare l’allarme sono gli operatori umanitari di Medici senza frontiere (Msf), secondo cui la situazione di particolare difficoltà si registra nel nord-ovest, dove negli ultimi sei mesi la coalizione internazionale a guida saudita (ed Emirati) ha intensificato gli attacchi contro i ribelli sciiti Houthi. La popolazione, avvertono gli esperti di Msf in una relazione inviata ad AsiaNews, è oggi più che mai “esposta” ai “traumi” derivanti dal conflitto.

Dagli ospedali di Haydan e dal governatorato di Saada arriva la denuncia di una situazione in rapido deterioramento. Secondo gli ultimi dati relativi alla guerra elaborati da Yemen Data Projec, sul Paese si sono abbattuti quasi 17mila attacchi aerei negli ultimi tre anni, con una media di 15 al giorno. Nel solo governatorato di Saada a dicembre si sono registrati 541 raid, con un aumento del 67% rispetto al mese precedente. A preoccupare sono le vittime civili: infatti, almeno una incursione su tre ha centrato siti non militari. Fra questi vi sono infrastrutture pubbliche, mercati, case e veicoli civili. Le strade finiscono con facilità nel mirino delle bombe e l’incessante serie di attacchi ha reso difficile gli spostamenti.

Nel nosocomio di Haydan, che sorge nei pressi del fronte, distrutto da un bombardamento nel 2015 e riaperto nel marzo dello scorso anno, Msf ha curato circa 7mila persone, di cui il 44% bambini con meno di cinque anni e il 41% donne. Ogni giorno la struttura accoglie in media 60 persone; i bambini vengono ricoverati per infezioni respiratorie, dissenteria e anemia.

Frédéric Bonnot, coordinatore Msf ad Haydan, conferma che i bombardamenti hanno “un impatto sulla nostra capacità di trasferire i pazienti” verso altre strutture più attrezzate. Questo causa “ritardi” a fronte di “situazioni di vita o di morte”. “In un’area montuosa - aggiunge Roberto Scaini, vicepresidente Msf - e di villaggi remoti, il problema più grande resta come arrivarci […]. Spesso i feriti di guerra arrivano in condizioni ormai critiche. Per chi soffre di malattie croniche, cardiache o tumori, è difficile garantire trattamenti a lungo termine in tutto lo Yemen”.

In questo contesto di guerra e devastazioni emergono continue storie di sofferenze: come quella della piccola Abeer, neonata di tre settimane, arrivata all’ospedale fra le braccia del nonno. Egli ha dovuto vendere il proprio pugnale (Jambiya) per pagare le spese del viaggio, mentre il padre è rimasto a lavorare nei campi. Ora è sotto antibiotici. O quella della 19enne Qoussor, che ha sempre vissuto sotto la guerra, e oggi ha un figlio di un mese e mezzo di nome Nabil, con difficoltà respiratorie. Hanno aspettato oltre un’ora e mezza ai margini della strada, prima di trovare un’auto che li portasse all’ospedale, dove il bambino è rimasto ricoverato per più di una settimana.

Dal gennaio 2015 il Paese arabo è teatro di un sanguinoso conflitto che vede opposte la leadership sunnita dell’ex presidente Hadi, sostenuta da Riyadh, e i ribelli sciiti Houthi, vicini a Iran ed Hezbollah. Nel marzo dello stesso anno una coalizione araba a guida saudita ha promosso raid contro i ribelli, finiti nel mirino dell’Onu per le vittime civili. Tra questi vi sono anche bambini.

Il vicario apostolico mons. Paul Hinder ha denunciato più volte la gravità del “disastro” in atto, con vittime cristiane come accaduto nell’assalto alle Missionarie della Carità di Aden.

Oggi gli Houthi occupano circa il 30% del territorio, soprattutto nel nord dove si concentra la maggior parte della popolazione. A sud - controllato dal governo di Aden vicino ai sauditi - si è formato un nuovo fronte di scontro con la comparsa di gruppi separatisti filo-emirati. In questo contesto di guerre e divisioni che hanno provocato almeno 10mila vittime si aggiunge il blocco imposto da Riyadh nel novembre scorso in risposta al lancio di razzi Houthi.