09/11/2017, 12.48
YEMEN
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Msf: il blocco saudita alle frontiere dello Yemen impedisce gli aiuti a una popolazione stremata

In risposta al lancio di un razzo degli Houthi, la coalizione guidata da Riyadh ha fermato gli ingressi via mare, terra e aria. Disattesa la promessa di consentire il passaggio di cibo e medicinali. Per l’Onu vi è il pericolo della peggior carestia al mondo con milioni di vittime. Responsabile Msf: Fondamentale l’assistenza umanitaria. 

 

Sana’a (AsiaNews) - La chiusura delle frontiera in Yemen, imposta negli ultimi quattro giorni dalla coalizione araba a guida saudita, “ostacola” in modo grave l’opera di “assistenza medico-umanitaria” a una popolazione civile “già stremata” dalla guerra. È quanto afferma in una nota, inviata ad AsiaNews, l’Ong internazionale Medici Senza Frontiere (Msf) che chiede “l’immediato accesso al Paese”, perché possano riprendere le distribuzioni di cibo e medicinali ai “più bisognosi”. Nel Paese arabo è si sta consumando la peggiore carestia al mondo e sinora la coalizione, aggiungono gli attivisti, ha disatteso la promessa di consentire “l’ingresso e l’uscita delle forniture e del personale umanitario”.

Nei giorni scorsi la coalizione araba a guida saudita (e sunnita) in lotta contro i ribelli sciiti Houthi ha imposto la chiusura delle frontiere di terra, aria e mare in risposta al lancio di un missile, intercettato poco prima di colpire l’aeroporto internazionale di Riyadh. Parte dei frammenti del razzo lanciato dai ribelli sono caduti nell’area circostante lo scalo.

Secondo i vertici del regno wahaabita il provvedimento è necessario per impedire il passaggio di armi dall’Iran agli Houthi. Di fatto esso si inserisce nel contesto della guerra a tutto campo lanciata dal principe ereditario - e numero due del Paese - Mohammed bin Salman (Mbs) contro la Repubblica islamica, che rischia di incendiare tutto il Medio oriente dopo la Siria e lo Yemen.

Intervenendo al Consiglio di sicurezza Onu Mark Lowcock, sottosegretario Onu per gli Affari umanitari, sottolinea che “se non verrà rimosso il blocco”, lo Yemen sperimenterà “la peggior carestia al mondo mai vista in decenni, con milioni di vittime”. Il Paese importa ogni tipo di risorsa, dal cibo, al gasolio, alle medicine e la popolazione conta sugli aiuti per sopravvivere. Fonti della Croce rossa parlano di situazione “catastrofica”, aggiungendo che è “vitale” la consegna di compresse di cloro necessarie per depurare l’acqua e contenere l’epidemia di colera in atto e che ha già colpito 900mila persone.

Una preoccupazione condivisa dagli operatori di Medici Senza Frontiere sul campo. In una nota Justin Armstrong, capo missione Msf in Yemen, afferma che “negli ultimi quattro giorni la Coalizione non ha permesso […] di volare da Gibuti a Sana’a o Aden, nonostante le continue richieste di autorizzazione”. “Il vasto impatto di questo blocco - aggiunge - è già evidente, e mette in pericolo centinaia di migliaia di vite umane. Nei centri maggiori, i prezzi del carburante sono aumentati, le forniture di gasolio e di gas per cottura stanno scarseggiando e le spedizioni di farmaci essenziali sono bloccate alle frontiere”. L’economia yemenita è “devastata”, conclude Armstrong, per questo “l’assistenza umanitaria è così importante”. 

Dal gennaio 2015 la nazione del Golfo è teatro di un sanguinoso conflitto interno che vede opposte la leadership sunnita dell’ex presidente Abedrabbo Mansour Hadi, sostenuta da Riyadh, e i ribelli sciiti Houthi, vicini all’Iran e agli Hezbollah libanesi. Nel marzo 2015 una coalizione araba a guida saudita ha promosso raid contro i ribelli, finiti nel mirino delle Nazioni Unite per le vittime [fra i civili] che hanno provocato. Tra questi vi sono anche bambini.

Fonti Onu parlano di quasi 9mila morti, di cui il 60% circa civili, e 45mila feriti. Su un totale di 28 milioni di abitanti, il conflitto ha inoltre lasciato fino a 18,8 milioni di persone bisognose di assistenza e di aiuti umanitari per poter sopravvivere. Di questi, almeno sette milioni sono considerati sull’orlo della carestia; tra loro 2,3 milioni sono bambini “malnutriti” e di età inferiore ai cinque anni.(DS)

 

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