11/15/2016, 16.20
梵蒂冈
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教宗指出共同承担气候问题的责任推动“稳固”发展形式

教宗致函十一月七日至十八日在摩洛哥马拉喀什召开的第二十二届联合国气候变化大会。指出“我们能够也应该输导我们的科技智慧,培养,也是限制我们的权力,从而为另一种进步服务,更加健康的、社会性的全面”的进步。“奠定在废弃文化基础上的生活方式是无法支持的,不应该在我们发展和教育模式中占有空间”

梵蒂冈城(亚洲新闻)—在沉重打击全人类,特别是穷人的气候变化问题上采取必要的措施,不仅要求技术,也要求政治意愿从而增进共同承担责任、促进“稳固”发展形式的良知。这是教宗方济各致函十一月七日至十八日在摩洛哥马拉喀什召开的第二十二届联合国气候变化大会文告中指出的。

            文件指出,“目前环境落后的局势与人类、伦理道德和社会的衰退紧密联系在一起。不幸的是,我们每天都在感受、质询我们所有人,每一个人按照各自的作用和能力”。

            第二十二届联合国气候变化大会在一年前颁布的巴黎协议生效不久召开。这一文件的实施“意味着充分意识到了问题的严重性”。教宗援引《愿祢受赞颂》通谕指出,“人类仍有能力团结合作,建立共同的家园”。“人类……有责任去培养自己的能力来保护大自然及激发其潜力。……天主交托世人照顾的脆弱世界,正挑战我们如何设计出明智方法,去导引、发展及限制我们的权力”。从而使“我们具有所需的自由去限制和引导科技;我们可令科技为另一种更健康、更人性、更具社会性、更整合的发展形态服务”。

教宗强调“奠定在废弃文化基础上的生活方式是无法支持的,不应该在我们发展和教育模式中占有空间”。

            教宗致函第二十二届联合国气候变化大会文告全文如下:

A Sua Eccellenza il Signor Salaheddine Mezouar
Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione del Regno del Marocco
e Presidente della 22ª sessione della Conferenza degli Stati Parte
alla Convenzione-Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (COP22)

(Marrakesh, 17-18 novembre 2016)

Eccellenza,

L’attuale situazione di degrado ambientale, fortemente connesso con il degrado umano, etico e sociale (Enc. Laudato si’, 48.56.122), che purtroppo sperimentiamo quotidianamente, interroga tutti noi, ognuno con i propri ruoli e competenze, e ci porta ad essere qui riuniti con un rinnovato senso di consapevolezza e di responsabilità.

Il Regno del Marocco ospita, infatti, la COP22 pochi giorni dopo l’entrata in vigore dell’Accordo di Parigi, adottato meno di un anno fa. La sua adozione rappresenta una forte presa di coscienza che, di fronte a tematiche così complesse come il cambiamento climatico, l’azione individuale e/o nazionale non è sufficiente, ma è necessario attuare una risposta collettiva responsabile intesa realmente a «collaborare per costruire la nostra casa comune» (ibid., 13). D’altro canto, la rapida entrata in vigore dell’Accordo rafforza la convinzione che possiamo e dobbiamo veicolare la nostra intelligenza per indirizzare la tecnologia, nonché coltivare e anche limitare il nostro potere (cfr ibid., 78), e metterli «al servizio di un altro tipo di progresso, più sano, più umano, più sociale e più integrale» (ibid., 112), capace di porre l’economia al servizio della persona umana, di costruire la pace e la giustizia, di salvaguardare l’ambiente.

L’Accordo di Parigi ha tracciato una chiara strada sulla quale l’intera comunità internazionale è chiamata a impegnarsi; la COP22 rappresenta una tappa centrale di questo percorso. Esso incide su tutta l’umanità, in particolare sui più poveri e sulle generazioni future, che rappresentano la componente più vulnerabile dal preoccupante impatto dei cambiamenti climatici e ci richiama alla grave responsabilità etica e morale di agire senza indugio, in maniera quanto più libera possibile da pressioni politiche ed economiche, superando gli interessi e i comportamenti particolaristici.

In tale prospettiva trasmetto il mio saluto a Lei, Signor Presidente, e a tutti i partecipanti a questa Conferenza, insieme al mio vivo incoraggiamento affinché i lavori di questi giorni siano animati dallo stesso spirito collaborativo e propositivo manifestato durante la COP21. Dopo di essa è iniziata la fase della messa in atto dell’Accordo di Parigi; momento delicato, in cui ci si confronta, entrando in maniera più concreta nell’elaborazione delle regole, dei meccanismi istituzionali e degli elementi necessari per una sua corretta ed efficace attuazione. Si tratta di aspetti complessi che non possono essere delegati alla sola interlocuzione tecnica, ma necessitano di un continuo supporto e incoraggiamento politico, basato sulla consapevolezza che «siamo una sola famiglia umana. Non ci sono frontiere e barriere politiche o sociali che ci permettano di isolarci, e per ciò stesso non c’è nemmeno spazio per la globalizzazione dell’indifferenza» (ibid., 52).

Uno dei principali contributi di questo Accordo è quello di stimolare a promuovere strategie di sviluppo nazionali e internazionali basate su una qualità ambientale che potremmo definire solidale; esso, infatti, incoraggia alla solidarietà nei confronti delle popolazioni più vulnerabili e fa leva sui forti legami esistenti tra la lotta al cambiamento climatico e quella alla povertà. Sebbene siano molteplici gli elementi di carattere tecnico chiamati in causa in questo ambito, siamo anche consapevoli che non si può limitare il tutto alla sola dimensione economica e tecnologica: le soluzioni tecniche sono necessarie ma non sufficienti; è essenziale e doveroso tenere attentamente in considerazione anche gli aspetti etici e sociali del nuovo paradigma di sviluppo e di progresso.

Qui si entra nei fondamentali campi dell’educazione e della promozione di stili di vita volti a favorire modelli di produzione e consumo sostenibili (cfr ibid., 180); e si richiama la necessità di far crescere una coscienza responsabile verso la nostra casa comune (cfr ibid., 202.231). A tale compito sono chiamati a dare il proprio contributo tutti gli Stati Parte così come i non-Party stakeholders: la società civile, il settore privato, il mondo scientifico, le istituzioni finanziarie, le autorità subnazionali, le comunità locali, le popolazioni indigene.

In conclusione, Signor Presidente e Signori partecipanti alla COP22, formulo i miei migliori auguri affinché i lavori della Conferenza di Marrakech siano guidati da quella coscienza della nostra responsabilità che deve spronare ognuno di noi a promuovere seriamente una «cultura della cura che impregni tutta la società» (ibid., 231), cura nei confronti del creato, ma anche del prossimo, vicino o lontano nello spazio e nel tempo. Lo stile di vita basato sulla cultura dello scarto è insostenibile e non deve avere spazio nei nostri modelli di sviluppo e di educazione. Questa è una sfida educativa e culturale alla quale, perché sia realmente efficace nel conseguire i suoi impegnativi obiettivi, non può mancare di rispondere anche il processo d’implementazione dell’Accordo di Parigi. Mentre prego per un proficuo e fruttuoso lavoro della Conferenza, invoco su di voi e su tutti i partecipanti la Benedizione dell’Onnipotente, che vi chiedo di portare a tutti i cittadini dei Paesi che voi rappresentate.

Riceva, Signor Presidente, il mio più sentito e cordiale saluto.

Dal Vaticano, 10 novembre 2016

FRANCESCO

 

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