09/20/2016, 17.19
意大利 - 梵蒂冈
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教宗在亚西西指出基督徒要懂得站在“那些今天处于被顶十字架上的人”身边

教宗在“渴望和平:宗教与文化对话”活动中默想。“战争的受害者们祈求和平,战争仇恨污染了人们、用武器污染了土地;我们那些生活在轰炸威胁下的兄弟姐妹们或者被迫背井离乡移民异乡、被剥夺了家园的人祈求和平”

亚西西(亚洲新闻)—基督徒要懂得站在“那些今天处于被钉十字架上的人”身边;“站在那些呼求和平的人、求助的人身边。他们求助,但却无人问津”。这是教宗方济各今天下午在意大利亚西西圣方济各大殿向在场的各宗教代表们提出的建议。也是教宗在今天的“渴望和平:宗教与文化对话”活动中的默想。这次活动,是由圣爱智德团体、方济各大家庭以及意大利翁布里亚省各教区为纪念一九八六年十月二十七日先教宗圣若望·保禄二世发起各宗教为世界和平祈祷三十周年而举行的。

            清晨抵达亚西西后,教宗与十二位世界各战乱国家的难民、君士坦丁堡宗主教巴尔多禄茂一世、西罗-东正教会宗主教、波兰哲学家等共进午餐。其间,一位来自叙利亚阿勒颇的女士讲述那里的灾难性境况。

            午餐后,教宗单独会晤了君士坦丁堡宗主教巴尔多禄茂一世、坎特伯雷大主教、印度尼西亚穆斯林教长理事会主席、以色列大拉比等各国宗教人士。

            各宗教代表分别按照各自信仰礼仪在亚西西不同地点祈祷。然后,共同聚集在圣方济各大殿和教宗一起为和平祈祷。其间,一一提及所有正处在战争、冲突中的国家和地区;并为每一个这样的国家和地区点燃一支蜡烛。

            教宗方济各和巴尔多禄茂一世的默想反思中都围绕《默示录》中被钉十字架上的耶稣说的“我渴”展开。

            教宗讲话全文如下:

Di fronte a Gesù crocifisso risuonano anche per noi le sue parole: «Ho sete» (Gv 19,28). La sete, ancor più della fame, è il bisogno estremo dell’essere umano, ma ne rappresenta anche l’estrema miseria. Contempliamo così il mistero del Dio Altissimo, divenuto, per misericordia, misero fra gli uomini.

Di che cosa ha sete il Signore? Certo di acqua, elemento essenziale per la vita. Ma soprattutto ha sete di amore, elemento non meno essenziale per vivere. Ha sete di donarci l’acqua viva del suo amore, ma anche di ricevere il nostro amore. Il profeta Geremia ha espresso il compiacimento di Dio per il nostro amore: «Mi ricordo di te, dell’affetto della tua giovinezza, dell’amore al tempo del tuo fidanzamento» (Ger 2,2). Ma ha dato anche voce alla sofferenza divina, quando l’uomo, ingrato, ha abbandonato l’amore, quando – sembra dire anche oggi il Signore – «ha abbandonato me, sorgente di acqua viva, e si è scavato cisterne, cisterne piene di crepe, che non trattengono l’acqua» (Ger 2,13). È il dramma del “cuore inaridito”, dell’amore non ricambiato, un dramma che si rinnova nel Vangelo, quando alla sete di Gesù l’uomo risponde con l’aceto, che è vino andato a male. Come, profeticamente, lamentava il salmista: «Quando avevo sete mi hanno dato aceto» (Sal 69,22).

“L’Amore non è amato”: secondo alcuni racconti era questa la realtà che turbava San Francesco di Assisi. Egli, per amore del Signore sofferente, non si vergognava di piangere e lamentarsi a voce alta (cfr Fonti Francescane, n. 1413). Questa stessa realtà ci deve stare a cuore contemplando il Dio crocifisso, assetato di amore. Madre Teresa di Calcutta volle che nelle cappelle di ogni sua comunità, vicino al Crocifisso, fosse scritto “Ho sete”. Estinguere la sete d’amore di Gesù sulla croce mediante il servizio ai più poveri tra i poveri è stata la sua risposta. Il Signore è infatti dissetato dal nostro amore compassionevole, è consolato quando, in nome suo, ci chiniamo sulle miserie altrui. Nel giudizio chiamerà “benedetti” quanti hanno dato da bere a chi aveva sete, quanti hanno offerto amore concreto a chi era nel bisogno: «Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi fratelli più piccoli, l’avete fatto a me» (Mt 25,40).

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