Secondo lo studio nel 2024 si è toccata la quota massima di spese militari, per un totale di 2.700 miliardi di dollari. In Cina la metà delle spese per la difesa di tutta l’Asia. Prosegue l’escalation nell’estremo oriente asiatico, soprattutto in Giappone. In Medio oriente emerge il caso di Israele che ha destinato l’8,8% del Pil in spese militari, secondo dato più elevato al mondo.
È la stima fornita dal Korea Institute for Defense Analyse, vicino a Seoul, per l’invio di armi, uomini e tecnologie alla Russia da parte del regime dei Kim. Fra le forniture anche 21mila container di armi via mare. Fra la fine del 2024 e l’inizio dell’anno il Nord ha mandato quasi 127mila mail di phishing a funzionari, giornalisti e ricercatori del Sud.
Le autorità di Seoul denunciano l'“inumana” distruzione di un luogo dal forte valore simbolico. Un gesto che prosegue la politica di archiviazione di ogni prospettiva di riunificazione fra Nord e Sud. Negli anni aveva la struttura sul monte Kumgang aveva accolto riunioni fra parenti separati per decenni dal conflitto: l'ultimo incontro risaliva al 2018.
L’ong è stata fondata nel 1996 da un attivista americano e dalla moglie. Nel nord inviano cibo, medicine e generi di prima necessità per le fasce più povere. E attraverso una “rotta sotterranea” conducono gli esuli al sicuro in nazioni dell’area. Uno spirito cristiano che attira come volontari anche persone che non credono.
A settant'anni dall'armistizio che provocò la ferita della divisione il segretario generale di PSCORE, Bada Nam, racconta l'impegno della sua organizzazione per aiutare chi fugge da Pyongyang a inserirsi nella società sudcoreana. "Sempre più difficile oggi scappare: nostro compito è continuare a ricordare le violazioni dei diritti umani perpetrate dal regime. La causa dell'unificazione non è fatta solo di rapporti politici: ha bisogno delle storie delle persone".
Proprio mentre tra le giovani generazioni scendono i favorevoli alla riunificazione, le serie tv della Corea del Sud diffuse anche attraverso le piattaforme di streaming stanno svolgendo all'opposto anche un ruolo culturale che va oltre l'intrattenimento: abbattono alcuni stereotipi sulla Corea del Nord e alimentano un sentimento di vicinanza tra Nord e Sud.
La rotta settentrionale che passa dalla Cina per poi arrivare a Seoul via Mongolia o dal Sud-est asiatico ha rappresentato per migliaia di richiedenti asilo l'unica possibilità. Dalla fine degli anni Novanta in 33mila sono riusciti a raggiungere la Corea del Sud. Ma la pandemia ha stretto le maglie. E decine di migliaia di nord-coreani che si trovano in territorio cinese temono che la riapertura dei confini con Pechino sia l'anticamera del rimpatrio.
A settant’anni dall’armistizio che segnò la separazione Pyongyang punisce con pene severissime il diffondersi tra la popolazione della Repubblica Popolare Democratica del coreano parlato a Seoul. Un modo per limitare l'influenza del Sud, ma la cultura popolare dell'Hallyu è sempre più presente anche al Nord e può giocare un ruolo chiave tra le giovani generazioni.
I sistemi di controllo e l’intelligenza artificiale hanno aumentato i rischi e i costi per quanti cercano di fuggire dal regime dei Kim. Se un volto non corrisponde a un profilo, la polizia è pronta a intervenire. Covid-19 e sorveglianza hanno abbattuto i numeri dei fuggiaschi. Le tariffe richieste dagli "intermediari" sono aumentate fino a 10-15mila dollari.
Il pellegrinaggio per l'unità del popolo coreano è stato guidato dal presidente della Conferenza episcopale a 70 anni dall'armistizio: si è pregato davanti all'Eucaristia nel luogo di culto cattolico più vicino a Pyongyang. In un messaggio la preoccupazione per le rinnovate tensioni e il rischio di escalation nucleare: "La ripresa del dialogo, non la deterranza con le armi, sono la via per la pace".