All'Angelus, Leone XIV ha commentato lo "scenario drammatico" in Medio Oriente a poche ore dall'annuncio di Trump dell'intervento statunitense in Iran. "L’umanità grida e invoca la pace: è un grido che chiede responsabilità e ragione”. "Non esistono conflitti ‘lontani’ quando la dignità umana è in gioco". L'invito a non dimenticare la "sofferenza quotidiana della popolazione", specialmente a Gaza.
Il pontefice ha ricevuto politici e amministratori da 68 Paesi giunti in Vaticano per il Giubileo dei governanti. La promozione della libertà religiosa e le sfide poste dall’intelligenza artificiale tra le priorità indicate. Il richiamo alla Dichiarazione Univerale dei Diritti Umani del 1948 "testo sempre attuale per restituire dignità a chi non si sente rispettato".
Pubblicato il rapporto realizzato su mandato di Bergoglio da un gruppo di economisti guidato dal Premio Nobel Joseph Stiglitz. Un documento di 28 pagine che chiede non solo una nuova iniziativa globale per aiutare i Paesi poveri più indebitati, ma indica anche le regole per una finanza internazionale più giusta, che non continui a ricreare ciclicamente il problema attraverso meccanismi iniqui.
Leone XIV, al termine dell'udienza in San Pietro ha ricordato le "grida dai luoghi di guerra", in Ucraina, Iran, Israele e Gaza. Citando la Gaudium et spes: l'uso di "armi scientifiche di ogni genere" può condurre a "barbarie" più grandi dei tempi passati. Appello ai responsabili con le parole di Pio XII: "Nulla è perduto con la pace".
Nuovo appello per la pace "in Medio Oriente, in Ucraina e nel mondo intero". In Myanmar "nonostante il cessate il fuoco, continuano i bombardamenti", ha ricordato Prevost. In Nigeria in un "terribile massacro" sono morte 200 persone, ospiti di una missione cattolica: "Sicurezza, giustizia e pace prevalgano". Nell'omelia in San Pietro: sport favorisce "cultura dell'incontro e fratellanza".
Prevost al termine dell'udienza giubilare odierna ha parlato della situazione "deteriorata" tra Iran e Israele. L'impegno per "un mondo più sicuro e libero dalla minaccia nucleare" va perseguito tramite "dialogo sincero" e "incontro rispettoso", per ottenere una pace duratura. “Nessuno dovrebbe mai minacciare l’esistenza dell’altro”.
Ad AsiaNews l’arcivescovo di Teheran-Ispahan dei latini racconta la preoccupazione per l’escalation delle ultime ore. Il porporato - che ha partecipato al conclave che ha eletto Leone XIV - era stato nominato da papa Francesco proprio per mantenere viva “la presenza” cristiana con il compito di “integrare, includere, essere in contatto con la nazione nei suoi vari livelli”.
Il presidente libanese primo capo di Stato della regione in udienza dal pontefice proprio nelle ore dell'attacco israeliano a Teheran. Nella nota della Santa Sede il riferimento alle “buone relazioni” con Beirut e il sostegno al “processo di stabilizzazione e riforme”. Preoccupazione in Libano per il nuovo fronte di guerra: Hezbollah assicura che non intraprenderà “iniziative militari”. In gioco anche il destino di Unifil.
Prevost ha incontrato circa 40mila fedeli in piazza San Pietro. Continuando le catechesi giubilari sul tema "Gesù Cristo nostra speranza" ha commentato l'episodio della guarigione del cieco Bartimeo a Gerico: "Mai abbandonare la speranza anche quando ci sentiamo perduti”. La preghiera per le vttime del massacro nella scuola di Graz, Austria. Stamane l'incontro con Guterres, Segretario generale dell'Onu.
Stamane nella Sala Clementina Prevost ha incontrato 98 rappresentanti del corpo diplomatico della Santa Sede. Essi sono modello "non certo perfetto" del messaggio della Chiesa in favore "della fraternità umana e della pace tra tutti i popoli", "al servizio della dignità della persona umana".
Nella Messa di Pentecoste l’esortazione ad accogliere lo Spirito Santo che abbatte muri e pregiudizi tra i popoli: “Dove c’è l’amore non c’è spazio per l’esclusione che emerge dai nazionalismi politici”. Nella veglia di ieri sera il messaggio a movimenti e associazioni riuniti per il loro Giubileo: “L’evangelizzazione non è una conquista umana del mondo”
Alla viglia del loro Giubileo che si tiene a Pentecoste, papa Prevost ha incontrato in Vaticano i responsabili internazionali delle associazioni e dei gruppi di fedeli riconosciuti dalla Santa Sede. “Dio suscita i carismi, perché questi risveglino nei cuori il desiderio dell’incontro con Cristo". "Siate tra di voi lievito di unità, di comunione e di fraternità per il mondo lacerato dalla discordia".
All'udienza di oggi, davanti a 35mila fedeli in piazza San Pietro, Prevost ha continuato le catechesi giubilari su "Gesù Cristo nostra speranza". La parabola nel Vangelo di Matteo è "un raccconto che nutre la nostra speranza". AI giovani: "Non rimandare, rimboccati le maniche, perché il Signore è generoso e non sarai deluso”.
In piazza San Pietro oggi 70mila partecipanti al Giubileo delle famiglie, dei bambini, dei nonni e degli anziani. Prevost durante l'omelia: l'umanità viene "tradita" quando "s'invoca la libertà non per donare la vita, bensì per toglierla". Al Regina Caeli un pensiero alle famiglie che soffrono per la guerra "in Medio Oriente, in Ucraina e in altre parti del mondo".
Nella giornata che la Chiesa dedica alla Visitazione della Beata Vergine Maria il pontefice in san Pietro presiede l’ordinazione di 11 diaconi. Fra loro un presbitero di origine vietnamita. Nell’omelia li esorta a essere “non padroni, ma custodi” e, richiamando un tema caro a papa Francesco, chiede loro di rifuggire “dall’autorefernzialità”. E “Dio non si è stancato di radunare i suoi figli”.
La riflessione di 150 delegati giunti da numerosi Paesi dell'Asia e dal resto del mondo nella capitale della Cambogia per l'ottavo Colloquio organizzato dal dicastero per il Dialogo interreligioso. Ricordato l'esempio di Maha Ghosananda, il venerabile maestro Theravada che fu vicino alle vittime del genocidio. "Attraverso l'amore, la giustizia e la solidarietà umana duratura costruiamo un mondo dove la pace sia più della semplice assenza di conflitto”.
Prevost ha incontrato in Vaticano 300 rappresentanti di movimenti e associazioni dedite alla pace: "Generate speranza". Rilanciato l'evento Arena di Pace del 2024 con Bergoglio; simbolo fu l'abbraccio tra Maoz Inon, israeliano, e Aziz Abu Sarah, palestinese, presenti anche oggi. La via per la pace è "comunitaria", viene dai leader come "dal basso". Possibile quando le differenze sono "riconosciute, assunte, attraversate".
A San Pietro, nella seconda udienza del mercoledì, Prevost ha ricordato la Striscia: "Sempre più intenso il pianto di mamme e papà". E l'Ucraina: "Fermare la guerra e sostenere ogni iniziativa di dialogo e di pace". La catechesi sulla parabola del buon Samaritano: "È semplicemente una persona". "Davanti all'altro possiamo decidere: prendercene cura o fare finta di niente".
La direttrice dei Musei vaticani Barbara Jatta e il vescovo ausiliare di Tokyo mons. Andrea Lembo hanno presentato il significato del simbolo di speranza portato dal Vaticano all’esposizione universale in corso in Giappone. L'opera è esposta per sei mesi in uno spazio riservato del Padiglione Italia. “Caravaggio non ci chiede di credere. Ci chiede solo di guardare. E nel guardare di riconoscere che quel corpo potrebbe essere il nostro".
Nel primo Regina Caeli dalla finestra del Palazzo Apostolico papa Prevost ha ricordato la Giornata di preghiera per la Chiesa in Cina celebrata ieri e i dieci anni dalla pubblicazione dell'enciclica Laudato Sì, richiamando l'appello di papa Francesco "ascoltare il duplice grido della terra e dei poveri”. Questo pomeriggio a San Giovanni in Laterano l'insediamento sulla cattedra del vescovo di Roma.
Leone XIV ha incontrato i partecipanti all'Assemblea Generale annuale, giunti da oltre 120 Paesi. Gratitudine per "la missione di evangelizzazione", come testimoniano i suoi "anni di ministero pastorale in Perù", ha ricordato Prevost. Le Opere promuovono lo "zelo apostolico tra le genti": "Superiamo i confini delle singole parrocchie, diocesi e nazioni, per condividere con ogni luogo e popolo la sublimità della conoscenza del Signore Gesù”.
Al cardinale di Hong Kong Stephen Chow, il papa ha raccontato di "aver visitato la Cina e conosciuto la sua realtà e cultura". Un fatto inedito per un pontefice, legato al lungo mandato di priore generale di un ordine che per volontà di Leone XIII (il ponteficie di cui ha ripreso il nome) ha avuto propri missionari e vescovi nell'Hunan fino all'espulsione decretata da Mao. E che dopo gli anni Ottanta ha ricostruito legami e presenze nella diocesi di Changsha attraverso la provincia delle Filippine.
40mila persone hanno accolto Prevost alla sua prima udienza generale in piazza San Pietro. Giro in papamobile accompagnato da entusiasmo e bandiere di Libano, Ucraina e della pace. Leone XIV ha scelto di continuare il ciclo di catechesi su "Gesù nostra speranza" iniziato da Francesco per il Giubileo. Appello per "dignitosi aiuti umanitari" a Gaza. "Siamo chiamati a seminare la speranza e a costruire la pace".
Ad AsiaNews il card. Sako ripercorre i giorni del Conclave vissuti accanto e il primo incontro “molto importante” dopo l’elezione a pontefice. La “situazione complicata” dei cristiani in Medio Oriente che soffrono per la “mancanza di stabilità” anche se “la sicurezza è migliorata”. Le prime parole del cardinale a papa Prevost: “Contiamo su di lei”.
Come gestirà il nuovo papa il rapporto tra Pechino e il Vaticano? I fedeli della Cina continentale sperano che i vescovi da nominare e approvare secondo l'accordo possano veramente amare i fedeli, conoscere il loro gregge. Che siano abili nella cura pastorale e abbiano il sostegno dei fedeli. Solo in questo modo il vescovo potrà guidare i fedeli ad amare il Paese e la Chiesa.
L'udienza in Vaticano alle delegazioni ecumeniche e ai rappresentanti delle altre fedi giunti a Roma per l'inizio del ministero di Leone XIV. Prima dell'incontro un'udienza privata con il patriarca di Costantinopoli Bartolomeo. Sottolineata la concomitanza tra l'elezione e i 1700 anni del Concilio di Nicea: "L'unità tra noi non può essere che nella fede". Agli ebrei: "Anche in questi tempi difficili, segnati da conflitti e malintesi, continuiamo con slancio il nostro dialogo prezioso”.
L'arvivescovo di Goa e presidente della Federazione delle Conferenze episcopali dell'Asia commenta ad AsiaNews l'omelia di inizio pontificato di papa Prevost: "Amore per tutti, unità nella diversità, vicinanza ai poveri e alle culture: non può che essere questo il nostro modo di essere Chiesa. Lo aspettiamo nella nostra amata India. E lo inviteremo all'Assemblea della Fabc in programma nel 2026 in Malaysia"
Davanti a 156 delegazioni internazionali, Prevost ha celebrato la Messa d'inizio del suo ministero petrino. Al Regina Caeli ricordato con commozione papa Francesco: “Dal Cielo ci accompagna”. Il pensiero ai "sopravvissuti ridotti alla fame" a Gaza, alle "nuove vite innocenti" strappate dai bombardamenti in Myanmar e alla "martoriata Ucraina". Oggi pomeriggio l'udienza privata con Volodymyr Zelensky.
L'omelia della Messa nella quale papa Prevost questa mattina ha inaugurato solennemente il suo pontificato: "In un mondo ferito dall’odio, dalla violenza, dai pregiudizi, dalla paura del diverso, da un paradigma economico che sfrutta le risorse della Terra ed emargina i più poveri, vogliamo essere un piccolo lievito comunione e fraternità che dice: guardate a Cristo e troverete la pace”.
Ricevendo in udienza la Fondazione Centesimus Annus il pontefice ha tracciato il significato del magistero sociale nel contesto delle tante sfide nel mondo di oggi. "Dottrina non è opposto di dialogo. Non c'è dottrina senza vicinanza alle persone e alle situazioni. Immorale l’indottrinamento che impedisce il giudizio critico. Vi raccomando di dare la parola ai poveri".