Nonostante il cessate il fuoco proclamato a Gaza, la violenza continua a travolgere la regione: non solo nella Striscia e in Cisgiordania ma anche in Libano, dove Israele ha bombardato il campo profughi di Ein el-Hilweh uccidendo almeno 13 persone. In questo contesto, un gruppo ecumenico di leader cristiani palestinesi commenta la recente risoluzione 2803 del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, giudicata insufficiente e condizionante.
Un'inchiesta del quotidiano Haaretz ha svelato il coinvolgimento di Al-Majd Europe, una ong con sede fittizia, incaricata dall’Ufficio israeliano per l’emigrazione volontaria e dal COGAT di organizzare le partenze da Gaza come parte di un più ampio schema di trasferimento dei palestinesi, che non conoscevano la destinazione finale. Voli precedenti erano arrivati anche in Indonesia e Malaysia grazie a compagnie aeree romene.
Momento di gioia e condivisione tra generazioni, la coltivazione è regredita per la guerra fra Hezbollah e Israele. L’esercito israeliano, che ieri ha sferrato nuovi attacchi nell’area, soffoca ogni tentativo di ripresa e vieta la ricostruzione dei villaggi di confine e la rinascita delle terre. A dispetto delle difficoltà, per i coltivatori è un modo per affermare “che esistiamo ancora”.
Ad AsiaNews lo studioso giordano sottolinea che superato il passaggio “più facile” legato al ritorno “degli ostaggi in vita”, sono emersi i punti critici. Il movimento non vuole cedere le armi ed è in stallo la definizione di una forza internazionale chiamata a vigilare sulla tregua. Superare “logica di conflitti e tensioni regionali” per creare “futuro di pace” a livello “culturale, oltre che economico”.
La popolazione è “onorata” per essere stata scelta come prima meta di un viaggio apostolico all’estero del pontefice, ma è anche “esausta”. Dai due anni di guerra agli attacchi nel sud di Israele, restano molti i nodi irrisolti. La missione di Ortagus per negoziati diretti fra Stato ebraico e il Paese dei cedri. Si allarga la frattura fra cristiani, drusi e sunniti e il tandem sciita Hezbollah-Amal.
Nel clima aperto dall’incontro in terra egiziana, il capo dello Stato libanese ha annunciato la disponibilità a colloqui con lo Stato ebraico. Ma non ha specificato se saranno diretti o meno. Le analogie fra il disarmo di Hezbollah e Hamas a Gaza. Hezbollah e Amal guardano alle elezioni politiche del maggio 2026 per mantenere la leadership nel versante sciita. E mirano a bloccare qualsiasi accordo possa risultare sgradito.