Il chief executive John Lee lo ha annunciato oggi in un discorso programmatico. Secondo dati pubblici sarebbero oltre 100mila le abitazioni in questa categoria, che verranno progressivamente smantellate. Ma nella normativa non rientrano i posti letto in cui vivono migliaia di persone a causa della crisi abitativa di Hong Kong.
In realtà coloro che hanno lasciato l'incarico hanno citato motivazioni personali oppure hanno descritto la mutata situazione della città dopo le imposizioni sulla sicurezza da parte di Pechino. Il vice segretario alla Giustizia, Horace Cheung Kwok-kwan, oggi ha parlato di "pressioni inappropriate" da parte dell'Occidente.
A Louise Delmotte, fotografa di nazionalità francese, impiegata di Associated Press, le autorità locali avevano già negato il rinnovo del permesso lavorativo. Lo scorso anno aveva ritratto l'imprenditore cattolico e attivista pro-democrazia in manette. Il Dipartimento di immigrazione - che ora richiede agli operatori di voli di inviare informazioni sui passeggeri in arrivo - non ha dato spiegazioni ufficiali.
Mark Clifford e Gordon Crovitz, alti dirigenti di Next Digital, hanno presentato una denuncia contro la società globale di revisione contabile. Avrebbe consentito violazioni ai diritti fornendo servizi essenziali alle autorità di Hong Kong. Una iniziativa che getta più di un’ombra sugli “aiuti” alle autorità governative nella repressione delle voci critiche.
Ad alcuni operai delle imprese di costruzioni è stato dimezzato lo stipendio da parte degli agenti che si occupano del reclutamento. Secondo il sindacato che ha seguito la questione, però, anche la flessione del mercato immbiliare ha avuto un ruolo nella sospensione del programma che nell'ultimo anno ha introdotto nella città quasi 10mila lavoratori cinesi.
I direttori della testata (già costretta alla chiusura come l'Apple Daily) Chung Pui-kuen e Patrick Lam rischiano fino a due anni di carcere nel verdetto atteso entro settembre. La sentenza rischia di avere ulteriori profonde implicazioni sulla libertà di stampa a Hong Kong. Per il capo della polizia è la prova della “necessità e legalità” delle repressioni contro attivisti e voci critiche. Reporters sans Frontières: 28 i giornalisti perseguiti dal 2020.