Pyongyang torna in cima alla classifica dei Paesi più pericolosi per i cristiani stilata dall'ong internazionale. L'India il Paese con il numero maggiore di arresti registrati: ben 1750 in un anno. Preoccupa l'espansione del "modello Cina" nella subordinazione della libertà religiosa alla "stabilità e sicurezza". Nel mondo 1 credente in Gesù ogni 7 vive in un Paese dove la discriminazione è alta; 5.621 quelli uccisi in dodici mesi.
Un rapporto di Oxfam conferma l’uso di armamenti di produzione occidentale usate negli attacchi della coalizione araba a guida saudita. Un quarto dei 1.700 raid fra gennaio 2021 e febbraio 2022 hanno visto l’uso esclusivo di armi vendute da Londra e Washington. Uccisi 87 civili, altri 136 sono rimasti feriti. Delegazione dell’Oman cerca di mediare la ripresa della fragile tregua.
Il messaggio pronunciato durante la benedizione urbi et orbi: “Vinciamo il torpore delle false immagini che fanno dimenticare il festeggiato e guardando Betlemme fissiamo lo sguardo sui bambini vittime della terza guerra mondiale”. In Myanmar e in Iran “cessi ogni spargimento di sangue”. L’appello per la riconciliazione in Ucraina, Siria, Terra Santa, Libano, Yemen e per l’Afghanistan e il Corno d'Africa afflitti da fame e carestia.
Dal primo gennaio al 15 novembre 333 minori colpiti: di questi 92 sono morti e altri 241 hanno subito ferite gravi. Alle vittime dirette si sommano quanti sono soffrono per fame, mancanza di acqua e medicine. Solo la tregua in vigore per sei mesi ha alleviato in parte le sofferenze. Save the Children: “Ascoltare le voci dei bambini”.
Le notizie di oggi: Seoul ha esploso colpi di avvertimento contro imbarcazioni nordcoreane che avevano sconfinato; riunione dei ministri degli Esteri Asean sul processo di pace in Myanmar; tre bambini morti nell’esplosione di una mina anti-uomo nello Yemen; milioni di indiani celebrano il Diwali; in Russia esercitazione antiterrorismo senza preavviso in una scuola terrorizza i bambini.
Dopo sei mesi di attuazione, l’accordo per un cessate il fuoco fra le parti è scaduto ieri sera. Il piano dell’inviato speciale delle Nazioni Unite ha incontrato l’opposizione Houthi. Respinte al mittente le proposte per un rinnovo, minacce a Riyadh e Abu Dhabi. Il governo riconosciuto dalla comunità internazionale chiede il pugno di ferro contro le “minacce” dei ribelli filo-iraniani.