L'attesa per il discorso che domani mattina papa Francesco pronuncerà alle autorità e al corpo diplomatico nel Palazzo di Stato della capitale mongola. Mosca è il principale fornitore di energia del Paese ma il 90% delle esportazioni va a Pechino. I "nuovi partner" interessati alle ricchezze del sottosuolo, a partire dalle terre rare (oggi strategiche). Da questo crocevia il pontefice spera di incoraggiare passi avanti per la pace.
L'accoglienza all'areoporto Gengis Khan, domani l'inizio degli incontri ufficiali. Sull'aereo ai giornalisti: "Ci farà bene il silenzio di questo grande Paese". Durante il volo il telegramma a Xi Jinping: "Assicuro le mie preghiere per il benessere della Cina e invoco unità e pace". Ma nonostante l'Accordo con la Santa Sede i vescovi della Mongolia Interna e della altre province della Cina continentale non potranno essere presenti allo storico evento di questi giorni.
Stasera la partenza di papa Francesco per il suo storico viaggio nel Paese delle steppe. La testimonianza di sr. Anne Wangeci Waturu, kenyana, direttrice di Caritas Mongolia: "Cerchiamo di rispondere ai bisogni specifici di un popolo che vive condizioni sociali e climatiche peculiari". Tra gli interventi anche aiuti per proteggere il bestiame e orti familiari per affrontare le conseguenze dei cambiamenti climatici.
Dalla capitale mongola la testimonianza di sr. Nirmala Rani, missionaria indiana da 21 anni nel Paese. "Già nel 2003 era stato ipotizzato un viaggio, ma le condizioni di salute di Wojtyla l'avevano reso impossibile. Anche la Mongolia sta cambiando e la Chiesa cerca di raccogliere la sfida tra i giovani. Che cosa ci attendiamo da questi giorni? Un'esperienza forte di incontro con Dio".
Viaggio alla scoperta della piccola comunità cattolica della Mongolia, dove il 31 agosto arriverà il pontefice. Un Paese che sta ricostruendo la sua identità dopo 70 anni di comunismo e la difficile transizione democratica. Una piccola comunità cattolica rinata appena trent'anni fa. P. Peter Sanjajav, uno dei primi due sacerdoti locali: "La mia storia mi aiuta a essere un ponte tra culture ed esperienze diverse, a fianco di chi è in ricerca”.
Quasi un terzo dei missionari presenti nella piccola comunità cattolica che tra qualche giorno accoglierà papa Francesco sono originari della Corea del Sud. Dal servizio educativo delle suore di Saint Paul de Chartres ai sacerdoti fidei donum della diocesi di Daejeon che per una scelta dell'allora vescovo Lazzaro You Heung-sik da anni invia i seminaristi del quinto anno d'estate in Mongolia. La vita donata da p. Kim Stephano Seong Hyeon nel ricordo di p. Peter Sanjajav, il secondo sacerdote autoctono.