Le notizie di oggi: per la Banca Mondiale la guerra congela la crescita economica del Myanmar. In Kuwait strage dei migranti nel rogo di un edificio. Allarme siccità in diverse province della Cina. Il premio Nobel Yunus indagato per appropriazione indebita con altre 13 persone. In Tagikistan vietato ufficialmente l’uso dell’hijab.
Dopo 10 anni di stallo ripresi i lavori del mega-progetto. Una delegazione di Pechino ha visitato nei giorni scorsi il Paese. Una struttura concorrente alla rotta pianificata da Emirati e Turchia. Il nodo irrisolto delle dispute marittime con l’Iraq. Nel fine settimana l’emiro ha firmato la nomina di Sheikh Sabah Khaled Al-Hamad Al-Sabah a principe ereditario.
Mons. Aldo Berardi, guida del vicariato che comprende Bahrein, Kuwait, Qatar e Arabia Saudita, commenta la decisione di papa Francesco di concedere alla Chiesa siro-malabarese la giurisdizione sui migranti indiani. "Un elemento non secondario, riguarda ambiti che vanno oltre i riti" e che andranno definiti. Il problema dei luoghi di culto, delle relazioni con lo Stato e l'interlocuzione col mondo musulmano. “Troppe voci” possono creare “confusione”.
L’83enne Meshal al-Ahmad al-Jaber al-Sabah ha dato il via libera al nuovo esecutivo. Sospesa l’assemblea (due soli precedenti nel 1976 e 1986) e parti della Costituzione. Dietro la decisione lo scontro fra leadership e opposizione “filo-islamista”. Analisti e attivisti temono una deriva autoritaria, priorità ai temi “dello sviluppo nazionale e della stabilità”.
Ricevendo in udienza una delegazione guidata dal nuovo arcivescovo maggiore Raphael Thattil il pontefice ha espresso pubblicamente il suo assenso a una richiesta avanzata da anni dalle Chiese d’Oriente, soprattutto per i propri fedeli del Golfo Persico. Nuovo duro ammonimento sulle divisioni intorno alla liturgia in Kerala: “Discutere di dettagli celebrativi mancando di rispetto all’unità è incompatibile con la fede cristiana".
Nel (primo) discorso di insediamento Sheikh Meshal attacca le istituzioni che non hanno impresso “cambiamento o correzione” della rotta. Nel mirino anche decisioni che “non soddisfano” gli standard di “equità e giustizia”. Il Paese punta ancora sui proventi del greggio e non ha piani per un’era post-petrolifera. La prospettiva di tagli alla spesa pubblica.