Cattolica e unica donna nel Comitato dei sette voluto dal presidente ad interim Ahmad al-Sharaa, racconta in un'intervista ad AsiaNews le sfide per la ricostruzione, fra sanzioni e crisi economica che colpiscono il Paese e la popolazione. "La Siria non è una cosa sola: cristiani, musulmani, ogni gruppo etnico deve essere parte del processo. E vogliamo almeno il 30% di donne all’interno dei vari organismi, a partire dalla Costituente".
La testimonianza ad AsiaNews di p. Karakach, secondo cui nonostante le difficoltà emergono anche segnali di speranza. La Chiesa promuove momenti di confronto su “giustizia, solidarietà e pace”. Le autorità annunciano per il primo marzo la formazione del nuovo governo. Rilanciare l’economia e ottenere la cancellazione delle sanzioni occidentali le priorità.
L’amministratore apostolico sottolinea le molte “difficoltà burocratiche” e procedure complicate dal “mancato riconoscimento giuridico” della Chiesa. Ad Antakya una fiaccolata alle 4 del mattino per ricordare la scossa principale. Il Chp attacca il governo: solo 30% della ricostruzione promessa è stata completata.
La testimonianza ad AsiaNews di p. Karakach, secondo cui il Paese deve ancora percorrere “una lunga strada” per diventare un vero “Stato di diritto, stabile e democratico”. Fra gli elementi in positivo economia aperta e risoluzione dei conflitti coi vicini, preoccupazioni in tema di “libertà politica” e matrice “islamista”. Esecuzioni sommarie di almeno 35 ex ufficiali di Assad nel fine settimana.
Secondo Halo Trust dai primi di dicembre, in concomitanza con la caduta di Assad, almeno 144 persone sono state uccise, fra cui 27 bambini. Lo scorso anno almeno 212 civili hanno perso la vita a causa di residuati bellici esplosivi, tra cui 28 donne e 63 bambini. L’opera di bonifica dei terreni fondamentale per una vera rinascita del Paese.
La caduta del regime a Damasco ha portato contraccolpi anche nel patriarcato ortodosso erede di una delle sedi più importanti del cristianeismo antico con un misterioso movimento simpatizzante del nuovo regime islamista che - tra accuse di collaborazionismno e vecchie ruggini - chiede le dimissioni di Ioann X. Sullo sfondo i rapporti con Mosca con cui questa Chiesa resta legata, pur senza aver rotto con Costantinopoli.