A settant'anni dalla sua nascita il card. Zenari ricorda il fondatore di Mar Musa, ancora oggi la sua “eredità più viva”. Al tema degli scomparsi si sommano il dramma di sfollati e rifugiati, la guerra in corso e le devastazioni del sisma. I raid israeliani, sempre più frequenti, hanno tagliato il collegamento col Libano che rappresenta “un cordone ombelicale”. Papa Francesco e i martiri di Damasco “boccata di ossigeno”.
Alla cerimonia di ieri a Mumbai ha ritirato il premio Khaled Abu Ajwa, direttore esecutivo dell'organizzazione no-profit. "Riconoscimento ai bambini sfollati che ci ispirano ogni giorno in Libano, Medio Oriente, e nel mondo", dice ad AsiaNews. Occasione per riaccendere i riflettori sulla guerra siriana, che dura ormai da 13 anni. Premiato anche Ratan Tata, il magnate indiano morto poche settimane fa.
Per l’esercito dello Stato ebraico sono usati da Hezbollah per spostare armi e attrezzature militari fra i due Paesi. In questi mesi fino a mezzo milione di persone hanno superato il confine dall’apertura del “fronte nord” della guerra. I raid aerei colpiscono anche i civili e bloccano attività e commerci. Tiro: l’Idf lancia un ordine di evacuazione.
Alla prospettiva di un intervento di Ocalan in Parlamento, e la ripresa del dialogo col movimento curdo, è seguito l’attacco con morti alla sede aerospaziale nei pressi della capitale. Le autorità puntano il dito contro i ribelli, ma non vi sono rivendicazioni ufficiali. La rappresaglia dell’aviazione con decine di obiettivi - e di morti, anche civili - oltre-confine in Siria e Iraq.
Domani a Roma la canonizzazione dei martiri di Damasco, tre laici maroniti uccisi nel 1860 insieme a otto frati francescani in un'ondata di violanza settaria. I fedeli siriani seguiranno la cerimonia nella chiesa di Bab Touma dove avvenne il loro martirio.
Per anni in fuga dal Paese di origine, oggi sono costretti a rientrare di fronte alla guerra lanciata dallo Stato ebraico a Hezbollah. Nelle ultime 48 ore quasi 30mila nuovi sfollati. Beirut registra l’attraversamento del confine “di 15.600 cittadini siriani e 16.130 cittadini libanesi”. Per chi torna un triplice dilemma: arresto, arruolamento o perdita dello status di rifugiato.