Fu fondata nel 1931 per trasformare un'area desertica in una metropoli modello mobilitando i migliori architetti, ingegneri e costruttori dell'Unione Sovietica. E nonostante l'arretratezza del Paese ancora oggi questa città continua ad arricchirsi di nuove strade, piazze e parchi cittadini.
Con le porte sempre più chiuse in Russia molti lavoratori dalla regione sono partiti per la Corea del Sud. Ma aumentano anche i centroasiatici che cercano prospettive nei Paesi occidentali, finendo spesso vittime di sfruttatori senza scrupoli. La Turchia come meta intermedia dove si fermano qualche anno sperando poi di poter raggiungere l'Europa o l'America.
Solo nella città di Idlib si trovano circa 400 tagichi, oltre a un numero imprecisato di kirghisi, uzbeki e kazachi. Al di là delle coperture “moderate” di chi formerà il nuovo governo, nelle capitali dell'Asia Centrale è diffuso il timore che,Damasco possa diventare il nuovo centro di attrazione di tutte le forme di islamismo radicale.
Dal Tagikistan al Kirghizistan ex politici di primo piano a processo con l'accusa di alto tradimento solo perché identificati come possibili alternative alle successioni "dinastiche". Mentre in Kazakistan alla sbarra c'è un gruppo che avrebbe "minacciosamente" pianificato di assaltare il palazzo presidenziale con un trattore e un cannone caricato con frammenti di patate.
Alla Cop29 il presidente Rakhmon ha presentato il piano per la transizione completa del Paese alla green economy entro il 2037. Sfida per una realtà dove i campi che fanno i conti con lunghe fasi di siccità, i raccolti ridotti anche in arido-coltura, le molte perdite nell’allevamento mettono a dura prova non solo i lavoratori del settore agricolo, ma l’intera popolazione.
Nei Paesi della regione stanno crescendo le scuole private a tutti i livelli, dagli asili fino alle università. E in diversi casi è lo Stato stesso a stimolare gli investitori con l'obiettivo di modernizzare il sistema dell'istruzione e della formazione.