Tre soldati thailandesi sono rimasti feriti durante un'operazione di pattugliamento al confine con la Cambogia. Bangkok accusa Phnom Penh di aver piazzato nuove mine antiuomo, in violazione della Convenzione di Ottawa, mentre il governo cambogiano parla di un ordigno risalente alla guerra del Vietnam. Il caso riporta al centro l’uso degli ordigni. Nonostante anni di sforzi e migliaia di vittime civili, la Cambogia ha rinviato al 2030 l’obiettivo di diventare “mine-free”, aggravato anche dal taglio dei fondi per la cooperazione USA.
Dal Myanmar in 4 milioni si trovano nel Paese vicino, metà senza documenti regolari, dopo il golpe del 2021 che ha fatto precipitare il Myanmar nella guerra civile. Human Rights Watch parla di intento utilitaristico di Bangkok nella gestione dell'immigrazione, con un meccanismo di selezione che non si applica anche a Cambogia e Laos. "Autorità thailandesi si allineino agli standard internazionali".
I transiti lungo gli 800 chilometri di confine restano di fatto chiusi mentre la Cambogia ha annunciato la leva obbligatoria del 2026. Dietro allo scontro le situazioni interne dei due Paesi, entrambi posti di fronte a forti pressioni nazionaliste e dove i comandi militari hanno ampi interessi e potere. Tribunale di Bangkok annuncia per il 22 agosto il verdetto su Takhsin Shinawatra.
In Thailandia il redditizio mercato dei prodotti ricavati dalle noci di cocco fa affidamento sullo sfruttamento di più di 3mila scimmie di una particolare specie a rischio estinzione appositamente addestrate. Una campagna di boicottaggio internazionale contro il maltrattamento di questi animali sta portando i produttori ad adottare nuovi sistemi.
Il governo ha approvato un piano per limitare a 20 baht (0,5 euro) il costo dei trasporti su rotaia nell’area metropolitana della capitale. L’obiettivo è incentivare gli automobilisti all’uso del trasporto pubblico. Il prezzo vale solo per i cittadini thai e non si applica agli stranieri. Stimati risparmi per un valore superiore ai 262 milioni.
Depositato in parlamento un disegno di legge che andrà in discussione già l'11 luglio, scontata l'approvazione in un contesto dove è stata già cancellata ogni voce di dissenso. Il premier Hun Manet cita "134 Paesi che nel mondo hanno norme simili". Preoccupazione per le persone detenute per reati di opinone e per i leader dei partiti di opposizione che vivono in esilio.