Le notizie di oggi: a Hong Kong arrestato un pastore per sedizione; premiato un istituto cattolico cambogiano per un progetto dedicato all’ambiente; in risposta alle proteste la giunta birmana ha arrestato un centinaio di persone; nei lager russi rinchiusi prigionieri ucraini e soldati “disertori”; ministro armeno a Mosca per concludere l’accordo sull’acquisto di carburante in rubli.
Il trio è stato riconosciuto colpevole in base all’articolo 500 del codice penale. Fra le accuse “propaganda ed educazione” legata a “credenze devianti e contrarie alla sharia”, oltre a “legami con leader stranieri”. Il giudice che ha emesso il verdetto soggetto a pressioni. Attivista: sentenza “arbitraria”.
Le notizie di oggi: salgono a 58 le vittime di Megi nelle Filippine; per la Banca centrale dello Sri Lanka impossibile ripagare il debito; l’esercito di Taiwan pubblica un manuale di sopravvivenza in caso di guerra (con la Cina); Teheran rimanda in prigione due attiviste pro diritti umani; sempre più giovani russi cercano vie legali per evitare la guerra in Ucraina; il presidente dell’Azerbaijan discute con Putin dei piani di pace con l’Armenia.
Le notizie di oggi: papa Francesco ha parlato in video-conferenza col presidente del Kazakhstan, ipotesi di un viaggio nel Paese; a Herat la protesta degli afghani contro le violenze delle guardie iraniane sui rifugiati; oltre 200 sacerdoti della Chiesa ortodossa ucraina vogliono cacciare il patriarca Kirill; a Hong Kong arrestato il giornalista e produttore Allan Au; all’aeroporto di Dubai bloccati un centinaio di aerei privati di oligarchi russi.
Bloccata la partecipazione all’ultima partita di qualificazione al mondiale giocata ieri a Mashhad. Su 12.500 biglietti venduti online, almeno 2mila erano riservati alle donne. La protesta all’esterno dell’impianto per un diritto conquistato dopo una lunga lotta. Per il leader islamico locale la presenza femminile è “una volgarità”.
Si è chiusa la due giorni di incontri nella terra simbolo di Ben Gurion. Presenti anche Stati Uniti, Bahrain, Marocco, Emirati (ed Egitto). Al centro dei colloqui la “minaccia” rappresentata dall’Iran e dai suoi alleati, pressoché assente la questione palestinese. Cancelliere del Patriarcato: in gioco “interessi divergenti”, ma potrebbe rappresentare “un passo nella giusta direzione”.