Le notizie di oggi: l’Armenia ha riconosciuto lo Stato palestinese, protesta di Israele che attacca a Rafah: 45 morti. Pechino vuole giustiziare i sostenitori dell’indipendenza di Taiwan. Cinque soldati pakistani uccisi in un attacco del Ttp nei pressi del confine con l’Afghanistan. Il parlamento russo approva una ulteriore stretta sull’immigrazione.
L’inviato Usa ha incontrato i vertici israeliani e alti esponenti del Paese dei cedri nel tentativo di allentare le tensioni. L’Idf bombarda ancora il sud e approva i piani di attacco. Il presidente Biden preoccupato dalla prospettiva di un allargamento del conflitto. Il sorvolo dello spazio aereo e le fattorie contese di Shebaa e le colline di Kfarchouba nodi irrisolti del negoziato fra Israele e Libano.
Il 28 giugno il Paese alle urne per il successore di Raisi, morto il 19 maggio in un incidente col suo elicottero. In lizza sei nominativi, cinque dei quali esponenti dell’ala ultra-conservatrice. L’hijab fra i temi della campagna elettorale, perché nessuno dei candidati ha una vera ricetta per l’economica in crisi. Rischio astensionismo. Prosegue la campagna di repressione, nel mirino anche i cristiani.
Le notizie di oggi: per la Banca Mondiale la guerra congela la crescita economica del Myanmar. In Kuwait strage dei migranti nel rogo di un edificio. Allarme siccità in diverse province della Cina. Il premio Nobel Yunus indagato per appropriazione indebita con altre 13 persone. In Tagikistan vietato ufficialmente l’uso dell’hijab.
Le notizie di oggi: il Consiglio di sicurezza Onu vota la risoluzione per il cessare il fuoco a Gaza. Taipei ha arrestato un cittadino cinese per “ingresso illegale” via mare. La popolazione indonesiana fa registrare la maggior ingestione di microplastiche fra 109 Paesi al mondo. Caccia all’uomo dei soldati indiani nel Kashmir dopo un attacco a un bus di pellegrini. Tokyo vuole rafforzare la collaborazione economica con i Paesi dell’Asia centrale.
Una nota approvata dal Consiglio dei governatori richiama formalmente all’ordine l’Iran. Il testo approvato da 20 dei 35 Paesi che compongono il board, contrarie Russia e Cina, altre 12 nazioni astenute. La missione diplomatica iraniana all’Onu parla di decisione “frettolosa e imprudente”. Fra i nodi il blocco all’ingresso degli ispettori.