Per l'esponente ebraico, figura di spicco nelle relazioni con cristiani e musulmani, la “Casa della famiglia abramitica” ad Abu Dhabi è un “luogo ideale” per sviluppare il punto 18 del piano Usa per la fine della guerra nella Striscia. "Quella clausola era già presente negli Accordi di Abramo, ma non è stata attuata”. L’importanza di un “patriarca latino molto saggio e profondamente spirituale come Pizzaballa, che comprende le paure e le aspirazioni delle diverse parti”.
L'esponente cattolico palestinese guarda con favore alla proposta in 20 punti su Gaza: "Imperativo fermare morte e distruzione". Il nodo di Hamas (con le sue diverse anime) che deve ancora rispondere. L’auspicio di un “primo passo” verso la fine del conflitto, e una ricostruzione che esclude sfollamenti o la trasformazione della Striscia in una riviera. L’importanza di una forza internazionale e il ruolo di Paesi musulmani come l’Indonesia.
Domani ricorre il primo anniversario dell’uccisione in un raid israeliano del leader storico del “Partito di Dio” e del suo delfino Hachem Safieddine. Sfidando il premier e le direttive del governo, il movimento ha proiettato i loro volti sulla roccia di Raouché davanti a migliaia di sostenitori. I rischi di una crisi di governo e di un ritorno all’impunità.
Intervenendo all’Assemblea generale il presidente ha difeso il valore della “convivenza” di fronte alle crisi “maligne” che lo colpiscono. L’appello per la “cessazione immediata” delle aggressioni di Israele e la tutela dei confini e integrità territoriale. Il tema del disarmo di Hezbollah e il pericolo di una “nuova guerra civile”.
Ieri all’Onu l’iniziativa franco-saudita per il riconoscimento di una sovranità a pieno titolo accanto a Israele. Ad oggi favorevoli 152 Paesi su 193, resta l’opposizione degli Stati Uniti. Fra i punti delineati da Macron “una missione internazionale di stabilizzazione”. L’attivista palestinese parla di “risveglio delle coscienze”, ma è solo “la prima tappa”, servono “altre azioni”. "Nella futura Palestina musulmani, cristiani ed ebrei siano uguali di fronte alla legge".
Una raccolta firme lanciata dal gruppo attivista Zazim, unisce cittadini ebrei e arabi. L’obiettivo è superare quota 10mila adesioni entro il 22 settembre quando è in programma all’Assemblea generale dell'Onu la sessione promossa da Francia e Arabia Saudita. A sostenere l’iniziativa anche familiari delle vittime del 7 ottobre.