A pochi giorni dal grande evento di Tor Vergata la Commissione per la giustizia e la pace dell'arcidiocesi ha tenuto la sua Giornata della gioventù. Kashif Anthony: "Desidero vedere migliorare la loro condizione e aiutarli a lavorare per contribuire al miglioramento della società e del nostro Paese". Proprio in questi giorni ricorrono i due anni dalle violenze di Jaranwala; la denuncia delle vittime: "Nessuna giustizia".
Islamabad ha ripreso i rimpatri forzati, fissando al primo settembre la scadenza per la partenza di 1,4 milioni di afghani. La decisione è stata presa nonostante il disastro umanitario in patria, dove, secondo un recente rapporto del Dipartimento di Stato Usa, i talebani impongono un “sistema istituzionalizzato di repressione”.
Una jirga per la pace, composta da capi villaggio e rappresentati dei talebani, ha dato il via a un dialogo tra Islamabad e i Tehreek-i-Taliban Pakistan, che però chiedono il controllo delle aree tribali al confine con l'Afghanistan senza abbandonare il Paese. L’accordo di cessate il fuoco raggiunto finora è limitato e privo di garanzie ufficiali, ma soprattutto resta alta la sfiducia della popolazione locale nei confronti del governo.
Lui proveniente da una famiglia cristiana e lei musulmana si era appena sposati civilmente. Sequestrati, picchiati e uccisi a colpi d'arma da fuoco. La denuncia del padre dell'uomo: "L'amore non dovrebbe essere una condanna a morte". Secondo la Commissione per i dirirri umani del Pakistan nel 2024 sono stati 405 gli omicidi di questo tipo nel Paese.
Diffuso oggi un rapporto dettagliato sull'annoso fenomeno: mestiere "impuro" da riservare ai non musulmani. Nonostante siano solo il 2% della popolazione i netturbini sono per l'80% cristiani, gli altri sono indù. Almeno 84 sono morti negli ultimi cinque anni per l'arretratezza delle infrastrutture e delle tecniche utilizzate: la loro vita non vale la spesa per l'ammodernamento. Amnesty: "Il Pakistan riconosca la discriminazione di casta come una forma di razzismo".
La loro organizzazione ha denunciato come “incostituzionale” la nuova imposta sui redditi agricoli voluta dal Fondo monetario internazionale. In un settore già piegato dal crollo della produzione di cotone, dall’aumento dei costi e dal calo dei prezzi di mercato gli agricoltori chiedono esenzioni fiscali pari a quelle di altri settori e colture alternative.