La Commissione elettorale si è rivolta alla Corte costituzionale per ottenere la liquidazione del partito più votato nelle ultime elezioni. Dietro la richiesta, il presunto attacco alla casa reale dietro l’impegno alla revisione del controverso art. 12 del Codice penale. Il rischio di una fine analoga a quella di un'altra forza politica messa fuori legge nel 2020.
Le dimissioni rilanciano i giochi per la leadership dell’opposizione alla Camera dei rappresentanti. Sempre oggi inizia l’attività il nuovo governo, in cui prevalgono ancora le vecchie forze (militari e monarchia) che Pita aveva cercato di scardinare. Il giovane leader inserito nella lista dei “prossimi 100 personaggi” al mondo più influenti.
Il magnate immobiliare, candidato del Pheu Thai, incassa la fiducia dei militari in Parlamento mandando all'opposizione Move Forward, il partito anti-establishment vincitore delle elezioni. L'ex leader delle camicie rosse portato nell'ala medica del carcere per scontare la condanna a 8 anni per corruzione (ma chiederà subito la grazia). Promessa una costituzione "più democratica" ma senza toccare il reato di lesa maestà. Pita Limjaroenrat: "Si sono uniti per fermare il cambiamento, ma questo governo non potrà dare nulla ai thailandesi".
Il Parlamento vuole prima aspettare la pronuncia della Corte costituzionale. In gioco una (possibile) nuova nomina a premier del leader di Move Forward. I colloqui in corso del Pheu Thai dopo la rottura dell’alleanza con Pita Limcharoenrat. Si allontana la prospettiva di un ritorno in patria dell’ex premier Shinawatra.
Il 3 luglio si riunisce la nuova Assemblea, uscita profondamente rinnovata dal voto del 14 maggio. Fra i primi passaggi l’inaugurazione della Camera e la designazione del nuovo capo del governo. Si profila uno scontro fra filo-monarchici e militari con la fazione che ha ottenuto un chiaro mandato popolare nel voto del 14 maggio.
All'alleanza tra Move Forward di Pita Limjaroenrat, il Pheu Thai di Shinawatra e le altre forze minori mancano i voti di 66 membri del Senato (controllato dia militari) per avere la maggioranza in parlamento dopo la vittoria nel voto del 14 maggio. Lo spettro di un nuovo colpo di mano dei generali nel caso non si arrivi a un governo entro il termine dei 60 giorni. Intanto il Consiglio di difesa propone lo snellimento delle forze armate per riguadagnare consensi.
Il leader del progressista Move Forward Party ha oggi annunciato la formazione di una nuova coalizione che gli garantirà il sostegno di 313 deputati. Ancora non sufficienti per avere garantita la nomina a premier. Il partito Bhumjaithai, arrivato terzo dietro al Pheu Thai, insieme ad alcuni senatori, ha comunicato che non voterà per un primo ministro favorevole alla modifica della sezione 112 del Codice penale.
Il Phak Kao Klai (Move Forward Party) guidato da Pita Limjaroenrat, ha ottenuto la maggioranza dei seggi, ma avrà bisogno di entrare in coalizione per governare, probabilmente alleandosi con il Pheu Thai, arrivato secondo. La partecipazione quasi all'80% segnala la volontà di dare fiducia al movimento che portò in piazza i giovani contro i generali. Fonti locali: "Il Senato rispetterà la scelta del premier, la vera opposizione riguarderà la demilitarizzazione e la nuova Costituzione".
La Thailandia domenica 14 al voto che archivierà gli anni del governo di Prayut Chan-ocha in un Paese profondamente in crisi. Indeboliti dalle divisioni i vincitori del voto del 2019, il Move Forward Party è un possibile outsider. Il capo dell'esercito esclude nuovi "interventi". L'incognita di un possibile rientro dall'esilio di Shinawatra in caso di una larga affermazione del suo Pheu Thai.