L’omicidio di un preside per mano di un minore alimenta la polemica. A sparare uno studente che voleva “vendicarsi” dell’espulsione. Allo sciopero (anche) sindacati filo-governativi. P. Monge: l’ambito educativo è solo la “punta dell’iceberg”. Le quattro riforme Akp hanno stravolto l’istruzione di impronta laica e scientifica. La “nemesi” di Erdogan e l’ascesa di Imamoglu.
Erdogan e Kilicdaroglu si sfideranno al secondo turno, in programma il 28 maggio. Alle parlamentari regge la coalizione di governo, che pur perdendo consensi resta maggioranza. Egoismo e clientelismo in un quadro fluido e confuso dietro la tenuta del presidente. L’ombra del voto negato a un milione di elettori nelle zone colpite dal sisma.
Il 14 maggio il Paese alle urne per le elezioni parlamentari e presidenziali (con eventuale ballottaggio il 28) per una tornata caratterizzata da grande incertezza. Le operazioni di voto all’estero sono iniziate a fine aprile e si chiudono oggi. Grande incertezza fra gli espatriati, risse ai seggi in Francia fra filo-governativi e oppositori. L’elettorato al primo voto, stanco delle promesse del sultano.
Solo 117 candidate potrebbero entrare in Parlamento dopo il voto del 14 maggio. Un leggero miglioramento rispetto al 17% delle ultime elezioni nel 2018, ma sempre indice di scarsa rappresentatività. In un clima di incertezza le promesse elettorali di Erdogan: l’ultima è gas gratis per tutte le famiglie da un giacimento di recente scoperta.
Crescono gli attacchi contro sedi del partito di opposizione, il cui candidato sfiderà Erdogan alle presidenziali. Esplosi colpi di pistola, vandalizzati cartelloni elettorali. L’esecutivo alimenterebbe un “clima di paura e intimidazione”. Secondo gli ultimi sondaggi nessun candidato vittorioso al primo turno, probabile ballottaggio Erdogan-Kilicdaroglu.