Il 20 aprile scorso ha compiuto 60 anni, ma da tempo il governo di Pechino nega ogni informazione sulla sua sorte. Ignorati i ripetuti appelli della moglie, di ong pro diritti umani e di agenzie delle Nazioni Unite. Egli risulta essere fra le molte vittime di “sparizioni forzate” legate al regime cinese.
Cristiana in prima linea per i diritti umani a Shanghai, oggi quarantenne, Zhang Zhan avrebbe dovuto essere liberata oggi scontati i quattro anni di reclusione, ma alla famiglia è stato imposto il silenzio e non si hanno notizie certe su di lei. Gli attivisti che seguono il suo caso temono che la sua detenzione stia proseguendo sotto altre forme, come già accaduto in altri casi.
Mentre anche quest’anno il 4 giugno a Victoria Park sarà impedito il ricordo dell'anniversario della strage degli studenti di Pechino, un gruppo di singoli cristiani ha invitato a sottoscrivere il testo di una preghiera che verrà pubblicata come inserzione sul Christian Times. Un testo che parla della repressione di allora, ma anche di quella in atto oggi a Hong Kong.
Mentre Pechino cancella sistematicamente la memoria della brutale repressione delle proteste degli studenti il 4 giugno 1989 ci sono 14 protagonisti di quel movimento tuttora dietro le sbarre, perché riarrestati per la loro battaglia per la democrazia. L’appello di Chinese Human Rights Defenders per la loro liberazione. Mentre a Hong Kong c’è preoccupazione per le condizioni di salute di Jimmy Lai.
Il giornale rende omaggio alle vittime nel 35mo anniversario del massacro. Nell’editoriale parla di realtà sempre più “restrittiva” e anche “una preghiera” può diventare “fonte di preoccupazione”. A Pechino in vigore blocchi e divieti di accesso, censure sul web. Taiwan risponde “all’autoritarismo” con le “libertà” e promuove una manifestazione nella capitale. Cerimonie anche in Canada e Usa.
La blogger che raccontò la pandemia da Wuhan minacciata nuovamente di arresto a pochi giorni dal rilascio dopo quattro anni di pena scontati in carcere. Tre settimane fa - visibilmente provata - aveva raccontato la sua fede professata anche dietro le sbarre in un'iniziativa su Zoom promossa dalle 'chiese domestiche' cinesi (perseguitate da Pechino).