La condanna di Manahel al-Qatabi per aver invocato la fine della tutela maschile è solo l’ultimo esempio di una lunga serie. Pena capitale ad un uomo per aver denunciato sui social corruzione e violazioni dei diritti umani. Decine di persone dovranno scontare “lunghe” sentenze in prigione.
Un viaggio di 10mila chilometri esaltato da Pechino come occasione di sviluppo (e di rivincita sull'uscita dell'Italia dalla Belt and Road Initiative). Ma il cotone e i pomodori dello Xinjang sono al centro della “politica di alleviamento della povertà attraverso il trasferimento di manodopera”, che secondo numerosi rapporti è una forma di lavoro forzato.
Cristiana in prima linea per i diritti umani a Shanghai, oggi quarantenne, Zhang Zhan avrebbe dovuto essere liberata oggi scontati i quattro anni di reclusione, ma alla famiglia è stato imposto il silenzio e non si hanno notizie certe su di lei. Gli attivisti che seguono il suo caso temono che la sua detenzione stia proseguendo sotto altre forme, come già accaduto in altri casi.
Mentre anche quest’anno il 4 giugno a Victoria Park sarà impedito il ricordo dell'anniversario della strage degli studenti di Pechino, un gruppo di singoli cristiani ha invitato a sottoscrivere il testo di una preghiera che verrà pubblicata come inserzione sul Christian Times. Un testo che parla della repressione di allora, ma anche di quella in atto oggi a Hong Kong.
In una riflessione pubblicata sul settimanale diocesano Sunday Examiner in vista della “data sensibile” (e innominabile per Hong Kong) il vescovo ricorda l’”evento che ha distrutto la vita 35 anni fa” a Pechino il 4 giugno 1989. Senza dimenticare, l'invito è a guardarlo con gli occhi dell’”amore incondizionato” di Dio che perdona “anche quanti non hanno il coraggio di chiederlo”.
Mentre Pechino cancella sistematicamente la memoria della brutale repressione delle proteste degli studenti il 4 giugno 1989 ci sono 14 protagonisti di quel movimento tuttora dietro le sbarre, perché riarrestati per la loro battaglia per la democrazia. L’appello di Chinese Human Rights Defenders per la loro liberazione. Mentre a Hong Kong c’è preoccupazione per le condizioni di salute di Jimmy Lai.
Il leader buddista era diventato famoso per il cammino a piedi da nord a sud del Vietnam per i diritti. Per le autorità - che lo hanno schedato - egli avrebbe interrotto di proposito la sua marcia. Una versione che non convince attivisti e gruppi pro diritti umani. Un deputato Usa lancia un appello alla Commissione sulla libertà religiosa.
La blogger che raccontò la pandemia da Wuhan minacciata nuovamente di arresto a pochi giorni dal rilascio dopo quattro anni di pena scontati in carcere. Tre settimane fa - visibilmente provata - aveva raccontato la sua fede professata anche dietro le sbarre in un'iniziativa su Zoom promossa dalle 'chiese domestiche' cinesi (perseguitate da Pechino).
È quanto emerge da uno studio relativo al 2023 pubblicato dagli attivisti della Human Rights Foundation of Turkey. Lo scorso anno 781 persone hanno invocato aiuto e tutela dopo aver subito violenze. Sei persone sono morte in prigione o sotto custodia per le percosse subite. Contro i curdi un uso “sproporzionato” della forza.
Una risposta all’intensificazione dei casi di violenza riportati dalla cronaca. Una norma pensata 20 anni fa, ma accantonata da diverse legislature. Attivisti e ong sottolineano che il passaggio dal liberale Joko Widodo al conservatore ed ex generale Prabowo Subianto rende una sua approvazione ancora più urgente.
Alla viglia del voto si ritira Amirhossein Ghazizadeh Hashemi e invita altri a seguire il suo esempio per rafforzare un’unica leadership. Cresce il consenso attorno a Pezeshkian, sostenuto dagli ex presidenti Rouhani e Khatami e da Zarif, ma oggetto delle critiche della guida suprema. Appello di Khamenei al voto, mentre prevale il fronte dell’astensionismo.
Nonostante non siano più stati scelti direttamente dai militari i gruppi di potere hanno comunque dominato la scelta dei nuovi membri della Camera alta thailandese. Tra i soli 3 rappresentanti della società civile risultati eletti la vedova dell'avvocato Neelapaijit, fatto scomparire nel nulla vent'anni fa. "Lavoreremo per lagente, ma siamo sconcertati da questo esito".
Una fonte di AsiaNews racconta la vita dei cattolici. Un milione di persone, soprattutto migranti economici, celebrano “in privato” la fede. Il legame con la Chiesa universale e la speranza di potersi un giorno riunire e pregare in una chiesa. Internet ha rafforzato i rapporti fra comunità e favorito la partecipazione alle funzioni. Una “lunga storia” di presenza “discreta” nella regione.
Con una storica sentenza i 15 giudici hanno accolto la battaglia legale promossa dalle vittime, quasi 25mila persone con disabilità o malattie croniche tra il 1948 e il 1996. Potranno ottenere indennizzi sino a poco meno di 19mila euro, ma la vera battaglia è per la dignità.
Il Wuc ha promosso manifestazioni per rendere omaggio alle vittime della più violenta repressione attuata da Pechino contro la minoranza musulmana. Attivista denuncia “politiche” che “risultano in “crimini contro l’umanità e genocidio”. Nessun musulmano dallo Xinjiang ha potuto partecipare all’Hajj. Campi di “sinicizzazione” e “rieducazione” durante la festa di Eid.
Le condanne per "lesa maestà" di dieci ambientalisti e la campagna contro uno degli unici due sindacati indipendenti rimasti confermano che la repressione non è affatto finita dopo il passaggio di consegne dal padre Hun Sen. E proprio la mancanza di carisma de giovane erede sembra avere incrementato indirettamente il ricorso a corruzione e abusi di potere.
Un provvedimento che era richiesto da tempo dalle Chiese del Paese per combattere il fenomeno dei matrimoni precoci, spesso legati a rapimenti. La Conferenza episcopale: "Ora ulteriori provvedimenti per criminalizzare le conversioni religiose forzate".
Il ministro dell'Interno ha affermato che tutti i decessi in detenzione registrati dal 2022 sono avvenuti per cause di salute. Il Consiglio degli avvocati ha espresso preoccupazione per le affermazioni e chiesto indagini indipendenti. Tra il 2011 e 2021 sono state registrate 430 morti in custodia.
La repressione dei diritti delle donne da parte dei talebani risulta ancora più evidente per chi ha origine etnica diversa. Nelle regioni settentrionali dell’Afghanistan vivono centinaia di migliaia di turkmeni etnici, e nessuno si occupa della difesa dei loro diritti, anche per le relazioni gelide con Ashgabt.
Identificate come Ri e Kang, 39 e 43 anni, stavano aiutando altre donne a fuggire in Corea del Sud. Entrate in Cina come vittime di tratta, una volta rispedite in Corea del Nord sono state uccise dopo un processo pubblico, confermato da diverse fonti.
Rigettata una petizione presentata dai 37 detenuti che si trovano nel braccio della morte, ma con l'invito ad applicarla solo in casi "eccezionali". L'ultima esecuzione risale al 2020. Le critiche del Kuomintang che definisce il verdetto dei giudici una "abolizione di fatto". Amnesty International Taiwan parla di "passo avanti" e chiede al governo di decretare una moratoria ufficiale.
Alla sbarra a porte chiuse i leader del movimento di opposizione Gruppo 24, Sukhrob Zafare e Nasimdžon Šarifov. Scomparsi da Istanbul dove vivevano da dieci anni in esilio, nell'agosto scorso il procuratore generale aveva reso noto che si trovano in un carcere della capitale del Tagikistan. Messa al bando come "assocazione estremistica" all'organizzazione non è permesso in alcun modo di partecipare alla vita politica e sociale del Paese.
Fermato il più noto tra i giornalisti indipendenti cambogiani ancora in attività nonostante la repressione. Il probabile pretesto i post pubblicati sui social network sui danni ambientali provocati da alcune cave di pietra, bollati dalle autorità come notizie che creano “disordine sociale”. Ma Dara è molto attivo anche nelle denunce sugli schiavi dei network transfrontalieri delle truffe on line. Con lui sono diventati ormai un centinaio i prigionieri politici in Cambogia.
Nonostante il riconoscimento dello status di rifugiato da parte dell'Unhcr il tribunale ha accolto la richiesta di estradizione di Y Quynh Bdap presentata da Hanoi. L'attivista ha presentato appello e una nuova richeista d'asilo all'ambasciata canadese. L'atteggiamento ambiguo della Thailandia che apre le sue porte all'accoglienza temporanea ma non essendo firmatario della Convenzione Onu non offre vere garanzie.
Per sette voti il posto va alle Isole Marshall, uno dei cinque rappresentanti della regione Asia-Pacifico. Respinta la candidatura come nel 2020, mentre il Qatar si aggiudica il secondo mandato consecutivo. Intanto nei primi 10 mesi del 2024 nel regno degli al Saud eseguite 213 condanne a morte: mai così tante.
Le "maniere forti" sono ormai strumenti di pressione sistematica, soprattutto nei confronti dei prigionieri politici russi. Un'inchiesta di Mediazona racconta le storie di chi è stato sottoposto alla violenza nelle carceri russe per estorcere confessioni forzate.
Comminata la pena di morte a Rosman Abdullah, un singaporiano di 55 anni. Le critiche delle associazioni per i diritti umani e dell'Onu che contestano le severissime leggi della città-Stato, contestandone l'efficacia nella deterrenza del narcotraffico. Sono già 24 le sentenze capitali eseguite dalla ripresa due anni fa dopo il blocco legato al Covid.
Il monito dell'inviata speciale Alexandra Xanthaki al termine di una visita di dieci giorni in un Paese dove insieme le etnie minoritarie formano il 47% della popolazione: "Nonostante i passi avanti sui diritti umani, restano politiche di assimilazione delle popolazioni indigene nel gruppo dominante Lao e ricollocazioni forzate di villaggi nel nome dello sviluppo".
La soluzione del caso della donna condannata al patibolo per droga che potrà essere estradata da Jakarta nel suo Paese dove non vige la pena capitale, ha riaperto la discussione in tutto il Sud-est asiatico dove è ancora ampiamente applicata in Indonesia, Singapore e Vietnam. L'appello: "Priorità alla protezione delle comunità più vulnerabili, spesso vittime di errori di giudizio".
Fermato da decine di agenti in borghese metre si trovava in un ristorante, da due giorni la comunità islamica locale protesta davanti al municipio. La provincia dove gli Hui sono maggioranza è da tempo una delle più calde per le politiche di "sinicizzazione" imposte dalle autorità.
Giunti in Thailandia dieci anni fa come prima tappa per raggiungere la Turchia e tenuti da allora in isolamento, sarebbero stati costretti a firmare l'accettazione del rimpatrio in Cina dove il loro popolo subisce una dura repressione nello Xinjiang. Bangkok non aderisce alla Convenzione Onu per i rifugiati.