Due Molotov sono state scagliate contro la principale cattedrale cattolica del Paese, uno è atterrato all’interno ma non è esploso. La polizia ha aperto un’inchiesta, ma al momento è ignota la matrice dell’attentato. L’attacco alla vigilia di un importante incontro con circa 600 fedeli. Allarme tra i fedeli e i residenti che vivono nei dintorni della cattedrale.
Il ministro degli Interni annuncia interventi fermi per prevenire attacchi o scontri, in un clima di “crescenti tensioni globali” per la guerra a Gaza e il conflitto israelo-palestinese. L’incontro con la comunità ebraica alla sinagoga Chesed-El e la conferma del contestato evento “Friends of Israel Annual Aliyah Gala Dinner”. Ma il denaro raccolto non andrà ai coloni.
A lanciarlo la pedagoga e attivista Jina Achji, che ha voluto “offrire uno spazio” in grado di avvicinare e unire “tutte le comunità”. L’idea ha mosso i primi passi ad Aleppo nel 2012 e ora si è diffusa ad Hama e Homs. L’invito a vivere “il presente e la realtà” mettendo da parte il “sogno perduto […] per una terra immaginaria”.
Il presidente Masoud Pezeshkian ha firmato la norma, che è già entrata in vigore. Per i promotori è una risposta alle fughe di informazioni riservate nella “guerra dei 12 giorni” con Israele (e Stati Uniti). I critici rispondono che il governo ha colpito solo persone comuni, senza punire alti funzionari o responsabili. Sullo sfondo la grave crisi economica attraversata dal Paese.