La fondatrice di Religious Freedom Data Center parla di “sviluppo inquietante” negli attacchi dei coloni. “Preoccupante” la “legittimazione” di ministri e polizia. Un’ideologia di supremazia ebraica ha “messo radici”, ma i diritti delle minoranze non sono una “questione marginale”. Il 14 luglio patriarchi e capi delle Chiese di Gerusalemme in visita di “solidarietà” a Taybeh.
Ad AsiaNews il parroco racconta la drammatica realtà di una popolazione “ogni giorno” più disperata. Il conflitto che continua all’ombra della guerra fra Israele e Iran, lo spiraglio di nuove trattative per un cessate il fuoco. La prossima settimana Netanyahu alla Casa Bianca. Palestinesi di Gaza mostrano foto di bambini israeliani uccisi da Hamas il 7 ottobre.
Nei giorni scorsi eseguita la sentenza di tre uomini accusati di “spionaggio” per Israele. Decine i migranti afghani fermati nell’operazione “Plan Hijrat”. Secondo l’Onu, Teheran deporta fino a 30mila afghani al giorno. Arresti e interrogatori anche fra i Baha’i e gli ebrei iraniani. Una apparente prova di forza per mascherare le debolezze sul piano militare.
Nella riflessione finale del suo “diario di guerra” l'arcivescovo Mathieu commenta il cessate il fuoco in vigore da ieri tra Israele e l'Iran, dopo l’intervento Usa. La 'Guerra dei 12 giorni' ha cambiato “la percezione del mondo”. La gratitudine per “la vicinanza” espressa “in molti modi”. "Siamo ancora al diritto di autodifesa. Ma se immaginiamo di concentrare la cura dei nostri fiori e delle nostre piante sul diserbo, rischiamo di avere un terreno sterile". La sfida di trasmettere "amore e non odio".
In una situazione che nonostante il cessate il fuoco tra Israele e l'Iran resta “preoccupante”, mons. Martinelli ricorda che “non si deve mai abbandonare la possibilità del dialogo”. Il documento sulla Fratellanza “risposta di pace alla violenza”. Le iniziative di preghiera e di amicizia alla Abrahamic Family House sulle orme di san Francesco. Servono luoghi per fare “esperienza di speranza, di pace e di riconciliazione”.
Trump annuncia la tregua, ma Israele accusa Teheran - che nega - di averla violata e promette nuovi attacchi. Mons. Nahra racconta una nazione ancora “paralizzata” per un conflitto “permanente” e che si scopre vulnerabile ai missili. La vicinanza ai cristiani in Siria, vittime della violenza confessionale. Servono persone “radicate nella speranza”. L’attesa per il ritorno dei pellegrini.
Ad AsiaNews il card. Dominique Mathieu condivide il secondo racconto del suo “diario di guerra”. Nel fine settimana l’ingresso degli Stati Uniti, che hanno bombardato tre siti nucleari. Il susseguirsi di attacchi e contrattacchi "fa temere il peggio, portando a credere che non ci siano più limiti, che tutto sia possibile e giustificabile". "Esporre il corpo eucaristico di Gesù sotto il fragore delle salve di colpi, ristabilisce il silenzio nella mente e manifesta che, anche se il mare è agitato, lui è a bordo e placa la tempesta".
Un blocco iraniano del principale snodo marittimo per il petrolio e il gas mondiale avrebbe dure ripercussioni sui mercati asiatici, dalla Cina all’India, fino a Giappone e Corea del Sud. Mentre i prezzi del greggio iniziano a salire, molti dubitano che Teheran possa realmente attuare le minacce perché danneggerebbe Pechino, rischiando di restare ulteriormente isolata.
L’escalation tra Tel Aviv e Teheran mette alla prova la cosiddetta “autonomia strategica” dell’India, che ha forti interessi economici e geopolitici in entrambi i Paesi. Dal porto di Haifa controllato dal gruppo Adani al terminal iraniano di Chabahar, Delhi sta cercando di difendere i propri corridoi commerciali dalle interferenze cinesi e dalle crescenti tensioni regionali. Ma l’instabilità portata dalla guerra minaccia energia, export e infrastrutture digitali.
Maryam Marof Arwin, fondatrice del Purple Saturdays Movement, denuncia su AsiaNews le condizioni spesso disumane dei profughi afghani in Iran, aggravate dai recenti bombardamenti israeliani nei quali si conta già almeno una vittima tra chi è fuggito da Kabul. Donne, bambini, dissidenti e attivisti rischiano la vita se rimpatriati, ma anche in esilio affrontano fame, precarietà e discriminazioni. “Serve una collaborazione tra difensori dei diritti umani e il rispetto del diritto umanitario”, dice l'attivista.
In Medio oriente è diretto il 25% del totale delle esportazioni di tè. E il 60% delle rimesse private viene dagli 1,5 milioni di migranti che lavorano nella regione. Un calo del 5% degli ordini potrebbe costare fino a 75 milioni di dollari all’anno. L’attenzione puntata sullo Stretto di Hormuz per possibili blocchi da parte di Teheran.
L'Azerbaigian si trova in prima linea rispetto allo scontro tra Israele e l'Iran, con il suo ruolo ambivalente di partner strategico di Tel-Aviv e relazioni complesse e contraddittorie con Teheran. Ma anche la vicina Armenia esprime apertamente il timore che il conflitto possa durare a lungo, coinvolgendo anche i Paesi della regione.
L'arcivescovo della capitale iraniana condivide con AsiaNews il racconto della prima settimana di guerra lanciata da Israele. "Tutto avviene attraverso lo spazio aereo e telecomandato", le "vittime collaterali: sfollati, feriti e morti", i timori per un incidente con rilascio di “gas tossici o radiazioni”. La consapevolezza che la guerra “non è la soluzione” e la preghiera a Gesù che "ha fatto dei due un solo popolo".
Ad AsiaNews l’attivista denuncia come l’escalation con l’Iran abbia “nascosto” il conflitto a Gaza, le atrocità che continuano e il tema degli ostaggi di Hamas. Diversi ambiti della vita pubblica sono interrotti, mentre i missili iraniani provocano “scene di distruzione”. In un quadro di grande “preoccupazione” è difficile fare previsioni, "anche molti israeliani vorrebbero lasciare il Paese".
Caduta nel vuoto l'offerta di mediazione lanciata da Xi Jinping da Astana, la Cina guarda con grande preoccupazione l'ipotesi di un intervento diretto degli Stati Uniti in Iran. La crisi sta mostrando anche la fragilità degli organismi multilaterali promossi da Pechino come la Sco e i Brics. La mobilitazione per far uscire da Teheran i cittadini cinesi.
Foraggiato dall'Iran per 20 anni come elemento di deterrenza, l'"Asse della resistenza" sta tenendo un basso profilo nella guerra. Dal premier iracheno al leader religioso al-Sadr l’ordine è “far tacere” le “voci spericolate” che vogliono entrare conflitto. Almeno 20 nazioni musulmane e arabe sottoscrivono un documento per un Medio oriente libero da armi nucleari “senza eccezioni” (con un riferimento a Israele).
Il regista esule Fariborz Kamkari commenta dall'Italia quanto sta succedendo nel suo Paese. "Khamenei non ha capito che con il 7 ottobre 2023 è entrato in una strada senza uscita. I pasdaran a un bivio: regime militare che faccia pace con l'Occidente o distruzione di massa come con Hamas". La lunga storia di "rivoluzioni democratiche scippate" a Teheran e il ruolo del popolo curdo, culla del movimento "Donna, vita, libertà".
Proprio mentre l'attacco di Israele mette al centro l'atomica iraniana il nuovo rapporto dello Stockholm International Peace Research Institute rivela l'aumento e l'ammodernamento di tutti gli arsenali nucleari mondiali. Cina, India, Pakistan e Corea del Nord hanno programmi in espansione, mentre Russia e Stati Uniti si avvicinano alla scadenza degli accordi per limitare il numero di testate strategiche. Gli esperti: "Le armi nucleari oggi non impediscono i conflitti. Al contrario, comportano immensi rischi di escalation".
Fra i morti dei missili iraniani quattro donne palestinesi di una famiglia di Tamra impegnata nel dialogo. I villaggi arabi più esposti perché privi di bunker o di stanze sicure. Il dolore degli Amici di Neve Shalom ad AsiaNews: “Vergognoso che in Israele ci sia chi ha brindato vedendo razzi cadere sui vicini palestinesi”. L'appello di un gruppo di intellettuali israeliani e iraniani uniti “per la pace e la diplomazia”.
Ad AsiaNews l’arcivescovo di Teheran-Ispahan dei latini racconta la preoccupazione per l’escalation delle ultime ore. Il porporato - che ha partecipato al conclave che ha eletto Leone XIV - era stato nominato da papa Francesco proprio per mantenere viva “la presenza” cristiana con il compito di “integrare, includere, essere in contatto con la nazione nei suoi vari livelli”.