La Commissione del governo ad interim di Yunus sta elaborando leggi per promuovere “pari opportunità” in materia di successione, lavoro, famiglia. Per i fondamentalisti sono proposte che feriscono “i sentimenti religiosi”. La lotta pro-diritti di partiti e società civile. Sullo sfondo il ritorno in patria dell’ex premier Khaleda Zia.
L’obiettivo del programma è il ritorno a una “vita dignitosa” in società dei detenuti. Lo Stato pronto a stanziare quasi 3,6 milioni di dollari per un piano quinquennale. La vera minaccia della radicalizzazione si crea proprio all’interno dei luoghi di prigionia. La crescita esponenziale dei condannati legata alla repressione del dissenso della classe politica.
Un centinaio di morti negli scontri tra milizie druse e sunniti nei pressi di Damasco e Soueida. Il capo religioso druso in Siria invoca l’intervento internazionale. In Libano manifestazioni di gruppi ostili al regime islamista siriano. Joumblatt annuncia accordo di principio con Damasco. Israele oggi all’alba ha bombardato l’area attorno al palazzo presidenziale siriano per avvertimento.
Saranno le seste elezioni parlamentari dalla caduta di Saddam. Divisioni nel fronte sciita col premier uscente al-Sudani in cerca di una coalizione forte per conquistare un secondo mandato. Partita aperta anche sul versante curdo, con i partiti di opposizione che cercano di spezzare l’egemonia Kdp e Puk. L’incognita del voto cristiano e i dubbi sulla rappresentatività.
Ad AsiaNews lo studioso giordano Al Sabaileh definisce “probabili” le voci di una cessione delle armi da parte di diversi gruppi sciiti attivi in Iraq. Decisiva la pressione degli Stati Uniti e il timore dell’apertura di un ultimo fronte dopo Siria, Libano e Yemen. Ma con la fine della lotta armata “anche il loro peso politico non sarà più lo stesso” in vista delle elezioni di ottobre.
Fra Fadi Azar, francescano di origine giordana, da cinque anni è parroco della città costiera, un tempo feudo degli Assad, racconta al sito Terrasanta il timore di una “ripresa” della guerra civile. Nella sua testimonianza le fasi più drammatiche della rivolta repressa nel sangue, con migliaia di morti. Colloqui fra Turchia e Israele per scongiurare uno scontro armato sul terreno siriano.
Oltre 50 persone fermate negli scontri fra le parti, diversi veicoli e case vandalizzate, imposto il coprifuoco in alcune zone della città del Maharashtra. Nazionalisti indù volevano rimuovere la tomba di un sovrano Mughal, l’escalation dei musulmani in seguito alle voci di rogo di una copia del Corano. Mons. Elias Gonsalves: "Rispettate ogni persona e non diffondete notizie false".
Commenti ostili e denigratori infiammano il clima nel Paese nel mese sacro di Ramadan (e nel tempo di Quaresima). Per la polizia sono eventi che minacciano “sicurezza nazionale, stabilità economica e armonia razziale”. Nel mirino i rituali caratteristici della festa induista di Thaipusam e la danza di Kavadi Attam.
Abbas Soori, Mehran Shamloui e Narges Nasri, circa a metà della gravidanza, condannati senza attenuanti. Fra le accuse “attività contraria alla legge islamica”, appartenenza a “gruppi di opposizione” e “propaganda contro lo Stato”. In aggiunta pene accessorie fra cui multe, privazione dei diritti civili e divieto di espatrio. Rilasciata dietro cauzione di 40mila dollari Somayeh Rajabi.
La scorsa settimana a Sialkot 22 membri della comunità incarcerati sebbene innocenti, dietro pressioni di estremisti islamici. A Sargodha altri 23 in cella perché “sorpresi” in una casa a pregare nel mese sacro per i musulmani. Minareti vandalizzati dalla polizia a Bahawalnagar. Leader Ahmadi si appella allo Stato per chiedere tutela e rispetto dei diritti.
Dopo giorni di violenze e oltre un migliaio di vittime, anche cristiane, il governo di al-Sharaa ha dichiarato conclusa l’operazione contro gli alawiti sulla costa ovest del Paese. Damasco ha anche firmato un accordo di “integrazione” con i curdi. L'arcivescovo di Homs: per la pace servono una presenza internazionale e la cancellazione delle sanzioni. Dalle autorità finora promesse disattese.
Sacerdoti, madri, minori: sono decine i cristiani travolti dalle violenze innescate della rivolta divampata nell’ex feudo di Assad. In un messaggio i patriarchi siriani parlano di “pericolosa escalation di violenza, torture e omicidi” contro “civili innocenti, tra cui donne e bambini”. Il tardivo appello dell'ex leader islamista all’unità. P. Jihad: “Digiuno e preghiera” comune per la pace.
Nel mirino una struttura costruiita da una sacerdote cattolico ad Arcamanik ma che a loro avviso dovrebbe avere "scopi sociali, non religiosi". In realtà viene usato da tempo per le celebrazioni settimanali, pur lasciandolo aperto anche ad altre attività. La crescita della comunità cattolica impone nuovi spazi, per questo i leader della Chiesa locale vogliono formalizzare il passaggio.
Cattolica e unica donna nel Comitato dei sette voluto dal presidente ad interim Ahmad al-Sharaa, racconta in un'intervista ad AsiaNews le sfide per la ricostruzione, fra sanzioni e crisi economica che colpiscono il Paese e la popolazione. "La Siria non è una cosa sola: cristiani, musulmani, ogni gruppo etnico deve essere parte del processo. E vogliamo almeno il 30% di donne all’interno dei vari organismi, a partire dalla Costituente".
In India è ricercato per presunti reati legati al riciclaggio di denaro. Dopo cinque anni di messa al bando per i suoi sermoni incendiari, può tornare a predicare in pubblico. L’appello di politici e attivisti pro diritti umani al governo, perché riconsideri la decisione. I suoi attacchi contro i fedeli di altre religioni rischiano di minare l’armonia e la coesistenza.
L’ultimo evento risale al 1996. Nel 2009 la messa al bando in seguito all’attacco terrorista contro la compagine dello Sri Lanka, con il ferimento di sei giocatori. Predisposte imponenti misure di sicurezza, con il dispiegamento di 20mila uomini e cecchini sui tetti. Solo l’India si rifiuta di giocare e disputerà le proprie sfide negli Emirati Arabi Uniti.
Torna agli antichi splendori la moschea di al-Nuri, grazie all’opera finanziata dall’Unesco insieme al restauro della chiesa di Al-Tahera. Un progetto durato sette anni, per un valore complessivo di oltre 100 milioni di dollari. L’arcivescovo caldeo: “progressi significativi nell’istruzione, nella sanità e nelle infrastrutture”. Il ricordo della visita del papa. Per i cristiani prioritarie scuola e lavoro.
Il rapporto di Open Doors classifica il Paese fra i primi 50 al mondo in cui si registrano più casi di abusi, violenze, attacchi mirati e omicidi. La minoranza è la “più perseguitata” e nell’ultimo anno il fenomeno è aumentato. Nel mirino comunità protestanti e gruppi storici come caldei, armeni e assiri. I “Lupi Grigi” nelle scuole per veicolare programmi di chiara matrice neo-ottomana.
L’ultimo caso nei giorni scorsi, con una 30enne ammazzata dal marito che voleva lasciare per le continue violenze domestiche. Un’altra ragazza colpita da padre e fratello mentre reggeva fra le braccia il bambino piccolo. Secondo alcuni studi oltre 130 donne uccise dal marzo scorso. Almeno 74mila le denunce per abusi e violenze, ma i numeri potrebbero essere di 100 volte superiori.
La “Personal Status Law” approvata senza un voto parlamentare allarma attivisti e società civile. Il timore di una “disintegrazione” della famiglia e un passo indietro nel ruolo (e nei diritti) delle donne. Lo studioso iracheno Saad Salloum: “Baratto” tra le tre principali forze politiche sciite, sunnite e curde e legato agli interessi di ciascuno”. Card. Sako: norma “scioccante” che viola la “libertà”.
La testimonianza ad AsiaNews di p. Karakach, secondo cui il Paese deve ancora percorrere “una lunga strada” per diventare un vero “Stato di diritto, stabile e democratico”. Fra gli elementi in positivo economia aperta e risoluzione dei conflitti coi vicini, preoccupazioni in tema di “libertà politica” e matrice “islamista”. Esecuzioni sommarie di almeno 35 ex ufficiali di Assad nel fine settimana.
Mente degli attentati a Bali e degli attacchi ai cristiani, Hambali è detenuto a Guantanamo. Il governo prospetta il rientro in patria, nell’ambito dello scioglimento del gruppo e di una politica di ritorno di quanti si trovano incarcerati all’estero. Attivisti sottolineano le differenze fra lavoratori migranti in cella e un estremista condannato.
Gli occidentali nelle prigioni della Repubblica islamica sono giustamente un caso internazionale. Ma sono una quota piccolissima degli oltre 8mila non iraniani detenuti da Teheran. Nel 95% dei casi si tratta di immigrati afghani; per oltre 70 di loro nel 2024 sono state eseguite condanne a morte per impiccagione. Tra gli altri Paesi di provenienza dei carcerati anche Pakistan, Iraq, Turchia, Azerbaigian e India.
La testimonianza ad AsiaNews di p. Karakach, che parla di festa “molto particolare” fra “rassicurazioni” delle nuove autorità e “presenza massiccia di agenti”. Rispetto al passato nessun segno di celebrazioni sulle tv nazionali. In alcune città episodi “spiacevoli” come il rogo di un albero di Natale, allestito di nuovo con l’aiuto di musulmani. L’Anno giubilare fonte di coraggio.
Ad AsiaNews il provinciale dei francescani che custodiscono i Luoghi Santi racconta di festività per la seconda volta senza pellegrini, il cui ritorno è “legato alla fine del conflitto”. L’attenzione alle vicende della vicina Siria, fra giudizi “sospesi” o “moderatamente positivi”. La Custodia “sempre più internazionale” con “una sessantina” di Paesi presenti. Il “debito” dei cristiani d’Occidente con i fratelli della Terra Santa.
Ad AsiaNews il card. Sako racconta l’attesa per la festa fra i cristiani iracheni, che guardano con timore quanto sta avvenendo oltre-confine. Il pericolo di un nuovo Isis, restare “prudenti” e valutare “i fatti” non i discorsi. Stato basato “sulla cittadinanza” e lotta a “ogni settarismo”. L’auspicio di un documento fra il Papa e i leader sciiti di Iran e Iraq sull’esempio della “fratellanza umana”.
A Damasco auto con scritte minacciose verso la minoranza. Ad Hama colpi di Kalashnikov contro l’arcivescovado greco-ortodosso. In un villaggio una coppia di anziani uccisi durante una “rapina” conclusa con l’uomo decapitato. Fonte di AsiaNews: nel mirino i greco-ortodossi perché considerati “vicini” ai russi. Le trappiste di A’zer: nella nostra zona c'è rispetto, ma aver svuotato le prigioni comuni sta creando problemi. Mons. Mourad: attenzione alle news sui social.
Si tratta del 48enne Mohammed Farik Amin e del 47enne Mohammed Nazir Lep, che hanno trascorso - senza processo - 18 anni nella prigione cubana. Adesso ne dovranno scontare altri cinque dopo il procedimento in cui si sono riconosciuti colpevoli, collaborando con la giustizia. Saranno sottoposti a un programma di recupero.
La testimonianza ad AsiaNews del parroco di Aleppo: in alcuni casi alle donne viene chiesto di indossare il velo o agli autisti di togliere simboli come la croce, ma vi sono anche esempi di solidarietà. E inviti dei musulmani a ricostruire “insieme” la nazione. La richiesta di uno “Stato democratico e civile”, in cui tutti i “cittadini” abbiano gli stessi “diritti e doveri”.
Temendo l’introduzione della sharia e in attesa di una nuova costituzione, i cristiani di Siria aspettano con il fiato sospeso. Il patriarca maronita e i vescovi delle varie Chiese difendono l’idea di cittadinanza e di pari diritti. L’autocritica dell'arcivescovo maronita di Damasco che ammette la “mancanza di coraggio” nel “dire la verità” sulle atrocità commesse dal regime deposto.
Il leader al-Jawlani ha parlato dalla storica moschea degli Omayyadi. Oggi riunione del Consiglio di sicurezza Onu. Il nunzio apostolico invoca la cancellazione delle sanzioni, un “peso” che “grava sulla povera gente”. La testimonianza ad AsiaNews di p. Karakach: “Speriamo che quanto successo sblocchi la situazione politica”. Cristiani “cittadini che hanno diritti e doveri uguali a tutti”.
Con un messaggio sui social mons. Jallouf smentisce la “notizia” rilanciata in rete secondo cui Hts gli avrebbe affidato la guida della città. Il presule parla di “bugia” e di “vergogna”, ribadendo che "intromettersi in politica non è la misisone della Chiesa”. Ad AsiaNews il parroco parla di una comunità “disorientata e confusa” che va “incoraggiata”. I ribelli alle porte di Homs.
Ad AsiaNews la testimonianza di p. Bahjat Karakach dalla città del nord ora controllata dai gruppi di opposizione guidati da Hay’at Tahrir al-Sham. Il fronte anti-Assad punta Hama, mentre nei territori conquistati promette tutela delle minoranze. La parrocchia punto di distribuzione degli aiuti, ma le risorse sono limitate. Un popolo “estenuato da anni di sofferenza e stallo”.
Da Sheikh Maqsoud e Ashrafieh fino a Tel Rifaat, le Forze democratiche siriane (Sdf) costrette a ritirarsi di fronte all’avanzata dei miliziani filo-turchi. Attivisti critici davanti alle promesse di “inclusività” sbandierate sinora dall’Hts. Sul fronte del conflitto i governativi, con l’aiuto di milizie alleate, stanno cercando di respingere l’avanzata verso Hama.
Centinaia di studenti sono scesi in piazza in queste ore per manifestare contro l’attacco alla rappresentanza diplomatica, con gravi danni all’edificio. In precedenza si erano registrate dimostrazioni in India contro l’arresto del leader indù Chinmoy Krishna Das nel Paese vicino. I due governi rafforzano le misure di controllo e sicurezza.
Ieri il pontefice ha accolto la richiesta di dimissioni del prelato, nominando l’ausiliare mons. Ilgit amministratore apostolico. La soddisfazione per la crescita di una realtà “di lingua e di cultura turca”. Il terremoto del febbraio 2023 ferita ancora aperta, serve ricostruire dalle “pietre vive”. La testimonianza di profughi e rifugiati che ampliano gli orizzonti sul piano “culturale, spirituale”.
A settant'anni dalla sua nascita il card. Zenari ricorda il fondatore di Mar Musa, ancora oggi la sua “eredità più viva”. Al tema degli scomparsi si sommano il dramma di sfollati e rifugiati, la guerra in corso e le devastazioni del sisma. I raid israeliani, sempre più frequenti, hanno tagliato il collegamento col Libano che rappresenta “un cordone ombelicale”. Papa Francesco e i martiri di Damasco “boccata di ossigeno”.
Nella solennità di Tutti i santi e della proclamazione delle Beatitudini “via della santità”, il pontefice ricorda come la guerra sia “ignobile, perché trionfo della menzogna”. L’appello per il Ciad colpito dal grave attentato terroristico e la comunità valenciana travolta dalla tempesta Dana, “catastrofe ambientale”. Il pensiero alle “153 donne, bambini massacrati nei giorni scorsi a Gaza”.
La controversa norma presentata in seconda e terza lettura nella sessione parlamentare in corso. Gli oppositori bocciano senza appello il testo che concederebbe ampi poteri a un funzionario non eletto, ma di nomina ministeriale, e trasforma in legge (anche per non musulmani) una fatwa. Per i promotori intende definire ruolo e responsabilità del mufti nei territori federali.
Ad AsiaNews il patriarca caldeo parla di situazione “preoccupante” soprattutto per la popolazione civile, che paga “il prezzo più elevato”. Le mediazioni stagnano e continua a prevalere “l’economia della guerra” che si innesca su altri elementi di crisi, come la demografia e il clima. Il ruolo delle milizie sciite nello scenario iracheno e lo “scandalo” che ha colpito la Chiesa caldea di recente.
Il ritorno alla libertà di espressione, conseguente alla caduta dell’ex premier, dà voce anche a movimenti e gruppi estremisti. Nelle manifestazioni di piazza dei giorni scorsi sono emersi stendardi che ricordano l’Isis. Polizia e forze dell’ordine in azione per scongiurare l’escalation fondamentalista, ma fra le minoranze - cristiani compresi - vi è preoccupazione.
Ad AsiaNews mons. Martinelli definisce “urgente” rilanciare la “presenza” della Chiesa nel Paese martoriato da conflitti e violenze. La testimonianza delle suore, l’opera della Caritas e la realtà cristiana locale. I missili Houthi verso Israele, la neutralità del Golfo e il fragile equilibrio con Riyadh e Teheran. La Casa Abramitica modello di incontro, confronto e preghiera.
AsiaNews ha incontrato mons. Mathieu a margine del Sinodo, poche ore prima dell’annuncio dell’elevazione al rango cardinalizio. La nomina mostra “l’incessante desiderio” del papa di “tessere e rafforzare i legami con tutti i popoli”. Il popolo iraniano “accogliente” e non solo “barbe e chador come viene dipinto in Occidente”.
La vicenda è avvenuta all’Ospedale civile di Sahiwal, nel Punjab. Secondo quanto denuncia Yousaf Masih Gill, al genitore i dottori hanno rifiutato un intervento chirurgico urgente per motivi di natura confessionale. Una sanitaria ha affermato: “Se avessi saputo prima che lei è cristiano, non avrei toccato suo padre”. La protesta della famiglia e le scuse della direzione sanitaria.
Tre casi scuotono le coscienze del Paese e ripropongono il tema dell’abuso legato alle leggi: un medico del Sindh indagato per post blasfemi e ucciso in una sparatoria dalla polizia; un sospettato ammazzato da un agente a Quetta, i familiari perdonano l’omicida; una cristiana condannata a morte per aver inoltrato messaggi su WhatsApp.
Nel secondo anniversario dell’uccisione della giovane curda per mano della polizia della morale le autorità impongono ancora il silenzio e la censura. Sulla famiglia, confinata ai domiciliari, la minaccia del carcere in caso di cerimonie pubbliche. Fragilità e divisioni nelle opposizioni favoriscono gli ayatollah. Il neo presidente promette più libertà in tema di internet e hijab.
Viskhan Soltamatov avrebbe ideato l’assalto alla chiesa dei francescani e rifornito le armi ai membri del gruppo. L’arresto è avvenuto durante una operazione congiunta nel fine settimana. Nel processo fino a 42 persone alla sbarra, di queste almeno 31 sono già sottoposti a custodia cautelare. Cristiani turchi la minoranza più perseguitata nel Paese.
Nel mirino Teresa Kok, del Partito di Azione democratica parte della coalizione di governo e con sei legislature alle spalle. Il documento risulta sin troppo oneroso per le piccole imprese. Durante l’interrogatorio ha sottolineato di non aver “mancato di rispetto all’islam”.
La Chiesa locale ha celebrato i 75 anni dal primo pellegrinaggio al luogo di culto mariano e l’inaugurazione della grotta della Vergine. Almeno sei fedeli sono morti in incidenti stradali, la polizia ha sventato un assalto di un gruppo fondamentalista islamico. La richiesta di maggiore sicurezza sulle strade e la necessità di strutture e servizi igienici.
A vigilare sull’applicazione delle norme il ministero della Morale. Nell’ultimo anno oltre 13mila persone fermate, la metà delle quali trattenute per 24 ore. Previste regole specifiche anche per i media, come il divieto di mostrare immagini di esseri viventi. Le sanzioni includono consigli, avvertimenti di punizione divina, minacce verbali, confisca di proprietà, detenzione.
Lo denuncia un nuovo rapporto della Commissione di inchiesta che denuncia una repressione di natura etnica e religiosa. Nella Repubblica islamica la persecuzione per motivi di genere si incrocia con quella per motivi etnici e religiosi”. Anche i bambini vittime di “violenze particolarmente gravi”. Dietro l’hijab una vera e propria “apartheid di genere”
Ai primi di agosto del 2014 la grande fuga dei cristiani da Mosul e dalla piana di Ninive per l’avanzata dello Stato islamico. Una tragedia ancora impressa nella memoria e solo il 60% è tornato nelle proprie terre. Il primate caldeo invita a uscire da una logica di “paura e disperazione” lavorando per “fermare i conflitti” che insanguinano la regione.
Nel mirino due luoghi di culto a Malang. La polizia nega legami con l’imminente viaggio apostolico di Francesco nell’Asia-Pacifico. Fermate tre persone, fra cui un elemento noto con il nome di “Hok” e con sospetta affiliazione al gruppo estremista Daulah Islamiyah. Confiscati elementi chimici usati per fabbricare la bomba “Madre di Satana”.
Nei primi sei mesi dell’anno lo Stato islamico ha compiuto già 153 operazioni e starebbe tentando di “ricostruirsi”. Preoccupa la forza dei jihadisti nell’agire e portare a termine gli obiettivi. Il primo ministro elogia la “diversità” rappresentata dai cristiani, che sono “fattore di stabilità”. Si chiude il Sinodo caldeo con un appello all’unità fra Chiese e all’appartenenza alla terra.
Secondo l’accusa la setta, dichiarata deviante dalle autorità religiose islamiche nel 2019, opera clandestinamente in tutto il Paese. Crede nell’esistenza di un nuovo profeta, recita una shahādah alternativa e cerca di fondere islam, ebraismo e cristianesimo in un’unica fede. Durante gli arresti sono stati sequestrati anche notebook, un computer portatile e telefoni cellulari.
È quanto emerge da un rapporto della Freedom of Belief Initiative. A seguire vi sono ebrei, aleviti, yazidi e atei. Gli attacchi a cimiteri, luoghi di culto, case o scuole legati a comunità religiose tra gli incidenti più frequenti. Escalation di violenze anti-ebraiche dalla guerra di Israele a Gaza.
Dopo svariate denunce e un video diventato virale la polizia ha aperto un’inchiesta a carico del controverso leader Firdaus Wong. In un filmato diventato virale sui social dialoga con un professore dando istruzioni su come far pregare i bambini e nascondere la conversione ai genitori. Attivista malaysiano: anche il comportamento del docente è contrario al “rapporto di fiducia” con le famiglie.
L’uomo era in vacanza a Swat, la polizia lo ha arrestato per aver bruciato pagine del Corano. Una folla ha assaltato la caserma e lo ha massacrato. Attivista accusa: il Pakistan “uno Stato barbaro” e le autorità “mantengono un silenzio”. Naveed Walter: “Nessuno è più al sicuro”. In queste ore è morta per le conseguenze del trauma anche la moglie di Nazir Masih. A Sialkot cristiano in fuga.
Nell'anniversario della caduta della città irachena nelle mani del movimento islamista radicale Omar Mohammed - il blogger che ne raccontava le brutalità - ripercorre con AsiaNews l’importanza della memoria, la visita del papa del 2021 e la sfida di una ricostruzione fondata sulla “inclusione”. Il patriarca caldeo Sako: il ricordo della violenza jihadista spinga a costruire uno Stato “civile e democratico”.
L’assalto della folla il 25 maggio, incendiate anche la casa e l’attività commerciale. Il resto della famiglia era scampato per miracolo all’assalto. Polemiche (e dubbi) sull’annuncio del decesso, il governo avrebbe nascosto la morte per evitare la condanna internazionale. Attivisti accusano: esecutivo e autorità conoscono - e coprono - i gruppi che sfruttano la legge per compiere massacri.
Il raid risale al 19 maggio, domenica di Pentecoste. Due uomini a bordo di una motocicletta hanno lanciato una granata durante la funzione. Marybel Atis, 40 anni, e Rosita Tubilo, 65 anni, sono state investite dalle schegge riportando diverse ferite. Card. Quevedo: attentato “scellerato” e “atto sacrilego”. Appello alle autorità perché sia fatta giustizia.