Il rapporto di Open Doors classifica il Paese fra i primi 50 al mondo in cui si registrano più casi di abusi, violenze, attacchi mirati e omicidi. La minoranza è la “più perseguitata” e nell’ultimo anno il fenomeno è aumentato. Nel mirino comunità protestanti e gruppi storici come caldei, armeni e assiri. I “Lupi Grigi” nelle scuole per veicolare programmi di chiara matrice neo-ottomana.
L’ultimo caso nei giorni scorsi, con una 30enne ammazzata dal marito che voleva lasciare per le continue violenze domestiche. Un’altra ragazza colpita da padre e fratello mentre reggeva fra le braccia il bambino piccolo. Secondo alcuni studi oltre 130 donne uccise dal marzo scorso. Almeno 74mila le denunce per abusi e violenze, ma i numeri potrebbero essere di 100 volte superiori.
La “Personal Status Law” approvata senza un voto parlamentare allarma attivisti e società civile. Il timore di una “disintegrazione” della famiglia e un passo indietro nel ruolo (e nei diritti) delle donne. Lo studioso iracheno Saad Salloum: “Baratto” tra le tre principali forze politiche sciite, sunnite e curde e legato agli interessi di ciascuno”. Card. Sako: norma “scioccante” che viola la “libertà”.
La testimonianza ad AsiaNews di p. Karakach, secondo cui il Paese deve ancora percorrere “una lunga strada” per diventare un vero “Stato di diritto, stabile e democratico”. Fra gli elementi in positivo economia aperta e risoluzione dei conflitti coi vicini, preoccupazioni in tema di “libertà politica” e matrice “islamista”. Esecuzioni sommarie di almeno 35 ex ufficiali di Assad nel fine settimana.
Mente degli attentati a Bali e degli attacchi ai cristiani, Hambali è detenuto a Guantanamo. Il governo prospetta il rientro in patria, nell’ambito dello scioglimento del gruppo e di una politica di ritorno di quanti si trovano incarcerati all’estero. Attivisti sottolineano le differenze fra lavoratori migranti in cella e un estremista condannato.
Gli occidentali nelle prigioni della Repubblica islamica sono giustamente un caso internazionale. Ma sono una quota piccolissima degli oltre 8mila non iraniani detenuti da Teheran. Nel 95% dei casi si tratta di immigrati afghani; per oltre 70 di loro nel 2024 sono state eseguite condanne a morte per impiccagione. Tra gli altri Paesi di provenienza dei carcerati anche Pakistan, Iraq, Turchia, Azerbaigian e India.
La testimonianza ad AsiaNews di p. Karakach, che parla di festa “molto particolare” fra “rassicurazioni” delle nuove autorità e “presenza massiccia di agenti”. Rispetto al passato nessun segno di celebrazioni sulle tv nazionali. In alcune città episodi “spiacevoli” come il rogo di un albero di Natale, allestito di nuovo con l’aiuto di musulmani. L’Anno giubilare fonte di coraggio.
Ad AsiaNews il provinciale dei francescani che custodiscono i Luoghi Santi racconta di festività per la seconda volta senza pellegrini, il cui ritorno è “legato alla fine del conflitto”. L’attenzione alle vicende della vicina Siria, fra giudizi “sospesi” o “moderatamente positivi”. La Custodia “sempre più internazionale” con “una sessantina” di Paesi presenti. Il “debito” dei cristiani d’Occidente con i fratelli della Terra Santa.
Ad AsiaNews il card. Sako racconta l’attesa per la festa fra i cristiani iracheni, che guardano con timore quanto sta avvenendo oltre-confine. Il pericolo di un nuovo Isis, restare “prudenti” e valutare “i fatti” non i discorsi. Stato basato “sulla cittadinanza” e lotta a “ogni settarismo”. L’auspicio di un documento fra il Papa e i leader sciiti di Iran e Iraq sull’esempio della “fratellanza umana”.
A Damasco auto con scritte minacciose verso la minoranza. Ad Hama colpi di Kalashnikov contro l’arcivescovado greco-ortodosso. In un villaggio una coppia di anziani uccisi durante una “rapina” conclusa con l’uomo decapitato. Fonte di AsiaNews: nel mirino i greco-ortodossi perché considerati “vicini” ai russi. Le trappiste di A’zer: nella nostra zona c'è rispetto, ma aver svuotato le prigioni comuni sta creando problemi. Mons. Mourad: attenzione alle news sui social.
Si tratta del 48enne Mohammed Farik Amin e del 47enne Mohammed Nazir Lep, che hanno trascorso - senza processo - 18 anni nella prigione cubana. Adesso ne dovranno scontare altri cinque dopo il procedimento in cui si sono riconosciuti colpevoli, collaborando con la giustizia. Saranno sottoposti a un programma di recupero.
La testimonianza ad AsiaNews del parroco di Aleppo: in alcuni casi alle donne viene chiesto di indossare il velo o agli autisti di togliere simboli come la croce, ma vi sono anche esempi di solidarietà. E inviti dei musulmani a ricostruire “insieme” la nazione. La richiesta di uno “Stato democratico e civile”, in cui tutti i “cittadini” abbiano gli stessi “diritti e doveri”.
Temendo l’introduzione della sharia e in attesa di una nuova costituzione, i cristiani di Siria aspettano con il fiato sospeso. Il patriarca maronita e i vescovi delle varie Chiese difendono l’idea di cittadinanza e di pari diritti. L’autocritica dell'arcivescovo maronita di Damasco che ammette la “mancanza di coraggio” nel “dire la verità” sulle atrocità commesse dal regime deposto.
Il leader al-Jawlani ha parlato dalla storica moschea degli Omayyadi. Oggi riunione del Consiglio di sicurezza Onu. Il nunzio apostolico invoca la cancellazione delle sanzioni, un “peso” che “grava sulla povera gente”. La testimonianza ad AsiaNews di p. Karakach: “Speriamo che quanto successo sblocchi la situazione politica”. Cristiani “cittadini che hanno diritti e doveri uguali a tutti”.
Con un messaggio sui social mons. Jallouf smentisce la “notizia” rilanciata in rete secondo cui Hts gli avrebbe affidato la guida della città. Il presule parla di “bugia” e di “vergogna”, ribadendo che "intromettersi in politica non è la misisone della Chiesa”. Ad AsiaNews il parroco parla di una comunità “disorientata e confusa” che va “incoraggiata”. I ribelli alle porte di Homs.
Ad AsiaNews la testimonianza di p. Bahjat Karakach dalla città del nord ora controllata dai gruppi di opposizione guidati da Hay’at Tahrir al-Sham. Il fronte anti-Assad punta Hama, mentre nei territori conquistati promette tutela delle minoranze. La parrocchia punto di distribuzione degli aiuti, ma le risorse sono limitate. Un popolo “estenuato da anni di sofferenza e stallo”.
Da Sheikh Maqsoud e Ashrafieh fino a Tel Rifaat, le Forze democratiche siriane (Sdf) costrette a ritirarsi di fronte all’avanzata dei miliziani filo-turchi. Attivisti critici davanti alle promesse di “inclusività” sbandierate sinora dall’Hts. Sul fronte del conflitto i governativi, con l’aiuto di milizie alleate, stanno cercando di respingere l’avanzata verso Hama.
Centinaia di studenti sono scesi in piazza in queste ore per manifestare contro l’attacco alla rappresentanza diplomatica, con gravi danni all’edificio. In precedenza si erano registrate dimostrazioni in India contro l’arresto del leader indù Chinmoy Krishna Das nel Paese vicino. I due governi rafforzano le misure di controllo e sicurezza.
Ieri il pontefice ha accolto la richiesta di dimissioni del prelato, nominando l’ausiliare mons. Ilgit amministratore apostolico. La soddisfazione per la crescita di una realtà “di lingua e di cultura turca”. Il terremoto del febbraio 2023 ferita ancora aperta, serve ricostruire dalle “pietre vive”. La testimonianza di profughi e rifugiati che ampliano gli orizzonti sul piano “culturale, spirituale”.
A settant'anni dalla sua nascita il card. Zenari ricorda il fondatore di Mar Musa, ancora oggi la sua “eredità più viva”. Al tema degli scomparsi si sommano il dramma di sfollati e rifugiati, la guerra in corso e le devastazioni del sisma. I raid israeliani, sempre più frequenti, hanno tagliato il collegamento col Libano che rappresenta “un cordone ombelicale”. Papa Francesco e i martiri di Damasco “boccata di ossigeno”.
Nella solennità di Tutti i santi e della proclamazione delle Beatitudini “via della santità”, il pontefice ricorda come la guerra sia “ignobile, perché trionfo della menzogna”. L’appello per il Ciad colpito dal grave attentato terroristico e la comunità valenciana travolta dalla tempesta Dana, “catastrofe ambientale”. Il pensiero alle “153 donne, bambini massacrati nei giorni scorsi a Gaza”.
La controversa norma presentata in seconda e terza lettura nella sessione parlamentare in corso. Gli oppositori bocciano senza appello il testo che concederebbe ampi poteri a un funzionario non eletto, ma di nomina ministeriale, e trasforma in legge (anche per non musulmani) una fatwa. Per i promotori intende definire ruolo e responsabilità del mufti nei territori federali.
Ad AsiaNews il patriarca caldeo parla di situazione “preoccupante” soprattutto per la popolazione civile, che paga “il prezzo più elevato”. Le mediazioni stagnano e continua a prevalere “l’economia della guerra” che si innesca su altri elementi di crisi, come la demografia e il clima. Il ruolo delle milizie sciite nello scenario iracheno e lo “scandalo” che ha colpito la Chiesa caldea di recente.
Il ritorno alla libertà di espressione, conseguente alla caduta dell’ex premier, dà voce anche a movimenti e gruppi estremisti. Nelle manifestazioni di piazza dei giorni scorsi sono emersi stendardi che ricordano l’Isis. Polizia e forze dell’ordine in azione per scongiurare l’escalation fondamentalista, ma fra le minoranze - cristiani compresi - vi è preoccupazione.
Ad AsiaNews mons. Martinelli definisce “urgente” rilanciare la “presenza” della Chiesa nel Paese martoriato da conflitti e violenze. La testimonianza delle suore, l’opera della Caritas e la realtà cristiana locale. I missili Houthi verso Israele, la neutralità del Golfo e il fragile equilibrio con Riyadh e Teheran. La Casa Abramitica modello di incontro, confronto e preghiera.
AsiaNews ha incontrato mons. Mathieu a margine del Sinodo, poche ore prima dell’annuncio dell’elevazione al rango cardinalizio. La nomina mostra “l’incessante desiderio” del papa di “tessere e rafforzare i legami con tutti i popoli”. Il popolo iraniano “accogliente” e non solo “barbe e chador come viene dipinto in Occidente”.
La vicenda è avvenuta all’Ospedale civile di Sahiwal, nel Punjab. Secondo quanto denuncia Yousaf Masih Gill, al genitore i dottori hanno rifiutato un intervento chirurgico urgente per motivi di natura confessionale. Una sanitaria ha affermato: “Se avessi saputo prima che lei è cristiano, non avrei toccato suo padre”. La protesta della famiglia e le scuse della direzione sanitaria.
Tre casi scuotono le coscienze del Paese e ripropongono il tema dell’abuso legato alle leggi: un medico del Sindh indagato per post blasfemi e ucciso in una sparatoria dalla polizia; un sospettato ammazzato da un agente a Quetta, i familiari perdonano l’omicida; una cristiana condannata a morte per aver inoltrato messaggi su WhatsApp.
Nel secondo anniversario dell’uccisione della giovane curda per mano della polizia della morale le autorità impongono ancora il silenzio e la censura. Sulla famiglia, confinata ai domiciliari, la minaccia del carcere in caso di cerimonie pubbliche. Fragilità e divisioni nelle opposizioni favoriscono gli ayatollah. Il neo presidente promette più libertà in tema di internet e hijab.
Viskhan Soltamatov avrebbe ideato l’assalto alla chiesa dei francescani e rifornito le armi ai membri del gruppo. L’arresto è avvenuto durante una operazione congiunta nel fine settimana. Nel processo fino a 42 persone alla sbarra, di queste almeno 31 sono già sottoposti a custodia cautelare. Cristiani turchi la minoranza più perseguitata nel Paese.