Nemmeno i sindacati pro-Pechino promuovono più marce per i diritti dei lavoratori per paura di “disordini”. Tutta l’attenzione è ai turisti in arrivo dalla Cina continentale, per i quali la città (tempo permettendo) inaugurerà un nuovo ciclo di spettacoli pirotecnici al porto con un budget senza precedenti.
Un'indagine del Centro Metodista rivela la preoccupazione degli ultra-settantacinquenni, vittime indirette dell'esodo delle famiglie giovani provocato dalla stretta sulla sicurezza dopo le manifestazioni 2019. Intanto la Corte d'Appello accoglie la richiesta delle autorità di ovietare la diffusione on line di "Glory to Hong Kong", la canzone divenuta l'inno delle proteste.
Mentre anche quest’anno il 4 giugno a Victoria Park sarà impedito il ricordo dell'anniversario della strage degli studenti di Pechino, un gruppo di singoli cristiani ha invitato a sottoscrivere il testo di una preghiera che verrà pubblicata come inserzione sul Christian Times. Un testo che parla della repressione di allora, ma anche di quella in atto oggi a Hong Kong.
Il 10 febbraio andranno a processo il funzionario (ex poliziotto) dell'Ufficio economico e commerciale di Hong Kong e l'addetto alla sicurezza accusati di violazione di domicilio e sorveglianza illegittima. Una terza persona che era stata fermata è stata trovata morta in circostanze misteriose. In oltre 200mila dall'ex colonia si sono rifugiati in Gran Bretagna negli ultimi anni. Si alza lo scontro diplomatico sulle attività ospitate dagli uffici "commerciali".
Nuovo provvedimento di arresto (notificato in carcere) per l'avvocatessa Chow Hang-tung e cinque altre persone che attraverso una pagina Facebook cercavano di tener vivo il ricordo delle vittime della strage degli studenti di 35 anni fa. La stretta alla vigilia dell'anniversario del 4 giugno. Rischiano fino a 7 anni di carcere. Avevano scritto: "Resistiamo alla riscrittura della memoria".
Nel verdetto sul "processo dei 47" l'accusa - avallata dai giudici - è quella di aver organizzato nel 2020 elezioni primarie per aver cercato di ottenere la maggioranza nel Consiglio legislativo e arrivare a sfiduciare attraverso la legge di bilancio l'allora governatrice Carrie Lam (nominata da Pechino). Per questo "reato" in decine sono e rimarranno in carcere. Mentre va avanti anche il processo a Jimmy Lai, con una sentenza che appare già scritta.
In una riflessione pubblicata sul settimanale diocesano Sunday Examiner in vista della “data sensibile” (e innominabile per Hong Kong) il vescovo ricorda l’”evento che ha distrutto la vita 35 anni fa” a Pechino il 4 giugno 1989. Senza dimenticare, l'invito è a guardarlo con gli occhi dell’”amore incondizionato” di Dio che perdona “anche quanti non hanno il coraggio di chiederlo”.
Il governo ha fatto approvare una nuova legge che cambia l'organismo di controllo permettendo di cancellare dagli albi chi è in favore dei movimenti pro-democrazia. Il segretario al Welfare chiedeva la "depoliticizzazione" dopo il sostegno di tanti operatori alle manifestazioni del 2019. Saranno i più fragili a pagarne le conseguenze in una società dove l'esodo delle famiglie giovani sta creando un'emergenza anziani.
Il missionario italiano del Pime ha portato oggi il suo sciopero della fame ad Admiralty davanti alla sede del governo, unendo l'ingiustizia subita dalla figlia di un'immigrata africana alle centinaia di detenuti in carcere per reati d'opinione. "È come se il loro problema non esistesse. Si liberino queste persone per ricreare un clima di fiducia".
L’esposizione racconta “una storia ben diversa” sulla rivolta e le rivoluzioni “colorate” in Ucraina, Georgia e Kirghizistan. A differenza delle narrazioni sui media occidentali non sarebbero rivendicazioni popolari di libertà, ma attentati alla sicurezza e all’ordine. Il richiamo alle parole di Xi Jinping sulla “stabilità sociale” come “prerequisito per costruire una Cina forte e prospera”.
I direttori della testata (già costretta alla chiusura come l'Apple Daily) Chung Pui-kuen e Patrick Lam rischiano fino a due anni di carcere nel verdetto atteso entro settembre. La sentenza rischia di avere ulteriori profonde implicazioni sulla libertà di stampa a Hong Kong. Per il capo della polizia è la prova della “necessità e legalità” delle repressioni contro attivisti e voci critiche. Reporters sans Frontières: 28 i giornalisti perseguiti dal 2020.
Mark Clifford e Gordon Crovitz, alti dirigenti di Next Digital, hanno presentato una denuncia contro la società globale di revisione contabile. Avrebbe consentito violazioni ai diritti fornendo servizi essenziali alle autorità di Hong Kong. Una iniziativa che getta più di un’ombra sugli “aiuti” alle autorità governative nella repressione delle voci critiche.
A cinque anni ormai dalle proteste pro-democrazia su 10.279 persone arrestate solo il 28,8% sono state rinviate a giudizio. Ma per il segretario alla Giustizia Chris Tang "bisogna dare tempo alle autorità di raccogliere le prove". Respinta la richiesta di Chow Hang-tung di chiamare a testimoniare in video al processo persone che vivono all'estero.
L'allarme delle autorità locali sulla carenza di forza lavoro, accentuata dall'invecchiamento della popolazione. È l'altra faccia della dura repressione dei movimenti pro-democrazia del 2019 che ha spinto migliaia di persone a lasciare la metropoli.
La riflessione fatta uscire dal carcere da una delle 45 persone condannate ieri a pene pesantissime per aver organizzato elezioni primarie a Hong Kong. "Abbiamo osato chiedere: la democrazia sarà mai possibile qui? La risposta è stata un giro di vite su tutti i fronti". L'appello al mondo: "Difendete e riparate le vostre democrazie. Date ai dittatori autoritari un esempio in meno di fallimento e ai combattenti per la libertà un'ispirazione in più per continuare la propria lotta".
Al voto per il rinnovo del Consiglio legislativo - per cui dal 2021 possono concorrere solo candidati "patrioti" - le autorità pro-Pechino avrebbero voluto introdurre l'anno prossimo anche delle speciali "urne intelligenti" per segnalere all'elettore eventuali "errori" nella compilazione della scheda. La proposta è stata ritirata dopo poche ore per le ovvie obiezioni sulla segretezza del voto.
Prelevato da casa e sottoposto a una lunga perquisizione nei suoi uffici il prof. Robert Chung, presidente dell'Hong Kong Public Opinion Research Institute. Indagato per "favoreggiamento" del suo ex vice Chung Kim-wah, uno degli attivisti pro-democrazia (espatriati) contro cui è stato emesso un mandato di arresto. Autorità dicono di non voler colpire attività dell'istituto, ma hanno portato via server e casse di documenti.