Nei primi nove mesi dell’anno almeno 435 persone sono state uccise dei militari. Erano 113 nel 2021. A questo si sommano colpi di artiglieria e attacchi aerei contro case, scuole ed edifici religiosi, oltre a massacri e incendi dolosi da parte delle truppe sul campo. La giunta usa la paura come arma. Almeno un migliaio di civili intrappolati nei combattimenti nello Stato Rakhine.
A sette anni dalla grande fuga di centinaia di migliaia di membri della minoranza musulmana dal Myanmar, la situazione nei centri di accoglienza del Bangladesh è ancora di emergenza. Il racconto di un gesuita, da anni impegnato nell’opera di aiuto e accoglienza. Dhaka ha risorse limitate, ma prima di rimpatriarli serve stabilità e pace nell’ex-Birmania.
Movimenti attivisti rilanciano le testimonianze di sopravvissuti alle persecuzioni per mano del gruppo ribelle che combatte l’esercito golpista. Il 5 agosto decine (o centinaia) di musulmani, tra cui bambini piccoli, uccisi in un attacco di droni e artiglieria mentre cercavano di fuggire. Da aprile oltre 250mila Rohingya sono rimasti senza casa a Buthidaung e Maungdaw.
Kim Aris, 47 anni, ha ritirato al posto della madre in Italia la cittadinanza onoraria che il comune di Abbiategrasso ha voluto concedere alla leader birmana. Da oltre tre anni in carcere, nemmeno la sua famiglia sa dove sia detenuta e quali siano le sua condizioni di salute, nonostante compia in questi giorni 79 anni. Secondo il figlio la comunità internazionale non aveva capito le azioni di Aung San Suu Kyi con i Rohingya.
Il segretario generale Alistair Dutton in visita ai campi dei rifugiati dove dal 2017 è attiva Caritas Bangladesh insieme al goerno di Dhaka. Gli aiuti globali per l'alimentazione sono scesi a 10 dollari a persona al mese, con gravi conseguenze. "Queste famiglie sono tra le più vulnerabili al mondo, con adolescenti che hanno vissuto qui già metà della loro vita. La comunità internazionale non può lasciare solo il Bangladesh".
Nonostante il blocco di internet imposto dalla giunta golpista, le Nazioni unite parlano di “rapporti spaventosi e inquietanti” sugli attacchi contro la popolazione civile di etnia Rohingya. Negli ultimi mesi la giunta golpista, sempre più in difficoltà sul campo, ha alimentato le tensioni interetniche, arruolando (anche in maniera forzata) i Rohingya contro la milizia etnica locale. Un tragedia che sta riportando il Paese ai tempi delle violenze settarie.
Il bambino aveva solo 43 giorni ed è deceduto dopo alcuni scontri tra il personale carcerario e i profughi, da diversi mesi in sciopero della fame. Chiedevano il loro rilascio dopo due anni di prigione. La notizia è emersa grazie alla diffusione di due video da parte degli attivisti. Nonostante l'Onu abbia riconosciuto il loro status di rifugiati, l'India continua a trattare i Rohingya come migranti illegali.
Il Bangladesh non protegge i rifugiati birmani nei campi profughi e, secondo l'organizzazione per i diritti umani, non prende nemmeno provvedimenti efficaci per contrastare lo spaccio, il traffico di esseri umani e gli omicidi. Continuano anche Ie brutalità della giunta golpista birmana in Myanmar. Riguardo la guerra civile, però, l’ultimo vertice dell’Asean si è chiuso (di nuovo) con un nulla di fatto.
L'UNHCR quest'anno come tema ha scelto "la speranza anche lontano dalla patria", ma la maggior parte dei profughi sono preoccupati per il futuro dei propri figli. In Bangladesh ricevono solo un'istruzione primaria, non hanno possibilità di lavorare e sono trattati come un peso. Negli ultimi mesi sono state ridotte le razioni alimentari, si è diffusa la dengue ed è aumentata la criminalità.
Esplode la protesta dei rifugiati nei centri di accoglienza oltre-confine, in Bangladesh. Più di un milione sono stanziati nei campi del sud-est, diventato il più grande insediamento profughi del mondo. I dimostranti chiedono diritti di cittadinanza e la ripresa dei programmi assistiti di rimpatrio. Nel 2022 sono morti 348 Rohingya nel tentativo di raggiungere in barca Malaysia e Indonesia.
Confermate almeno 200 vittime. La situazione sul campo continua a essere complicata dopo il crollo di diversi ponti e strutture di accoglienza. Anche alcuni monasteri buddhisti che offrivano riparo sono stati spazzati via. L'organizzazione internazionale per i rifugiati racconta ad AsiaNews che le preoccupazioni principali ora riguardano la diffusione di malattie legate all'acqua e lo spostamento di ordigni esplosivi a causa delle inondazioni.
Venti fino a quasi 250 chilometri all'ora hanno abbattutto le torri di telecomunicazioni e raso al suolo intere abitazioni. Prima del disatro già 6 milioni di persone tra lo Stato birmano del Rakhine e il campo profughi di Cox's Bazar, in Bangladesh, avevano bisogno di assistenza umanitaria. La Chiesa locale si è attivata per inviare aiuti. Nei giorni precedenti le truppe dell'esercito hanno costretto alla fuga sotto la pioggia migliaia di civili.