Il bambino aveva solo 43 giorni ed è deceduto dopo alcuni scontri tra il personale carcerario e i profughi, da diversi mesi in sciopero della fame. Chiedevano il loro rilascio dopo due anni di prigione. La notizia è emersa grazie alla diffusione di due video da parte degli attivisti. Nonostante l'Onu abbia riconosciuto il loro status di rifugiati, l'India continua a trattare i Rohingya come migranti illegali.
Il Bangladesh non protegge i rifugiati birmani nei campi profughi e, secondo l'organizzazione per i diritti umani, non prende nemmeno provvedimenti efficaci per contrastare lo spaccio, il traffico di esseri umani e gli omicidi. Continuano anche Ie brutalità della giunta golpista birmana in Myanmar. Riguardo la guerra civile, però, l’ultimo vertice dell’Asean si è chiuso (di nuovo) con un nulla di fatto.
L'UNHCR quest'anno come tema ha scelto "la speranza anche lontano dalla patria", ma la maggior parte dei profughi sono preoccupati per il futuro dei propri figli. In Bangladesh ricevono solo un'istruzione primaria, non hanno possibilità di lavorare e sono trattati come un peso. Negli ultimi mesi sono state ridotte le razioni alimentari, si è diffusa la dengue ed è aumentata la criminalità.
Esplode la protesta dei rifugiati nei centri di accoglienza oltre-confine, in Bangladesh. Più di un milione sono stanziati nei campi del sud-est, diventato il più grande insediamento profughi del mondo. I dimostranti chiedono diritti di cittadinanza e la ripresa dei programmi assistiti di rimpatrio. Nel 2022 sono morti 348 Rohingya nel tentativo di raggiungere in barca Malaysia e Indonesia.
Confermate almeno 200 vittime. La situazione sul campo continua a essere complicata dopo il crollo di diversi ponti e strutture di accoglienza. Anche alcuni monasteri buddhisti che offrivano riparo sono stati spazzati via. L'organizzazione internazionale per i rifugiati racconta ad AsiaNews che le preoccupazioni principali ora riguardano la diffusione di malattie legate all'acqua e lo spostamento di ordigni esplosivi a causa delle inondazioni.
Venti fino a quasi 250 chilometri all'ora hanno abbattutto le torri di telecomunicazioni e raso al suolo intere abitazioni. Prima del disatro già 6 milioni di persone tra lo Stato birmano del Rakhine e il campo profughi di Cox's Bazar, in Bangladesh, avevano bisogno di assistenza umanitaria. La Chiesa locale si è attivata per inviare aiuti. Nei giorni precedenti le truppe dell'esercito hanno costretto alla fuga sotto la pioggia migliaia di civili.