Ieri il pontefice ha accolto la richiesta di dimissioni del prelato, nominando l’ausiliare mons. Ilgit amministratore apostolico. La soddisfazione per la crescita di una realtà “di lingua e di cultura turca”. Il terremoto del febbraio 2023 ferita ancora aperta, serve ricostruire dalle “pietre vive”. La testimonianza di profughi e rifugiati che ampliano gli orizzonti sul piano “culturale, spirituale”.
È quanto ha sottolineato l’ausiliare del Vicariato apostolico dell’Anatolia nella messa celebrata per la festa del 29 giugno. L’abbraccio fra fratelli cattolici e ortodossi offre “l’opportunità di sperimentare la gioia dell’incontro”. La città ancora in grave difficoltà, sembra “colpita da grandi bombardamenti”. E l’appello finale: servono religiosi e fidei donum per aiutarci a tener vivo il cristianesimo in Turchia.
L’omicidio di un preside per mano di un minore alimenta la polemica. A sparare uno studente che voleva “vendicarsi” dell’espulsione. Allo sciopero (anche) sindacati filo-governativi. P. Monge: l’ambito educativo è solo la “punta dell’iceberg”. Le quattro riforme Akp hanno stravolto l’istruzione di impronta laica e scientifica. La “nemesi” di Erdogan e l’ascesa di Imamoglu.
I lavori di ricostruzione sono durati oltre un anno. L’intera comunità cristiana, dai greco-melkiti agli evangelici, si è riunita per una giornata di festa. A presiedere la funzione il primate Youssef Absi. Nel conflitto fra armeni e azeri è andata distrutta la storica chiesa di san Giovanni Battista a Shushi.
Un'inchiesta rivela gli effetti di un emendamento approvato a novembre e che riguarda migliaia di persone. I sequestri finalizzati alla creazione di “aree edificabili di riserva”, una misura temporanea per accelerare la ripresa. La protesta dei cittadini: “Siamo in grado di riparare le nostre abitazioni”.
La situazione resta ancora critica e Antiochia una “città spettrale”. Il contributo della Caritas nel garantire cibo, alloggio, sostegno psicologico, istruzione e scolarizzazione. Mons. Bizzeti: “Ci vorranno almeno 10 anni per capire se la regione riuscirà a risollevarsi, ma sono ottimista”.
In una lettera il francescano p. Bahjat Karakach parla di una situazione di estrema difficoltà. Vi è una “atmosfera prevalente” di “frustrazione” e una “morsa inquietante” di paura. Garantire le necessità di base una “prova insormontabile”. L’assistenza della Chiesa e la gioia di una comunità per il nuovo vicario. Raid aerei turchi nella zona curdo-siriana.
Uno studio intitolato “Migranti e terremoto” evidenzia le criticità di una fetta consistente della popolazione colpita dal sisma ma ai margini della catena di aiuti. Ancora oggi vi è profonda incertezza sul numero reale dei morti. Ankara vuole rimpatriarne almeno un milione su 3,5 milioni. L’abbandono scolastico fra i bambini finirà per alimentare il lavoro minorile.
Il 17enne era parte della delegazione turca presente alle giornate di Lisbona. Il ricordo ancora vivo del terremoto e l’impatto della distruzione che “é ancora oggi enorme”. Dall’incontro con Francesco la forza per “essere coraggiosi” e rinascere “come Gesù”. Vicario generale dell’Anatolia: i giovani “pietre vive con le quali metteremo al loro posto le pietre crollate della cattedrale”.
Alle giornate è presenti circa 50 giovani provenienti dalla Cina Continentale. La testimonianza “dell’attenzione” della Chiesa per il Paese e i suoi fedeli, oltre le difficoltà. Ieri il papa ha ricevuto un gruppo di giovani turchi provenienti dalle zone colpite dal terremoto di febbraio. L’incontro con il mondo della carità e del volontariato, in cui esalta un amore “concreto, che si sporca le mani”.
Per i giovani turchi è una occasione per “costruire una Chiesa locale” incontrando cristiani di altre diocesi o vicariati. Nella delegazione del Golfo presente anche un giovane dello Yemen. I libanesi ricorderanno con l’adorazione e la preghiera la drammatica esplosione del 4 agosto 2020, nel terzo anniversario. Ausiliare di Baghdad: la speranza di un incontro in Medio oriente.
Aiuti concreti ma anche momenti di incontro per sanare le ferite dell'animo, che nella popolazione siriana erano già presenti prima del sisma a causa del conflitto civile. I frati francescani stanno cercando di creare un senso di attaccamento nei giovani, che, con poche speranze a causa della depressione economica, avrebbero solo voglia di lasciarsi la sofferenza del loro Paese alle spalle. Un reportage pubblicato sull'ultimo numero della rivista "Terrasanta" ha raccolte le testimonianze di chi lotta per un nuovo futuro.
Francescano, finora parroco di Knayeh, a Idlib, è stato nominato il 1 luglio da papa Francesco. Nel 2014 ha sperimentato il dramma del sequestro per mano di al-Nusra e più recentemente le devastazioni del sisma. L’area ancora in fase di “emergenza”, c'è “molto da fare”. Quanto ai rapporti con le fazioni il presule racconta che ora "i ribelli hanno cambiato strategia, sembrano accettare i cristiani". L'auspicio: "La Chiesa sia luce per tutta la Siria".
Mons. Bizzeti racconta una situazione generale di “grande disperazione” e di forte bisogno, i fedeli rimasti ad Antiochia si contano “sulle dita di due mani”. Alla Chiesa in Occidente il compito di ricordare a governi e istituzioni il dovere di “salvaguardare” la presenza dei cristiani. Gli interventi in atto della Caritas e i programmi di lungo periodo, fra cui scolarizzazione e sostegno psicologico.
Secondo dati Unicef 3,7 milioni di minori in Siria e 2,5 milioni in Turchia vivono in condizioni di grave indigenza e precarietà. Oltre 4 milioni hanno dovuto interrompere gli studi, già ostacolati dalla pandemia di Covid-19. Fonte di AsiaNews: problemi “strutturali”, mancano aule e insegnanti. Servono “scuole prefabbricate, cancelleria, libri”.
Erdogan e Kilicdaroglu si sfideranno al secondo turno, in programma il 28 maggio. Alle parlamentari regge la coalizione di governo, che pur perdendo consensi resta maggioranza. Egoismo e clientelismo in un quadro fluido e confuso dietro la tenuta del presidente. L’ombra del voto negato a un milione di elettori nelle zone colpite dal sisma.
Oggi la gran parte del mondo musulmano sunnita celebra la fine del Ramadan. A Teheran, come in Pakistan e l’Oman, si dovrà aspettare fino a domani. In Indonesia oltre 100 milioni di persone in movimento, l’Arabia Saudita rafforza la sicurezza e allestisce quasi 21mila fra moschee e luoghi di preghiera. La fine delle restrizioni legate al Covid e il ritorno agli incontri di comunità.