04/05/2004, 00.00
HONG KONG - CHINA
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Il battagliero mons. Zen visita la Cina dopo 6 anni

Hong Kong(AsiaNews/AP) – La Cina ha invitato il capo della  chiesa cattolica di Hong Kong, mons. Joseph Zen a tornare a far visita a Shanghai,sua città natale. La visita di 3 giorni, conclusasi venerdì scorso, cancella una proibizione che durava da 6 anni, da quando il salesiano era divenuto vescovo. Mons. Zen, uno dei più aperti critici del governo cinese, ha potuto incontrare il vescovo di Shanghai, mons. Aloysius Jin Luxian ed alcune personalità del governo. La notizia del viaggio è stata data dal quotidiano di Hong Kong South China Morning Post.

Mons. Zen ha potuto visitare anche il seminario di Shanghai, dove lui ha insegnato per molti anni, e ha incontrato sua sorella e suo cognato.

Pechino non ha rapporti diplomatici col Vaticano e permette ai cristiani libertà di culto solo dentro strutture controllate e registrate dallo stato. Mons. Zen ha spesso criticato la politica religiosa e persecutoria della Cina verso la chiesa sotterranea e la chiesa ufficiale, come anche le violenze di Pechino verso le altre religioni e la Falun Gong.

In Hong Kong, grazie alla Basic Law, la costituzione del territorio, i 300 mila cattolici hanno totale libertà. Ma la Cina sta influenzando sempre più lo stile di vita di Hong Kong, minando la libertà di espressione, la libertà di educazione e le strutture democratiche. Mons. Zen ha criticato la Cina per il tentativo di far passare la legge anti-sovversione lo scorso anno nel territorio.  La legge rischiava di perseguire i cattolici di Hong Kong per i loro rapporti con i cristiani sotterranei in Cina. Grazie a un'enorme pressione popolare la legge è stata ritirata.

Mons. Zen ha anche criticato Pechino per aver bloccato lo sviluppo democratico del territorio. Ad Hong Kong almeno l'80% della popolazione chiede elezioni dirette del capo del governo e il suffragio universale per le elezioni parlamentari. Nelle scorse settimane Pechino ha stabilito che qualunque cambiamento verso la democrazia dovrà essere approvato dal parlamento cinese.

Fonti di AsiaNews hanno comunicato che l'invito a mons. Zen è stato pressante e continuo per almeno 2 mesi. Mons. Zen ha detto al South China Morning Post che l'invito rappresenta un segno di apertura da parte della nuova leadership di Hu Jintao e di Wen Jiabao. "Apprezzo molto la sincerità e l'amicizia dimostratami dalle autorità cinesi – ha detto il vescovo – e spero che questo sia un primo passo verso una maggiore comunicazione.. .Almeno c'è ancora un po' di fiducia fra di noi".

 

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