15/01/2013, 00.00
PAKISTAN
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Islamabad, scontri fra polizia e manifestanti della marcia “anti-corruzione”

Le forze dell’ordine hanno esploso colpi di avvertimento e gas lacrimogeni, in risposta al lancio di pietre. I dimostranti hanno aderito all’iniziativa promossa dal leader sunnita Tahirul Qadr, vicino all’ex presidente Musharraf, che chiede un governo ad interim fino al voto di maggio e riforme elettorali. I critici lo accusano di collusione coi militari.

Islamabad (AsiaNews/Agenzie) - Le forze dell'ordine di Islamabad hanno esploso in aria colpi di avvertimento e lanciato gas lacrimogeni contro i manifestanti, scesi in piazza per aderire alla "lunga marcia anti-corruzione" ideata e promossa dal leader religioso Tahirul Qadri. Gli scontri sono divampati dopo che i dimostranti hanno iniziato a scagliare pietre contro i funzionari della pubblica sicurezza, dislocati all'esterno del Parlamento a protezione dell'edificio. Il leader dell'iniziativa - chiamata la "Un milione in marcia", che ha preso il via a Lahore il 13 gennaio e ha raggiunto la capitale del Pakistan nella tarda serata di ieri - ha lanciato la sfida al governo, chiedendo riforme elettorali e una lotta a tutto campo contro la corruzione.

Tahirul Qadri (al centro nella foto), leader religioso sunnita, chiede che i militari e la magistratura siano coinvolti nella formazione di un governo ad interim, che guidi il Paese fino alle prossime elezioni. La legislatura dovrebbe concludersi entro il marzo prossimo, per andare poi al voto entro le successive sei settimane. Le autorità lo accusano di voler posporre la data e riconsegnare il potere nelle mani dell'esercito.

Un portavoce di Qadri afferma che le manifestazioni sono servite a proteggere il leader da un tentativo di arresto della polizia. Al momento non si hanno notizie di feriti, ma le informazioni sono ancora frammentarie. In precedenza le autorità della capitale avevano avvertito i manifestanti della chiusura del centro città, aggiungendo che l'esercito avrebbe colpito senza remore nel caso di disordini o violazioni alla legge.

Rivolgendosi ai militanti, durante un discorso tenuto ieri sera da un palco eretto a Jinnah Avenue, a Islamabad, Qadri ha spiegato alle decine di migliaia di manifestanti che "sul piano morale, il vostro governo e le vostre assemblee hanno concluso [il loro mandato] stanotte", dando tempo "fino a domani" all'esecutivo per "sciogliere le camere e le assemblee provinciali".

Esperti di politica pakistana e la leadership governativa affermano che il religioso sunnita sia sostenuto con decisione dai vertici militari, uno dei poteri forti del Pakistan, e sia manipolato dagli alti ufficiali per riconquistare il controllo della politica nazionale. Un'accusa che egli respinge con sdegno, ma senza dissipare fino in fondo i dubbi. Del resto, Qadri era uno dei più stretti sostenitori dell'ex dittatore e presidente, il generale Pervez Musharraf, che ha conquistato il potere nel 1999 nel contesto di un colpo di Stato.  

 

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