12/06/2018, 11.39
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L’accordo Kim-Trump, i ‘nuovi’ rapporti applauditi con cautela

Con la firma di oggi i due leader si impegnano a costruire una pace duratura e stabile nella penisola coreana e a recuperare i resti dei prigionieri di guerra. “Incrollabile impegno” di Kim a denuclearizzare la penisola; da parte di Trump offrire garanzie di sicurezza alla Corea del Nord. La Cina approva; la Francia dubita. I coreani del Sud per la “speranza” di pace. I problemi dei rifugiati dal Nord.

Seoul (AsiaNews) – L’accordo firmato stamane a Singapore fra Donald Trump e Kim Jong-un proclama l’impegno alla “completa denuclearizzazione della penisola coreana” e inneggia a “nuovi rapporti” fra Stati Uniti e Corea del Nord. I primi commenti dai leader mondiali e dalla popolazione coreana sono positivi, ma con alcune cautele.

L’accordo è costituito da quattro punti. I due leader hanno deciso di stabilire “nuovi” rapporti bilaterali; uniscono i loro sforzi per costruire una pace duratura e stabile nella penisola coreana; si impegnano a recuperare i resti dei prigionieri di guerra e a rimpatriare quelli già identificati.

Da parte sua, il presidente Usa si impegna a offrire garanzie di sicurezza alla Corea del Nord; il leader del Nord invece riafferma il suo “incrollabile impegno” alla completa denuclearizzazione della penisola coreana.

Nel testo non vi sono indicazioni sui modi e sui tempi in cui verranno attuate queste promesse: si afferma solo che i due leader vogliono attuare quanto è stipulato in modo “pieno e spedito”.

La Cina ha salutato l’incontro come “positivo e significativo”. Il portavoce del ministro degli esteri Wang Yi ha detto che “si è fatta una storia nuova e la Cina dà il benvenuto e la sostiene”.

Anche per la Francia, il documento firmato è “un passo significativo”. Il ministro per gli affari europei Nathalie Loiseau ha però espresso qualche “dubbio che tutto sia stato raggiunto in alcune ore”.

In una conferenza stampa tenuta qualche ora dopo la firma dell’accordo, Trump ha dichiarato ai giornalisti che il suo Paese cancellerà i “giochi di guerra” insieme alla Corea del Sud, riferendosi alle esercitazioni militari congiunte che gli Usa tengono insieme a truppe sudcoreane e che in passato hanno provocato minacce e lanci di missili da parte di Pyongyang. Sullo smantellamento dell’arsenale nucleare, lo stesso Trump ha detto che “scientificamente” occorreranno molti anni. In effetti, secondo esperti, la completa denuclearizzazione della penisola dovrebbe richiedere almeno 15 anni.

Fra i coreani del Sud vi è chi inneggia alla possibilità di pace che si apre con l’incontro di oggi: “Nella penisola coreana – dice un giovane studente - non c’è nessuno che non voglia la pace. È un valore indispensabile per la nostra terra e una piccola speranza”. “Mi auguro – aggiunge un altro – che i leader Usa e degli altri Paesi intorno alla penisola coreana si comportino senza badare ai propri interessi politici, per realizzare il desiderio di tutti noi che vogliamo la pace”.

Fra i profughi fuggiti dal Nord e accolti nel Sud vi è più scetticismo. Timorosi di una possibile futura riunificazione, sembrano vivere una crisi di identità: “Che cosa dirò ai miei? Chi sono io? Del Nord o del Sud? Ci si dimenticherà che sono fuggito dal Nord perché discriminato?”.

 

(Ha collaborato Thomas Han)

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