04/04/2018, 08.46
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Pechino appoggia i summit intercoreani e con gli Usa. Non si parlerà di diritti umani

La Cina si augura che Washington eviti “fattori distruttivi” ma persegua la via del dialogo. Pyongyang critica il sostegno di Seoul alle sanzioni Onu sul Nord per le violazioni dei diritti umani. Ministro sudcoreano degli esteri: si discuteranno solo gli argomenti concordati.

Seoul (AsiaNews/Agenzie) – La Cina dà il suo pieno appoggio ai summit che nelle prossime settimane vedranno al tavolo dei negoziati i leader delle due Coree e degli Usa. È quanto affermato ieri dal ministro cinese degli Esteri, Wang Yi, durante l’incontro con Ri Yong-ho, suo corrispettivo nordcoreano, in visita a Pechino.

La linea di comunicazione fra la Cina e la sua protetta Corea del Nord è stata rafforzata dalla visita improvvisa di Kim Jong-un nella capitale cinese, a fine di marzo. Ieri, Wang ha riferito ai giornalisti la speranza di Pechino che gli Stati Uniti evitino “fattori distruttivi”, perseguendo l’obbiettivo di portare al dialogo Kim Jong-un e il presidente americano Donald Trump. “Chiediamo a tutte le parti che mantengano la loro determinazione, eliminino le interferenze e procedano nella giusta direzione del dialogo e dei negoziati”, ha commentato il primo diplomatico cinese.

Sono molti gli argomenti “sensibili” che potrebbero alterare il delicato equilibrio e dialogo creatosi nel contesto delle Olimpiadi invernali di PyeongChang. Primo fra tutti, lo stato dei diritti umani in Corea del Nord, che proprio ieri è stato motivo di dura critica da parte di Pyongyang verso Seoul, responsabile di aver sostenuto le ultime sanzioni imposte dall’Onu sul Nord, giustificate anche dalle violazioni dei diritti umani da esso perpetrate. La sterzata della Corea del Nord – che avvisa che simili azioni “mettono a repentaglio” i futuri dialoghi – ha spinto oggi il ministro sudcoreano degli Esteri a precisare che i diritti umani non rientrano nell’agenda di discussione del summit intercoreano. Kang Kying-wha ha ribadito la “ferma posizione” di Seoul contro “la disastrosa situazione dei diritti umani” nel Nord, precisando tuttavia che non sarà oggetto di discussione, ma che per avviare i dialoghi le due Coree “discuteranno gli argomenti concordati da entrambe le parti”.

Si stima che in Corea del Nord vi siano fino a 120mila prigionieri politici trattenuti in un diffuso sistema di gulag. Nel 2014 una commissione Onu ha pubblicato un rapporto in cui concludeva che Pyongyang è responsabile di violazioni dei diritti umani “senza pari nel mondo contemporaneo”.

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