17/03/2021, 08.53
RUSSIA
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Peggiora la salute di Putin. Naval’nyj sopravvive nel lager

di Vladimir Rozanskij

Il leader russo pare affetto da seri problemi neurologici: dimentica o confonde sempre più spesso la destinazione d’uso degli oggetti; inizia discorsi sconclusionati, di cui poi si dimentica. Putin spinge per la ricerca dell’elisir di vita eterna. Primo messaggio di Naval’nyj dal carcere: si trova a 100 km dalla capitale, nella “Colonia n.2” di Pokrov. Una foto con la testa rapata a zero.

Mosca (AsiaNews) - Sempre più spesso appaiono notizie sui problemi neurologici sempre più acuti del presidente russo Vladimir Putin, come riporta anche il sito Khartia77 di ieri.

Il giorno precedente è stato invece diffuso un messaggio del suo principale oppositore, Aleksej Naval’nyj, che si dichiara “stupito che esista un vero lager a 100 km da Mosca”.

Putin soffre di cali d’attenzione e di memoria già da tempo, come risulta evidente da tanti servizi in cui egli appare in televisione o in video. Lo “zar” 68enne dimentica o confonde sempre più spesso la destinazione d’uso degli oggetti, li tocca e se li rigira tra le mani: bastoncini, quaderni, statuette e molto altro senza sapere che farne, come mostra anche un’analisi di sprotyv.info del 13 marzo. Voci interne del Cremlino affermano che queste circostanze si ripetono sempre più spesso, e a volte Putin rimane disorientato anche per un’ora intera. Lo scorso 8 marzo Putin avrebbe allarmato i suoi più stretti aiutanti, attaccando un discorso spontaneo e sconclusionato per oltre un quarto d’ora, di cui poi avrebbe detto di non ricordare nulla.

A breve il presidente russo dovrebbe sottoporsi ad ampie analisi mediche. Ma intanto le preoccupazioni aumentano: a capo di una delle massime potenze nucleari potrebbe rimanere un leader menomato e imprevedibile. La situazione è simile a quella già vissuta dall’Urss negli ultimi anni di Brežnev e dei suoi immediati successori.

Altre voci dal Cremlino affermano che Putin sia alla ricerca dell’elisir di vita eterna, sotto forma di pastiglie miracolose che allungano la vita. Insieme alle debolezze neurologiche, questi istinti sono tipici dell’eccesso di permanenza al potere, che portano all’illusione della propria “super-umanità” o quasi divinità. Se l’amico bielorusso di Putin, Aleksandr Lukašenko, reagisce alla crisi del suo potere con forme isterico-aggressive, Putin starebbe assumendo una condizione “paranoico-mistica”, cercando l’immortalità per vie religiose, superstiziose e scientifiche allo stesso tempo.

Non a caso il presidente sta seguendo di persona un ambizioso progetto di ricerca genetica, facendolo finanziare dagli oligarchi a lui più vicini. Il progetto è affidato alla direzione della figlia di Putin Maria Vorontsova, presso l’istituto Kurchatov, e ha lo scopo di trovare soluzioni per l’allungamento della vita umana, con il permesso di svolgere qualunque esperimento su qualunque cavia, anche creando dei “mutanti”, pur di raggiungere lo scopo.

La sopravvivenza di Naval’nyj

Mentre Putin cerca la vita eterna, il suo nemico Naval’nyj è alle prese con il problema della sopravvivenza. Dopo giorni in cui nessuno era certo di dove si trovasse, l’oppositore è riuscito a inviare un messaggio tramite i suoi avvocati dalla “Colonia n.2” di Pokrov, al confine tra la provincia di Mosca e quella di Vladimir. Il testo inizia con un richiamo “kantiano”: “Tre cose non cessano di stupirmi: il cielo stellato sopra di noi, l’imperativo categorico dentro di noi e la stupefacente sensazione di quando ti passi il palmo della mano sulla testa rapata a zero” (il messaggio è stato diffuso con una sua vecchia foto a testa rasata).

Il messaggio è rivolto al mondo intero: “Salve a tutti dal Settore di Controllo Rafforzato A! Devo riconoscere che il sistema carcerario russo è riuscito a stupirmi. Non immaginavo che fosse possibile organizzare un autentico campo di concentramento a soli 100 km da Mosca”. Naval’nyj afferma di non aver subìto né assistito ad alcuna violenza, anche se vari segnali dimostrano che essa non mancava prima del suo arrivo, “guardando le pose terrorizzate dei condannati, che hanno paura ad alzare gli occhi e guardare intorno”. Ora invece tutti si rivolgono a lui con rispetto e perfino simpatia, tanto che Naval’nyj chiama il luogo di detenzione “il nostro amichevole lager”, fino al punto che vige in esso il divieto di usare espressioni volgari. “Riuscite a immaginare una prigione senza le parolacce?... Mi sembra di stare dentro il romanzo 1984 di Orwell!”.

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